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Europee, rivolta contro Micciché Il sindaco Pogliese lascia Forza Italia

Di Mario Barresi |

«Lascio ogni incarico da Forza  Italia, partito in cui, insieme a tanti amici e amministratori   non ci riconosciamo più. Assieme abbiamo assunto il comune   impegno di lavorare per poterci finalmente riappropriare dei   valori della nostra identità e della cultura della destra  politica, che in Forza Italia non hanno più alcuna possibilità  di potersi esprimere».

Lo dice il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, dopo l’ufficializzazione della lista di Forza Italia per le   europee nella circoscrizione Isole. L’ultimo schiaffo è arrivato dalla mancata presenza dell’eurodeputato catanese uscente Giovanni La Via, la cui candidatura era sostenuta da Pogliese «per una doverosa rappresentanza territoriale».

La lista forzista era stata ufficializzata da Gianfranco Miccichè. «Dopo aver parlato con Berlusconi, posso confermare la lista per le Europee di Forza Italia». Così il commissario del partito in Sicilia aveva  presentato i nomi della lista della circoscrizione Isole: Silvio Berlusconi (capolista), Urania Papatheu, Salvatore Cicu, Gabriella Greco, Giuseppe Milazzo, Giorgia Iacolino, Saverio Romano e Dafne Musolino. Sucessivamente a Papatheu è invece subentrata, come seconda in lista dopo il leader, Gabriella Giammanco.

«Sono felice di poter correre alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo al fianco del Presidente Silvio Berlusconi, che ringrazio per la fiducia che ripone nella mia persona», dice la deputata palermitana.Ma il punto è che ha vinto la linea Micccichè, che – sulla composizione delle liste – riceve ufficialmente il sostegno di alcuni esponenti del partito siciliano, fra i quali i deputati Nino Minardo, Nino Germanà e Matilde Siracusano e l’assessore regionale Berardette Grasso.

Ma il primo scossone, prima dell’annunciato addio di Pogliese, arriva dall’ex parlamentare Basilio Catanoso: «Rassegno le mie dimissioni da vice coordinatore regionale e da Forza Italia – dice -. Come avevo già capito a inizio marzo, quando ho comunicato che non vi erano le condizioni per una mia candidatura in Forza Italia alle Europee, oggi ribadisco che quella mia scelta si è rivelata lungimirante”. Per Catanoso Forza Italia “non è più in grado di esprimere una linea politica chiara, sicura, in linea con il mio, il nostro percorso e coerente con la linea politica che contribuì nel 2008 alla costituzione del Pdl, il soggetto nato dalla fusione di Fi, di An e delle altre energie che sognavano una grande forza del centrodestra italiano».

Un tentativo di mediazione arriva dall’assessore regionale Marco Falcone, ora unico catanese “lealista” rispetto alla leadership regionale del partito. Mi rendo conto che in questi ultimi tempi qualcosa non ha funzionato, e serve al partito nuovo slancio, nuovo entusiasmo ed energie capaci di catalizzare professionalità e competenze. Gli elettori, però, ci chiedono anche prova di comunione d’intenti e di una strategia condivisa che faccia guardare a Forza Italia come elemento collante di un centrodestra plurale e arioso. Quella, cioè, che di fatto è stata la grande intuizione del presidente Berlusconi. Noi abbiamo il dovere di costruire questo soggetto politico, interpretando il nuovo sentire comune del Paese, e possiamo farlo solo dall’interno, magari ripartendo da una dialettica sostenuta».

E quindi il passaggio-chiave: «Ecco perché, pur comprendendo l’amarezza del mio amico Salvo Pogliese, punto di riferimento di una significativa area politica, al contempo però dico: sforziamoci di trovare le ragioni dello stare insieme. Per vincere la sfida del rilancio di un centrodestra plurale, ancorato ai territori e ai principi del buongoverno che, a Catania così come a Palermo, stiamo già mettendo in atto. La lista per le Europee, capeggiata da Silvio Berlusconi, rappresenta il giusto equilibrio fra identità, radicamento e qualità».

Ma lo strappo di Pogliese ormai s’è consumato. «La decisione di impedire che il territorio metropolitano di Catania avesse una rappresentanza nella lista di Forza Italia alle Europee, rappresenta l’ennesima conferma dell’inadeguatezza della guida politica del partito in Sicilia», dice il sindaco. «Un’offesa al lavoro di una classe dirigente che a Catania – ha aggiunto Pogliese – ha conquistato le percentuali più alte d’Italia sia alle elezioni politiche del marzo 2018 che alle ultime elezioni comunali, laddove si è attestata al 27% dei consensi, eleggendo al primo turno il sindaco, l’unico di FI in tutta Italia di un comune metropolitano.

Ma è ormai evidente che troppe cose ci dividono da Miccichè e dalle sue estemporanee sortite. Solo per citarne alcune: le incoerenti prese di posizione sull’immigrazione sostenute insieme a Laura Boldrini e a braccetto coi centri sociali; la conduzione di una battaglia di retroguardia a tutela dei vitalizi; l’ostentata insensibilità nel ruolo di presidente dell’Ars per i problemi economico finanziari del comune di Catania, nonostante una trasversale convergenza; per non parlare della sua divisiva candidatura alle regionali del 2012, che causò la sconfitta del centrodestra e la vittoria di Crocetta».

E Pogliese conclude: «Ringrazio Antonio Tajani, Annamaria Bernini e Maurizio Gasparri per il generoso estremo tentativo di fermare la scelta scellerata di escludere Catania dalla lista. Purtroppo, però, devo prendere atto che il partito per cui mi sono sempre coerentemente battuto, anche stavolta in Sicilia ha imboccato la strada dell’autodistruzione, una logica a cui non possiamo ancora sottostare e che ci impone di essere consequenziali e alternativi a un certo modo di intendere la Politica».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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