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Portaborse, la mail che sbugiarda la casta: «Dal 2019 risparmieremo 600mila euro»

Di Giuseppe Bianca |

Palermo. Rimane un “giallo” solo parzialmente irrisolto, quello del decreto del presidente dell’Ars Ardizzone sulle misure di razionalizzazione e contenimento delle spese per collaboratori e portaborse all’Ars di cui i gruppi parlamentari non avrebbero avuto conoscenza diretta. Martedì, nel corso dell’adunanza alla Corte dei conti, il coro dei capigruppo, singolarmente consultati sulla questione del presidente Graffeo, era stato all’unisono. Esisterebbe invece una corrispondenza di mail (Pec certificata) all’interno degli uffici dell’Ars che perfezionava il cammino, che si annunciava già impervio, della circolare esplicativa.

Sulla vicenda in questione è intervenuta la capogruppo del M5s all’Ars, Valentina Zafarana: «Serve trasparenza sugli atti e i Dpa dell’ufficio di Presidenza». Zafarana prende spunto proprio dal “giallo” relativo al decreto del 23 novembre dell’anno scorso sotto la presidenza di Giovanni Ardizzone che fissava paletti per i contratti di portaborse (D6) e “stabilizzati” ma che non è stato applicato in pieno dai capigruppo all’inizio di questa legislatura nell’inquadramento del personale perché, come sostenuto davanti alla Corte dei conti, nessuno ne conosceva il contenuto. «Io ne sono venuta a conoscenza solo a marzo leggendo la relazione della Corte dei conti con i rilievi mossi», dice Zafarana.

È durata invece oltre due ore ieri a Palazzo dei Normanni la conferenza dei capigruppo dell’Assemblea siciliana, convocata dal presidente Gianfranco Miccichè, per affrontare il tema delle assunzioni di collaboratori e portaborse. Si tratta di un numero che riguarda 162 tra portaborse e cosiddetti stabilizzati, che sale a 226 con i collaboratori inquadrati negli staff dei componenti del Consiglio di presidenza, e le persone contrattualizzate dai nove gruppi parlamentari. «L’incresciosa situazione», dice Miccichè, è sul tavolo. «Dopo avere ascoltato le indicazioni e i suggerimenti dei capigruppo, mi sono impegnata a fare, entro una settimana, una proposta per contenere la spesa e il numero dei collaboratori esterni dei gruppi parlamentari, al fine di ridurre lo spreco di risorse pubbliche». Una modifica con effetto dal prossimo anno, che dovrà passare dal voto dell’aula ed entrerà in vigore dal prossimo anno. Un taglio ai budget che potrebbe arrivare anche al 20% per stipulare contratti con i D6. Un risparmio complessivo che potrebbe superare i 600mila euro. Fasce per differenziare i compensi nel tempo saranno invece introdotte dopo l’indicazione della Corte dei conti.

Saranno invece invariati i costi per il supplemento di dotazione di altri due componenti dell’Ufficio di presidenza dell’Ars. Uno dei vecchi impegni, maturati in avvio di legislatura, nei giorni complicati che hanno poi portato all’elezione del presidente dell’Ars. È stato lo stesso Miccichè a comunicarlo, chiarendo che l’ufficio di Presidenza potrà avere due deputati segretari in più per consentire la rappresentanza di tutti i gruppi parlamentari, se l’Ars approverà la modifica: «La variazione regolamentare non è stata inserita all’ordine del giorno, poiché gli uffici stanno preparando la norma che, nonostante l’aggiunta di due componenti, non comporterà ulteriore spesa – ha sottolineato Miccichè -. In pratica, il costo del Consiglio di presidenza dovrà rimanere invariato».

In pratica dovrebbero essere predisposti dei tagli ai costi attuali dell’ufficio di presidenza, in modo da ricavare quanto meno una buona parte delle risorse necessarie a coprire la differenza. Era stato il M5S a sollevare la questione dell’aumento dei costi, anche se, a quanto sembrerebbe, il particolare del mancato aumento dei costi, era stato precisato dallo stesso Miccichè in presenza della deputato dei 5stelle Elena Pagana che ha poi denunciato quello che, a suo avviso, sarebbe stato un aggravio della spesa.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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