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Il sondaggio: fiducia immutata per Musumeci, ma ora i siciliani vogliono di più

Di Mario Barresi |

CATANIA – La luna di miele fra Nello Musumeci e la Sicilia non è finita. Ammesso e non concesso che, in un clima da campagna elettorale permanente, sia mai cominciata. I siciliani confermano la fiducia nel presidente della Regione, con una percentuale (39-40%) superiore alla media di altre figure politico-istituzionali nazionali e regionali; ma soprattutto in linea con il gradimento misurato anche prima delle Regionali, vinte col 39,% dei consensi. Eppure, a a oltre sei mesi dall’insediamento, i cittadini lanciano a Palazzo d’Orléans un segnale preciso: c’è da fare, senza tempo da perdere.

Il “tagliando” del governo regionale, realizzato dall’Istituto Demopolis, fornisce un esito in chiaroscuro. Cresce la fiducia sull’istituzione Regione (dal minimo storico del 12% al 15%), e «si conferma decisamente più alta la fiducia personale in Musumeci», afferma il direttore di Demopolis, Pietro Vento. Aggiungendo però che «crescono ulteriormente le attese dei cittadini che vorrebbero un’accelerazione da parte del nuovo governo regionale per dare una risposta alle troppe, immutate emergenze nell’Isola». Quali? Per Demopolis l’83% dei siciliani «ritiene urgente e prioritario il rilancio dell’economia e dell’occupazione dopo la crisi degli ultimi anni»; il 67% vorrebbe «maggiore efficienza della sanità pubblica, i cui servizi nell’era Crocetta hanno raggiunto il livello più basso nel giudizio dell’opinione pubblica».  Al terzo posto: “trasporti, viabilità e infrastrutture”, il «prerequisito per qualunque concreta ipotesi di sviluppo»; per il 62% è «necessario un forte impegno per una migliore gestione dei rifiuti». Sei siciliani su dieci – afferma Vento – chiedono a Musumeci «una svolta nella capacità di programmazione e gestione dei fondi europei, un segno concreto di innovazione rispetto al quinquennio precedente». Infatti, «l’80% è convinto che negli ultimi 20 anni i fondi strutturali, per come sono stati gestiti, abbiano inciso poco o niente su sviluppo e occasioni di lavoro in Sicilia».

Essere, fare. Ma anche apparire, comunicare. Considerato «il tempo breve di operatività» e «la scarsa esposizione mediatica della giunta», per Demopolis «è ancora presto per analizzare la fiducia dei cittadini nei 12 assessori regionali». L’unico elemento misurato, dunque, è la notorietà, che «con alcune eccezioni, risulta nel complesso piuttosto bassa». Al di là di Musumeci (93%), i due assessori più conosciuti sono Gaetano Armao (57%) e Roberto Lagalla (56%). L’emergente è Ruggero Razza (42%), che Demopolis definisce in termini di «incremento più significativo», con u«na crescita rilevata di oltre 20 punti». Tranne Sebastiano Tusa (31%), Mimmo Turano (28%) e Toto Cordaro (27%), tutti gli altri assessori sono «molto meno conosciuti, con percentuali comprese fra il 20 e il 4%», annota Vento precisando che «i dati si riferiscono alla notorietà personale degli esponenti politici, prescindendo dalla loro attività in giunta». Il dato, soprattutto al di fuori del proprio territorio di provenienza, resta «residuale» per tutti. «Il basso profilo nella comunicazione – dice Vento – è un elemento che rende più complesso per i cittadini formarsi un’opinione sul lavoro e sulle scelte strategiche del governo Musumeci».

«La gente – commenta il governatore – comincia a percepire l’ente Regione non più come un nemico, una controparte, ma come l’istituzione che, piano piano, vuole restituire trasparenza, ordine, efficienza e lavorare per stare vicina ai più deboli e a sostegno delle imprese. Dobbiamo lavorare affinché l’alto tasso di notorietà di chi governa diventi anche consenso. E continueremo a farlo secondo le indicazioni che arrivano dai siciliani attraverso il sondaggio: fondi europei, occupazione, sanità e infrastrutture». E infine spiega: «Abbiamo scelto, in questo inizio di legislatura, di tenere un profilo basso e sobrietà anche sulla stampa. Continueremo con questo stile, ma avvertiamo l’esigenza di dare più spazio e visibilità alle iniziative del governo regionale».

Twitter: @MarioBarresi

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