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Forza Italia, il disagio di Matilde Siracusano: «Io esclusa dagli eventi. Il partito deve dirsi cosa non va»

La deputata nazionale messinese: «Al segretario Caruso invierò i miei documenti: sono ancora siciliana... Falcone ha ragione: serve fare chiarezza in FI»

Mario Barresi

20 Maggio 2025, 12:54

Forza Italia, il disagio di Matilde Siracusano: «Io esclusa dagli eventi. Il partito deve dirsi cosa non va»

La sottosegretaria Matilde Siracusano, in aula della Camera, durante le Comunicazioni del Governo sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Roma, 14 marzo 2024. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Onorevole Siracusano, giusto per saperlo: lei c'era alle "Idi di Noto"?

«No, non c’ero. Ormai non sono invitata alle iniziative regionali di Forza Italia. Forse ho dimenticato di mandare a Marcello Caruso il mio documento di identità e un piccolo dossier, così avrebbe potuto verificare che Messina è il mio luogo di nascita e che in tutti questi anni ho fatto tantissimo per il mio territorio. Ironia a parte, io continuo a lavorare per la mia terra, e il lavoro paga. Nell’ultimo provvedimento che ho seguito, il decreto Pa, sono riuscita a fare approvare l’emendamento per la stabilizzazione del personale Arpa Sicilia, a far sospendere il pedaggio di Villafranca, e recentemente sul decreto emergenze abbiamo previsto con la Presidenza del Consiglio di estendere il modello Caivano a Palermo e Catania. Poi ci sono i 100 milioni per le baraccopoli di Messina e i 20 per la Zona Falcata con un mio specifico intervento legislativo, la norma per la stabilizzazione degli Asu, e potrei andare avanti. Quindi le assicuro che il presenzialismo è l’ultima delle mie preoccupazioni».

Ci sono due narrazioni di Forza Italia siciliana: una, ufficiale, all’insegna dell’armonia e della fedeltà a Schifani; l’altra, ufficiosa, con mal di pancia e congiure. Qual è quella più vicina alla realtà?

«In Sicilia Forza Italia ha numeri importantissimi e lo dimostrano tutti i recenti appuntamenti elettorali. C’è un apparato solido, una classe dirigente radicata, e questo patrimonio deve essere preservato. In un grande partito è normale e legittimo che possano esserci sensibilità e anime differenti e chi ha la responsabilità di guidarlo deve essere in grado di favorire il confronto e il dibattito costruttivo. Marco Falcone ha chiesto, in modo trasparente, la convocazione della segreteria regionale per discutere apertamente di ciò che funziona e di ciò che invece genera malcontento. E molti in Forza Italia, anche se non lo dicono apertamente, sono d’accordo con lui».

C’è chi pensa che il governatore sia molto più "generoso" con gli alleati che con gli esponenti del vostro partito. Lei, a Messina, ne ha una prova da manuale: De Luca è diventato l'asso pigliatutto dei fondi regionali.

«La cultura di governo impone di amministrare le risorse pubbliche in base ai bisogni reali dei territori, senza guardare al colore politico di chi li guida. Ma, quando si entra nel campo delle scelte politiche e degli equilibri di coalizione, è vero che molti big siciliani di Forza Italia lamentano una certa sproporzione. E uno dei casi più evidenti, in effetti, è quello di Cateno De Luca che è stato fino a pochissimo tempo fa il nostro avversario più feroce. E uso il termine “feroce” per l’aggressività e la violenza verbale che ha utilizzato contro noi di Forza Italia in campagna elettorale: per anni ha ricoperto di pesantissimi insulti il presidente Schifani. Quindi questo slancio di generosità massima è stupefacente per molti. Qualcuno a Messina dice che sembriamo affetti dalla “sindrome di Stoccolma”. In ogni caso mi auguro davvero che De Luca abbia cambiato approccio e che questo porti benefici al territorio. Ma nella mia città siamo comunque all’opposizione dell’amministrazione Basile».

Un altro esempio clamoroso è stato il siluramento di Scurria, sub-commissario al Risanamento di Messina, sostituito da Trovato, ritenuto vicino a Sud chiama Nord. A che gioco sta giocando Schifani?

«È stata una scelta totalmente sbagliata. L’ho detto subito, lo ripeto ora: togliere Scurria è stato un errore gravissimo. Ed era infatti prevedibile quanto sta accadendo : da quando è stato rimosso, il risanamento è completamente fermo. In tre mesi non è stato fatto praticamente nulla. Anzi addirittura è stata eliminata la priorità dei fragili. La verità è che Scurria su questi temi era un fuoriclasse. Conosceva il territorio, le dinamiche, le famiglie, le carte. Aveva costruito un modello che stava funzionando: avevamo finalmente dato un’accelerazione a una vicenda vergognosa che dura da un secolo. Ora tutto bloccato. E non è solo una scelta sbagliata sul piano amministrativo, è anche impopolare. A Messina si è sollevata un’ondata di indignazione trasversale. Perché togliere chi stava davvero risolvendo un problema storico, è qualcosa che la gente non capisce. E ha ragione».

Pensa che il suo essere una voce critica, nel finto unanimismo forzista, le crei danni? Al recente meeting sulla riforma della Giustizia a Palermo, il suo nome è stato “sbianchettato” dal programma, nonostante sia l'unica componente siciliana del governo…

«Sono l’unico esponente siciliano di Forza Italia al governo e mi occupo da sempre di giustizia, parlandone spessissimo anche nelle reti nazionali per rappresentare la linea del partito. L’ostracismo nei convegni non credo rappresenti un danno, certamente non cambia il mio modo di dire o fare le cose. Ho 40 anni e svolgo questa attività perché intendo perseguire degli ideali e nutro un profondo rispetto per le istituzioni. Quindi questa vicenda lascia il tempo che trova…».

La linea dei figli di Berlusconi sembra orientata a un “new deal” di Forza Italia. Quanto compatibile con le leadership nazionale e siciliana del partito?

«Forza Italia, con la guida di Tajani, sta continuando il percorso ventennale tracciato dal presidente Berlusconi. Siamo il partito delle libertà, delle imprese, della crescita, ma siamo anche coloro che guardano con attenzione e allo stesso tempo ai bisogni dei giovani e dei pensionati. Siamo un partito grande e con tante ambizioni e quindi aperto alle novità positive che potranno aiutare e arricchire la nostra comunità politica».