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Amministrative, in Sicilia ballottaggio shock nei tre capoluoghi vincono gli outsider

Di Redazione |

Pronostici per la gran parte ribaltati in Sicilia, dove nei tre capoluoghi di provincia al voto – Ragusa, Siracusa e Messina – ma anche in alcuni degli altri cinque Comuni ieri alle urne, a vincere i ballottaggi sono gli outsider. 

Il M5S perde il Comune di Ragusa, l’unico capoluogo di provincia che deteneva in Sicilia e che aveva amministrato negli ultimi cinque anni con Federico Piccitto, uscente non ricandidato: i pentastellati hanno invece proposto Antonio Tringali, sconfitto da Giuseppe Cassì, ex giocatore della Virtus di basket e oggi stimato avvocato, appoggiato da liste civiche e da FdI, che ha capovolto il risultato del primo turno. «Ragusa si merita di più» le prime parole pronunciate dal nuovo sindaco sotto lo striscione in cui campeggia il numero “12” della sua maglia di pallacanestro. 

Sorpresa a Siracusa, dove il favorito Paolo Ezechia Reale, ex assessore regionale appoggiato dal centrodestra, ottiene 16.153 preferenze, pari al 47% dei consensi, e deve così arrendersi al rivale Francesco Italia, vicesindaco uscente e in campo come “civico puro” sebbene appoggiato dal centrosinistra: Italia, imprenditore 46enne, con 18.210 voti (pari al 53%) fa sua la fascia tricolore di primo cittadino. «È stata un’impresa al primo turno, mentre adesso è stato spettacolare», il primo commento del nuovo sindaco di Siracusa, che ha aggiunto: «I siracusani ci hanno scelto, spero di essere all’altezza». E ancora: «Non è stata la vittoria di uno ma di una squadra».

Ancora più eclatante il risultato di Messina, dove Cateno De Luca, eletto deputato regionale con l’Udc e leader del movimento “Sicilia vera”, ha “strapazzato” il grande favorito Dino Bramanti, sostenuto dalla corazzata di centrodestra, staccandolo di circa trenta punti. Già dopo le prime sezioni scrutinate, De Luca si è recato in piazza Duomo dove ad attenderlo c’era una folla in festa. «E’ una grande vittoria contro la casta, le consorterie e le lobby politiche che hanno governato la città negli ultimi 30 anni, è stata una vittoria dei cittadini che hanno detto basta a questo sistema di potere che ha messo in ginocchio Messina, inizia ora una nuova stagione politico amministrativa», ha detto a caldo davanti al Palazzo di Città. Ora dovrà vedersela con un Consiglio comunale dove non avrà una maggioranza. Anzi. Nessuna delle cinque liste civiche di De Luca al primo turno ha superato la soglia di sbarramento del 5%, per cui non è stato eletto alcun consigliere comunale.

Cinque gli altri Comuni siciliani ieri al ballottaggio: Acireale e Adrano in provincia di Catania, e poi Piazza Armerina (Enna), Partinico (Palermo) e Comiso (Ragusa).

Ad Acireale è stato eletto sindaco Stefano Alì del Movimento 5 stelle col 56,73% delle preferenze: ha battuto il candidato del Centrodestra Michele Di Re, che pure era in vantaggio di 15 punti al primo turno.

Ad Adrano ha invece avuto la meglio Angelo D’Agate (centrosinistra) col 63,61% dei voti: era appoggiato da liste civiche e ha sconfitto Aldo Di Primo, esponente della Lega che nel Comune etneo era stato il partito più votato lo scorso 10 giugno.

A Comiso a fare la differenza sono stati 62 voti: col 50,21% delle preferenze, è stata eletta sindaco Maria Rita Schembari, appoggiata da liste di centrodestra (Fd-FI-Lega). Il suo avversario era Filippo Spataro, sindaco uscente del Pd che aveva sfiorato la vittoria al primo turno.

Anche a Piazza Armerina successo del centrodestra: a spuntarla, col 54,41% dei voti, è stato Nino Cammarata di #Diventeràbellissima, appoggiato anche da Forza Italia. Sconfitto il civico Mauro Valerio Di Carlo.

A Partinico, infine, è stato eletto sindaco Maurizio De Luca col 65 % dei voti. De Luca , sostenuto da liste di centrodestra e da Forza Italia, si è imposto su Pietro Rao.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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