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Primarie Pd, la mozione Zingaretti «Allarme per regolarità voto in Sicilia»

Di Redazione |

«Sono preoccupato per quanto sta avvenendo in Sicilia in particolare a Palermo ed Enna, circa le primarie di domenica. Decine di seggi cancellati, composizione degli stessi non concordata con le mozioni. Così viene meno la possibilità di garantire un’alta partecipazione al voto e si rischia soprattutto di non poter garantire la trasparenza e la correttezza del voto. Ho chiesto l’immediata convocazione della commissione nazionale per cercare di evitare che la regolarità delle primarie sia compromessa». L’accusa è di Marco Miccoli, rappresentante della mozione Zingaretti in Commissione Nazionale per il Congresso.

La polemica in Sicilia è del resto rovente: «È inammissibile – hanno scritto in un documento firmato da amministratori locali e segretari di circolo di oltre venti comuni del palermitano inviato ai candidati alle primarie di domenica prossima Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giacchetti – non allestire gazebo in ogni comune della Sicilia ed, in particolare , in quelli a guida Pd, delegittimando gli stessi amministratori, per limitare la partecipazione al voto sabotando il congresso: qualcuno ha deciso di impedire la partecipazione». Si legge nel documento: «Non si capisce tale scelta, assurda e ingiustificata dal punto di vista logistico e organizzativo, visto che in ogni comune, grazie ai militanti e iscritti del Pd, erano state offerte soluzioni a costo zero per allestire i seggi».  «E comunque, in un momento come questo, il senatore Faraone (segretario del Pd in Sicilia) avrebbe fatto bene a rendere disponibili le risorse del partito per consentire l’allestimento dei gazebo piuttosto che vantarsi proprio ieri della manutenzione straordinaria della sede regionale – si sottolinea nel documento – Tutto ciò al solo scopo di delegittimare tutti coloro che sul territorio, volontariamente, si impegnano nelle battaglie quotidiane».

Gazebo e seggi non sono stati allestiti, si legge nel documento, a Capaci, Casteldaccia, Santa Flavia, Trabia, Caccamo, Gratteri, Isnello, Alimena, Montemaggiore, Aliminusa, Scafani Bagni, Scillato, Altavilla, Caccamo, Ventimiglia, Baucina, Godrano, Bolognetta, Petralia Sottana, Villabate, Villafrati, Vicari. «I cittadini non troveranno il loro seggio ma dovranno votare in seggi ben più lontani anche rispetto a seggi presenti nei comuni più vicini – si legge ancora – Su tutti i cittadini di Capaci, che anziché andare al gazebo della vicina Isola delle Femmine dovranno andare a Carini. Rispetto alle precedenti primarie in provincia i seggi sono stati ridotti del 50%, in città ancora di più. Tutto questo mortifica la partecipazione democratica». “Crediamo che chi fa politica non deve avere paura della partecipazione, ma anzi deve incentivarla più possibile, anche perché solamente in questo modo si possono scardinare le attuali forza al governo – conclude il documento – Tutto questo è inammissibile, perché il partito doveva fare delle scelte volte a recuperare la credibilità e il consenso nei confronti di elettori e simpatizzanti, invece queste primarie saranno solo una prova di forza che rischia di danneggiare ulteriormente tutti. Pertanto, chiediamo che si consenta alle persone di votare nel loro paese di residenza e a Palermo in ciascun quartiere come si è sempre fatto per le primarie del Pd».

Durissima la reazione degli uomini della relazione Martina. «Un bullismo che andrebbe combattuto con gli strumenti della repressione più che con quelli del dialogo. Queste parole pronunciate dagli uomini di Zingaretti in Sicilia sono di una gravità estrema che nulla hanno a che vedere con i valori del Pd. Se Zingaretti è coerente con le sue stesse affermazioni ne prenda immediatamente la distanze perché l’unità è una pratica e non una parola vuota» ha detto Fabio Teresi, capolista di Martina nel collegio di Palermo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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