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Dissesto a Catania, Candiani a Bianco: «E’ colpa tua»

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Ieri il sindaco Pogliese ha tenuto in Comune una lunga riunione col vicesindaco e assessore al Bilancio, Roberto Bonaccorsi e col Ragioniere generale Clara Leonardi. E’ fuor di dubbio che la riunione è servita per studiare le prossime mosse che l’amministrazione deve mettere in campo per affrontare le settimane a venire che potrebbero rivelarsi molto difficili visto e considerato l’esito del “faccia a faccia” di due giorni fa al Viminale tra il sindaco, il sottosegretario Candiani e i tecnici del Mef e del Cosfel.

Da quel vertice, concretamente, non è emerso un elemento positivo per poter allo stato sperare nella salvezza della città dal dissesto. I due amministratori hanno trovato disponibilità nei rappresentanti del governo, ma è apparso subito chiaro che quanto richiesto dal Comune (un contributo di 400 milioni in tre anni) non potrà essere preso in considerazione se non all’interno di un provvedimento che salvi anche le altre grandi città in difficoltà. E se mai questa misura vedrà la luce, se ne parlerà a dicembre, mentre l’emergenza della città è già arrivata e lo stipendio di ottobre ancora non è stato pagato. Al momento in Comune le bocche sono cucite, ma appare possibile che Pogliese abbia intenzione in queste ore di rivolgersi anche alla Regione per capire se da quel fronte è possibile ottenere una anticipazione.

Al di là di questo dato che potrebbe sbloccare gli stipendi di ottobre è fuor di dubbio – come lo stesso sindaco ha sostenuto più volte – che senza un consistente contributo del governo il fallimento diverrà automatico soprattutto se oggi dalla sezione generale della Corte dei conti dovesse arrivare un pronunciamento negativo sul ricorso presentato da Catania avverso alle disposizioni delle delibere 153 e 154 della Sezione della Corte contabile di Palermo. Senz’altro la riunione di ieri è servita al sindaco per pianificare l’incontro con le forze della città che si terrà tra venerdì o sabato.

Ma al di là della procedura tecnica che il Comune intende a breve adottare appare evidente, a questo punto, che nessuno degli attori protagonisti di questa preannunciata tragedia, frutto di oltre 20 anni di amministrazione dissennata, voglia assumersi la responsabilità del fallimento. E così ad aprire le “danze” ci ha pensato il sottosegretario all’Interno Stefano Candiani che due sere fa, nel corso di un intervento al vertice della Lega in Sicilia orientale ha attaccato duramente l’ex sindaco Enzo Bianco indicandolo come grande protagonista del rischio fallimento della città. «Il sindaco di Catania, Pogliese, è venuto a Roma e abbiamo parlato dei gravi problemi che vive oggi il capoluogo. Ora detto ciò – ha aggiunto il componente di governo – per fare un esempio di cattiva amministrazione, dico che provo vergogna da amministratore avere visto nei giorni scorsi l’ex sindaco Enzo Bianco andare in piazza a dare lezioni su come si amministra la città, quando, vergognosamente, lui ha lasciato in eredità al nuovo sindaco e alla nuova amministrazione un disavanzo pari a un miliardo e 600 milioni di euro. Non un milione, ma lo ripeto, un miliardo e 600 milioni. E adesso chi è subentrato nell’amministrazione della città deve trovare le soluzioni». Candiani allude probabilmente alla manifestazione in piazza Università di alcuni giorni fa sul tema «Catania non spenga la luce» in cui l’ex sindaco è stato visto accanto alle forze sindacali. «Ora – ha aggiunto Candiani – cercheremo in tutti i modi di dare una mano a Catania, ma certo è una montagna difficile da scalare… Questo per dire che c’è stata certa gente che negli anni ha amministrato male i Comuni della Sicilia, a partire da Catania a anche in altri grandi centri, che va cacciata via senza alcuna alternativa».

Al sottosegretario ha replicato con una nota l’ex sindaco Bianco: «Il ragioniere Candiani ha dimostrato che doveva essere distratto quando gli hanno parlato delle vicende catanesi. Candiani non ha capito che il dissesto di Catania era stato dichiarato nel 2012 dal sindaco Stancanelli e dall’allora vicesindaco assessore al bilancio Roberto Bonaccorsi, guarda caso anche adesso vicesindaco e assessore. Candiani non sa che con la mia amministrazione alla fine del 1999 l’ente era in saldo positivo. C’era infatti un avanzo di cassa di 3,9 milioni e un fondo cassa di 38,1 milioni. Non sa che dopo 13 anni di amministrazione del centrodestra nel giugno 2013 la mia neo eletta amministrazione ha ereditato una cassa con meno 123,6 milioni di euro e un disavanzo di 139,9 milioni. Candiani non sa che le maggiori difficoltà derivano dai debiti fuori bilancio accumulati dal 2003 in poi. Candiani non sa che all’attuale amministrazione basterebbe approvare il bilancio consuntivo 2017 per ricevere la restante quota del contratto di solidarietà. E questo servirebbe certamente a portare quella liquidità utile a pagare immediatamente gli stipendi. Vorrei rammentare a Candiani – conclude Bianco – che il ruolo che oggi egli ricopre impone la responsabilità di valutare attentamente le questioni che gli vengono sottoposte. Altrimenti può dare l’impressione di occuparsi solo di propaganda politica».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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