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Regione, aumenta la spesa per sanità e pensioni, cala il costo degli stipendi

Di Fabio Russello |

Aumenta la spesa sanitaria in Sicilia. Il governo Musumeci, nel bilancio di previsione depositato in Assemblea, prevede per quest’anno un incremento di 28 milioni di euro e di 93 milioni per gli esercizi 2019 e 2020. In totale, quest’anno, la spesa per la compartecipazione regionale al fondo sanitario è prevista in 4 miliardi e 554 milioni, mentre nel prossimo biennio per 4 miliardi e 619 milioni. Per il governo si tratta di uno dei «principali elementi di criticità che influiscono sulla flessibilità delle poste di bilancio», come si legge nella nota integrativa al documento contabile. Il bilancio a giorni sarà inoltrato alle commissioni di merito per l’esame prima dell’approdo in commissione Bilancio, dove si entrerà nel vivo della manovra. 

Il disavanzo finanziario iscritto a bilancio, per il 2018, ammonta a quasi 740 mln: si tratta di coperture per l’anticipazione di liquidità, il riaccertamento straordinario e ordinario dei residui, l’incremento di ulteriori quote derivanti dalla cancellazione dei residui attivi da versare e il presunto relativo ai fondi ordinari della Regione. Rispetto all’esercizio precedente il governo ha previsto due nuove quote di disavanzo: una relativa ai fondi ordinari della Regione per 27,8 milioni di euro e l’altra per la cancellazione di ulteriori residui attivi da riassorbire nel triennio. Cresce anche la spesa per le pensioni, con un balzo di 21 mln rispetto all’anno scorso (178,8 mln il totale quest’anno) e quella per il trattamento accessorio del personale (+18 mln), mentre diminuisce di 16 mln quella per gli stipendi del personale (pari a 483,6 mln). Tra entrate e spese il bilancio 2018 ammonta a 21,77 miliardi di euro, a fronte dei 19,34 mld stimati dal precedente governo Crocetta per quest’anno.

Intanto per cercare di recuperare 68,57 milioni di euro che Riscossione Sicilia Spa non ha mai versato alla Regione per via del pignoramento dei conti da parte di Montepaschi di Siena, il governo Musumeci si è rivolto all’Avvocatura dello Stato. Si tratta di somme che la società di riscossione ha recuperato dai contribuenti evasori o morosi ma che non sono arrivate nelle casse della Regione a causa del contenzioso, vicenda che appesantisce i conti proprio nella fase di discussione del bilancio di previsione per il 2018. Tant’è il governo dedica al «caso Riscossione» una parte della nota integrativa al documento contabile.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA