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Grandi opere, Salvini rilancia. E il Sud torna a bussare per il Ponte sullo Stretto

Di Redazione |

ROMA – Tap, Tav, passanti ferroviari, strade, ferrovie, ponti. L’incertezza sulla grandi opere portata in Italia dall’ascesa dei Cinque Stelle, spesso contrari alla costruzione di infrastrutture che non ritengono importanti, viene spazzata via dalle parole di Salvini, che in una intervista oggi c on il Messaggero e il Mattino, dice a chiare lettere che «le grandi opere cominciate vanno ultimate».

Sulla Tav – dice il vicepremier – «vedremo quando arriva la relazione tecnica sui costi-benefici, e a quel punto si deciderà. Bisogna fare le cose per bene, senza forzature e con cognizione di causa. Non vedo perché precipitare tutto. A gennaio potrebbe esserci la relazione, vediamo». Però, «sulle grandi opere non si torna indietro». Salvini si è detto «molto impressionato dalla manifestazione di Torino. C’è un Paese che sembra pronto alle grandi sfide. E questo mi fa piacere».

«Vanno portate a termine tutte le grandi opere cominciate. Vedo che gli amici 5 stelle vogliono fermare la Pedemontana, ma sarebbe un’assurdità», dichiara Salvini. «Il 4 dicembre aprono i primi dieci chilometri di questa infrastruttura cruciale. E dovremmo dire no grazie, smantelliamo tutto? La stessa cosa vale per il Mose di Venezia. Manca soltanto il 5% per terminare l’opera e dovremmo smontare le dighe? Suvvia. E sul Tap, sull’Ilva, sul Terzo Valico, sul Brennero: occorre costruire e finire di costruire senza lasciare le cose per aria. Ne va della credibilità di un Paese, oltre che della vita pratica dei suoi cittadini. Non si può vivere dove è bloccato tutto».

Parole chiare che hanno riacceso le speranze del Sud per il Ponte sullo Stretto.  «Chiedo a Salvini di completare la grande opera per il Sud che porta con se anche l’Alta velocità ferroviaria per il Sud, ovvero, il Ponte sullo Stretto», ha detto il senatore di Forza Italia Marco Siclari.

«Per questo progetto – prosegue Siclari – è già stato speso circa un miliardo e, adesso, realizzarlo costerebbe allo Stato un altro miliardo, le stesse risorse che si pagherebbe in penali per non averlo fatto, considerando che il resto dei costi è in project financing. La Lega già nel 2001 era d’accordo perché nella Legge Obiettivo voluta dal Governo Berlusconi, ha approvato il finanziamento di questa importante grande opera dai benefici enormi rispetto ai costi».

«Cosa vuole fare oggi la Lega con questa importante grande opera – sostiene ancora il parlamentare forzista – che rafforza territori con 9 milioni di cittadini, il 15% della popolazione italiana? Per noi del Sud, la non realizzazione ha portato all’isolamento e alla disoccupazione giovanile al 70%».

Ma anche la Regione Siciliana si fa avanti. «Il governo Musumeci sarà in prima linea nel ribadire la necessità improcrastinabile e strategica della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina» ha affermato l’assessore regionale delle Infrastrutture, Marco Falcone, accogliendo l’invito giunto dalla Rete civica delle Infrastrutture per il Mezzogiorno. L’associazione ha promosso a Palazzo Zanca il forum «Ponte: sviluppo e lavoro», programmando per il prossimo 19 gennaio 2019 un incontro con il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, alla presenza anche del governo regionale. «Saremo presenti – ha proseguito Falcone – per porre ancor di più il governo nazionale davanti a un bivio: puntare finalmente sugli investimenti infrastrutturali a Sud e in Sicilia, abbandonando i diktat dell’ideologia, oppure lasciare la nostra isola a un destino di arretratezza e ancor maggiore isolamento».

Per l’esponente del governo Musumeci non c’è più tempo da perdere: «Lo Stato deve dirci chiaramente cosa vuole fare, non solo sul tema Ponte, ma anche sul resto delle opere pubbliche cruciali per la Sicilia come la Ragusa-Catania e il completamento della Siracusa-Gela. Ho già ribadito in più sedi – spiega ancora l’assessore Falcone – che la Regione, qualora fosse necessario, è pronta a fare la sua parte cofinanziando ulteriormente entrambe le arterie nell’auspicio, però, che lo Stato non rimanga indifferente al completamento della infrastrutturazione siciliana. Nei prossimi giorni – conclude Falcone – chiederemo un incontro con il ministro Danilo Toninelli per comprendere concretamente le volontà del Governo nazionale». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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