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Musumeci adesso plasma la sua “Cosa blu” un esercito “tricolore” guidato da Ioppolo

Di Mario Barresi |

CATANIA – Ancora indeciso sulla destinazione della sua “Cosa blu”, prima ancora di chiudere un accordo con le camicie verdi della Lega, si affida al suo fedele esercito tricolore. Nello Musumeci, nella difficile coloritura politica del momento, si porta avanti col lavoro. Incontra sindaci di centrodestra. Oggi, a Mondello, per parlare delle nuove-ex Province. Il governatore, formalmente, è stato invitato. «Da leader politico, soprattutto», dice chi ha promosso l’incontro. Ma è chiaro che, visto il parterre, il presidente giocherà in casa. Di più: in famiglia.

In prima linea c’è Gino Ioppolo, musumeciano da quando esiste Musumeci. Li chiamavano «i dioscuri della destra», addirittura i «gemelli siamesi» sull’asse Militello-Caltagirone. E oggi l’amico di sempre si fa promotore di questa reunion di primi cittadini. L’“espediente letterario” è fare il punto sulle tanto vituperate elezioni «senza popolo» nelle Province. «Nel disegno perverso della riforma Crocetta-Giletti non si pensò – sostiene l’ex deputato regionale – a un ente di tutto territorio, ma di predominio metropolitano». E qui entra in ballo il demonizzato “voto ponderato”: «Il sindaco di una media città ha una capacità di voto di gran lunga inferiore a un consigliere delle cosiddette città metropolitane». Per intenderci: chi occupa uno scranno a Palazzo degli Elefanti “pesa” quanto la sommatoria dei sindaci di Caltagirone, Acireale, Adrano e Misterbianco. «Per fortuna i nuovi sindaci delle grandi città non la pensano come i predecessori», dice Ioppolo tracciando il solco fra Enzo Bianco e Salvo Pogliese. L’auspicio? «Una correzione della legge in termini di democrazia e rappresentanza».

Ioppolo parla da sindaco, certo. Ma se non amministrasse (apprezzato) la città di Sturzo, oggi sarebbe utilissimo a Musumeci. Magari in quel ruolo di Richelieu d’aula – lo stesso rivestito dal compianto Lino Leanza per il centrosinistra – oggi scoperto nel centrodestra di governo. «Io e Nello riusciamo a sentirci comunque un paio di volte al giorno, nonostante gli impegni. Suoi, soprattutto», rivela Ioppolo. E magari quella che lui chiama «una positiva iniziativa di un movimento che riunisce sindaci provenienti anche da esperienze diverse per ragionare di politiche territoriali» potrebbe essere anche un’altra cosa. Una “prova del fuoco” per l’uomo che Musumeci definisce «un doroteo di destra»: partire dalla messa a punto della rete dei sindaci per poi passare ad altro. A cosa? Diventare il coordinatore regionale di DiventeràBellissima, ad esempio. Il congresso s’avvicina e Raffaele Stancanelli (senatore iscritto al gruppo di FdI) è sempre più lontano dal governatore e soprattutto dall’assessore-plenipotenziario Ruggero Razza, ultimamente avvistato nelle stanze di Giancarlo Giorgetti, il Letta salviniano. E allora Musumeci s’affiderebbe al più fedele dei suoi “generali” per portare il movimento alla fase 2. Ioppolo non ne sarebbe proprio entusiasta, ma ha ancora tempo per decidere.

«Un incontro molto importante», lo definisce Maria Rita Schembari, sindaco di Comiso, molto vicina al deputato Giorgio Assenza, altro musumeciano in forte ascesa. «Gli amministratori si sono resi conto di quanto grave sia stata la cancellazione “ex abrupto” delle Province». E nonostante «i dirigenti e gli impiegati si diano tanto da fare», manca «una direttiva politica». Che arriverà da Musumeci, «sempre molto attento alle esigenze di tutti i comuni». Certo quelli promotori dell’incontro «sono tutti di centrodestra, che hanno un rapporto privilegiato – confessa Schembari – con Palermo, ma anche col governo romano».Ma, fra i promotori ufficiali dell’incontro di oggi a Mondello, c’è qualcuno che ha l’identikit dell’ospite a sorpresa: Filippo Drago – figlio dello storico capocorrente andreottiano Nino ed ex parlamentare, già esponente di spicco di Udc, Pdl e Mpa – oggi sindaco di Aci Castello. «Tesserato online con la Lega», dice quasi a voler dissimulare le voci che lo vogliono fra gli “epurati” del nuovo corso di Matteo Salvini in Sicilia. «Sono rammaricato nel leggere le dichiarazioni dell’“accompagnatore” del nostro leader contro chi, come me, sta cercando di dare risposte a centinaia di militanti della Lega disorientati dagli ingressi di dem e crocettiani nel partito».

La presenza di Drago, uno dei più aspri contestatori del “voto ponderato” alle Provinciali, è quella che incuriosisce di più. «Andrò a Palermo perché sono un sindaco di centrodestra che riconosce in Musumeci, uno degli ultimi galantuomini della politica siciliana, il ruolo di guida naturale della coalizione». Con la prospettiva di entrare in DiventeràBellissima? «Io sono un sindaco della Lega, ma, se la campagna diffamatoria contro di me dovesse continuare, ne trarrò le conseguenze».

Questi – assieme a tanti altri – sono i soldati tricolori della “Cosa blu”. Una rete che cresce e che potrebbe diventare parte della dote elettorale di Musumeci in un accordo con Salvini alle Europee. «Potrebbe rendersi complementare alla Lega anche in funzione di avere un supporto politico forte», ha consigliato, su La Sicilia, il viceré del Carroccio, Stefano Candiani, al governatore. E proprio questo, ora più che mai, sta facendo Musumeci.

Twitter: @MarioBarresi

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