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Mafia, Salvini a Corleone per Liberazione. Di Maio: «Dia esempio, via le ombre» (e Siri)

Di Redazione |

CORLEONE – La presenza del ministro dell’Interno Matteo Salvini oggi 25 aprile in Sicilia diventa nuova occasione di un nuovo scontro tra le due anime del governo o almeno diventa occasione per l’altro vicepremier Luigi Di Maio di ricordare all’alleato che «puoi anche andare a Corleone a dire che vuoi liberare il Paese dalla mafia, ma per farlo devi evitare che la politica abbia anche solo un’ombra legata a inchieste su corruzione e mafia». Chiaro il riferimento al sottosegretario leghista Armando Siri  coinvolto in un’indagine nata a Palermo per corruzione che parla di mazzette e in odore di mafia nel campo dell’eolico. 

Ma Matteo Salvini per ora non raccoglie il guanto di sfida e si concentra sulla Festa della Liberazione che ha deciso di trascorrere a Corleone, la città di Totò Riina, per dare un segnale contro la mafia e per  il nuovo commissariato del paese. Il ministro dell’Interno è stato accolto nel piazzale dal capo della polizia Franco Gabrielli, dal prefetto di Palermo Antonella De Miro e dal questore di Palermo Renato Cortese. Monsignor Michele Pennisi ha celebrato la benedizione del commissariato.

«Mi piacerebbe che il  25 aprile sia la giornata dell’unione e della pacificazione nel nome dell’Italia che verrà, poi ognuno si tiene proprie idee, distanze, e obiettivi: ho scelto Corleone per dire ai giovani che vince lo Stato».

«Mi  sono impegnato a non rispondere sulle polemiche, sono in modalità zen. La polemica politica la lascio agli altri» ha invece detto in  merito alle dichiarazioni  di Luigi Di Maio, che a margine della cerimonia per il 25 Aprile nella sinagoga romana di via Balbo ha continuato a polemizzare con il capo del Viminale: «Siri si difenderà, sono sicuro che risulterà innocente ma intanto lavoriamo alla questione morale, alla sanzione politica. Altrimenti che senso ha dire che si festeggia a Corleone, dicendo che si vuole eliminare la mafia. La mafia la elimini se tu dai l’esempio». 

Salvini dal canto suo ha detto  di aver parlato con Siri: «Gli ho chiesto sei tranquillo? Mi ha risposto di sì, e allora sono tranquillo pure io – ha affermato il vicepremier -. In un Paese civile se si indaga qualcuno bisogna ascoltarlo un’ora dopo no una settimana dopo. Siri resta dov’é? Ci mancherebbe». 

E poi Salvini è tornato a parlare del 25 aprile e della sua presenza a Corleone: «La scelta di stare qui per la festa della Liberazione è assolutamente in sintonia con chi rischia la vita indossando la divisa per liberare il paese dall’occupazione della mafia. Pensate che stia facendo un picnic qui o una scampagnata? Qualunque cosa avessi fatto io oggi avrebbero fatto polemica».

«Voglio liberare l’Italia da tutti gli estremismi di destra, di sinistra, islamici: da tutti. Gli estremismi non vanno mai bene. Voglio tranquillizzare non torneranno ne comunismo, ne fascismo, ne nazismo» ha aggiunto il ministro rispondendo a un cronista tedesco che gli ha chiesto se ritiene l’Olocausto il più grande crimine: «Ma che domanda è… certo che sì».

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