Province, così i progressisti provano a sfruttare le crepe del centrodestra: la mappa delle candidature
Fra faide locali e tentazioni civiche, il tempo scorre: entro lunedì prossimo la presentazione delle liste
Voto province in Sicilia, generico
Sarà pure vero che queste elezioni provinciali di secondo livello, in fondo, non le vorrebbe fare nessuno. Ma i giorni scorrono inesorabili: il 27 aprile gli amministratori locali siciliani (sindaci e consiglieri) saranno chiamati alle urne per scegliere i Consigli metropolitani di Catania, Messina e Palermo , ma soprattutto - incombenza politicamente più rilevante - i presidenti dei Liberi consorzi di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani, con annessi consigli. E le liste vanno presentate entro le 12 di lunedì prossimo.
Ed è per quest’ultima scadenza che i partiti siciliani - ormai da mesi impegnati in tavoli di coalizione, appelli ai civici e trattative sotterranee (non risultano ancora sedute spiritiche, ma ci manca poco) - hanno davvero poco tempo per decidere.
La "balcanizzazione" delle candidature
In alcuni territori emerge ancora una “balcanizzazione” delle candidature del centrodestra (è di fatto saltato per sfinimento il tavolo regionale: strategie demandate ad accordi su base locale), con evidenti crepe in cui prova infilarsi il fronte progressista, pur professando ufficialmente il ripudio di inciuci con la coalizione avversaria. Nuccio Di Paola è il più esplicito: «Il centrodestra sta implodendo ovunque in Sicilia. Le forze civiche e quelle alternative alla destra uniscano gli sforzi per governare gli enti intermedi lasciati allo sbando dalla destra con infiniti e devastanti commissariamenti». Una chiamata alle armi, quella del referente regionale del M5S, rafforzata da uno scenario che, a pochi giorni dal termine per le candidature, sembra consolidarsi. Di Paola fa il suo “mestiere” di leader progressista, magari consapevole che i numeri per un centrodestra unito sarebbero schiaccianti in tutti i sei Liberi consorzi in palio, senza contraddire, almeno in apparenza, le regole d’ingaggio proposte da Anthony Barbagallo, che alla direzione regionale del Pd ha invocato «scelte chiare, nette e coerenti» per «segnare la differenza» dal centrodestra. Insomma, niente accordi “contro natura”. Nemmeno laddove il sostegno progressista sarebbe decisivo per far vincere sindaci civici.
Agrigento
Il caso più esemplificativo della forza, ma anche delle divisioni, del centrodestra è Agrigento. Qui il fronte progressista unito non è in grado di raccogliere quel centinaio di firme necessarie per lanciare un aspirante presidente. E dunque in lizza restano due sindaci che piacciono all’altra coalizione. Ormai da mesi è in campagna elettorale Stefano Castellino (Palma di Montechiaro), esponente di FdI sostenuto da Dc, Lega, Udc e Noi Moderati.
Ma a contendergli la vittoria c’è il collega di Aragona, Peppe Pendolino, ex di Azione, gradito a Mpa e Forza Italia, ma anche a Italia Viva e a molti progressisti. Il richiamo anti-inciucista di Barbagallo ha tarpato le ali alle trattative che il capogruppo (agrigentino) del Pd all’Ars, Michele Catanzaro, aveva portato avanti per Pendolino. Ma la situazione, dopo «l’appello all’unità» dei partiti che appoggiano Castellino, resta fluida. Fino al punto da far emergere una “maggioranza silenziosa” di sindaci che non vogliono né l’uno né l’altro e che sarebbero pronti a lanciare «un civico autorevole» sfidando i potentati locali dei partiti? La risposta nelle prossime ore.
Caltanissetta
Il Libero consorzio più “contendibile” è Caltanissetta. Dove il centrosinistra punta sul sindaco di Gela, Terenziano Di Stefano (avvistato all’evento di lancio di Grande Sicilia, molto apprezzato da Raffaele Lombardo a cui ha aperto la sua giunta), che mette in crisi il fragile equilibrio della coalizione opposta.
I responsabili regionali di Lega, FdI, Dc e Noi Moderati hanno ufficializzato la candidatura di Massimiliano Conti, sindaco civico di Niscemi apprezzato da Luca Sammartino. Ma Forza Italia, in asse con l’Mpa, s’è sfilata. E il promo cittadino di Agrigento, il forzista Walter Tesauro, resta «più che mai in campo», con il favore di una parte di meloniani. Se alla fine i candidati fossero tre, il risultato della partita di Agrigento sarebbe da 1X2.
Enna
Nemmeno nella piccola Enna si profila un faccia a faccia fra due candidati delle opposte coalizioni. Anche qui il centrodestra è spaccato: quando si pensava che Nino Cammarata, sindaco di Piazza Armerina e segretario provinciale di FdI, avesse la strada spianata (col consenso della Lega), da Nissoria spunta la candidatura del forzista Rosario Colianni, vicino all’eurodeputato Marco Falcone, col placet di Mpa e Dc.
Il centrosinistra, invece, ha trovato la quadra su Piero Capizzi (Calascibetta), indicato dai dem, che potrebbe sfruttare le divisioni altrui, oltre che il consenso dei “senza maglia”.
Ragusa
Il centrodestra regionale, pur con qualche mal di pancia ha ufficializzato la candidatura di Maria Rita Schembari, sindaca di Comiso, legata al capogruppo di FdI all’Ars, Giorgio Assenza, che parte da favorita con l’appoggio di Forza Italia, Lega, Grande Sicilia e della triade civica di Ragusa-Modica-Scicli, capitanata da Peppe Cassì. Non c’è la Dc: Ignazio Abbate (che spingeva sull’acatese Gianfraco Fidone) c’è rimasto molto male.
Il potente deputato regionale, ex sindaco di Modica (che ha perso per strada la sua erede Maria Monisteri) non ha la forza per contrapporsi al resto degli alleati. Ma potrebbe togliersi qualche sfizio. Ci spera, ma non troppo, Roberto Ammatuna, primo cittadino di Pozzallo, scelto come alfiere progressista.
Siracusa
Ancor più intrecciata la situazione a Siracusa. Sfumato, almeno sulla carta, l’accordo civico-trasversale, il candidato più forte resta Michelangelo Giansiracusa (Ferla), calendiano legato al collega del capoluogo, Francesco Italia, col gradimento di Peppe Carta (Mpa) e dell’ex meloniano Carlo Auteri. L’altra parte del centrodestra (sopratutto Noi Moderati, ma formalmente anche FdI e Forza Italia) resta ancorata a Daniele Lentini, sindaco di Francofonte, con qualche resistenza di Lega e soprattutto della Dc.
In questo derby ancora aperto punta a intrufolarsi il terzo incomodo a cui si affiderebbe, al netto di alcune ormai “proibite” simpatie per Giansiracusa, l’asse Pd-M5S-Avs: Giuseppe Stefio, primo cittadino di Carlentini.
Trapani
Definita, infine, nonostante qualche rigurgito di bile e potenziali franchi tiratori, la scelta del centrodestra per il Libero consorzio di Trapani: il candidato teoricamente unitario è il forzista Giovanni Lentini.
Il sindaco di Castelvetrano dovrà vedersela, da strafavorito, con un collega civico individuato dal campo progressista: Salvatore Quinci (Mazara), che proprio stasera ha annunciato la sua candidatura alla presidenza del Libero consorzio comunale di Trapani. «Abbiamo restituito credibilità a Mazara, dimostrando che è possibile governare bene. Ora è il momento di alzare lo sguardo e portare questa esperienza al servizio della nostra provincia», ha affermato Quinci che sarà sostenuto da Pd, M5S e Avs.