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Aborto, un cartello di associazioni dice no al testo di legge dell'Ars che permette l'assunzione di medici non obiettori di coscienza

La norma, secondo i firmatari di un documento, è inaccettabile per diverse ragioni

Redazione La Sicilia

21 Maggio 2025, 23:24

96-ginecologia

Un cartello di associazioni ha deciso da alzare la voce contro il testo di legge ARS che permette assunzione di medici non obiettori di coscienza per l'aborto. A protestare sono i responsabili regionali delle associazioni Alleanza Cattolica, Centro Studi Rosario Livatino, Ditelo Sui Tetti - Pubblica Agenda Sussidiaria e Condivisa, FederVita Sicilia, Fondazione Siloe, Forum delle Associazioni Familiari, Istituto Per la Famiglia Outside - ODV, Milizia dell’Immacolata di Sicilia, Società Domani, Unione Giuristi Cattolici Italiani.

«È da condannare fermamente - è scritto in una nota firmata dalle suddette associazioni - il testo di legge in fase di approvazione presso l’Assemblea Regionale Siciliana, nella parte che prevede la realizzazione di aree ospedaliere dedicate alla pratica dell’interruzione volontaria di gravidanza e l’assunzione di personale medico dichiaratamente non obiettore di coscienza».

«Tale norma risulta inaccettabile per molteplici motivi - spiegano le associazioni - . Innanzitutto, imponendo una discriminazione nei confronti del personale sanitario obiettore, comprime gravemente la libertà di pensiero e di coscienza tutelata dalla Costituzione, entrando in conflitto con i principi sanciti dalla giurisprudenza consolidata, sia di merito che costituzionale. Inoltre, introdurrebbe corsie preferenziali nei concorsi pubblici non basate sul merito professionale, bensì su un criterio puramente ideologico, ossia l’adesione o meno all’obiezione di coscienza».

«L'altro elemento da non trascurare - continua il comunicato - è che anche in Sicilia si registra un drammatico calo delle nascite: nel solo anno 2024 si è verificata una diminuzione del 5,3% rispetto all’anno precedente. A questo dato si somma l’elevato tasso di emigrazione, soprattutto giovanile, che contribuisce all’invecchiamento della popolazione, con gravi ripercussioni di tipo sociale ed economico se non si interverrà con politiche strutturali. In questo contesto, sarebbe auspicabile che le istituzioni regionali destinassero risorse economiche e sforzi programmatici per promuovere la natalità, rimuovendo, come peraltro previsto anche dalla legge 194/78, gli ostacoli economici e sociali che rappresentano ancora oggi la principale causa dell’interruzione volontaria di gravidanza».

Secondo le associazioni, «invece di pensare alla creazione di spazi dedicati esclusivamente all’aborto, è prioritario potenziare i consultori familiari, che in Sicilia soffrono di gravi carenze strutturali e di personale, favorendone l’integrazione nelle Case della Comunità di prossima istituzione. Si punti ad istituire, anche negli ospedali, sportelli informativi e di ascolto, affinché ogni donna sia resa consapevole dei numerosi strumenti legislativi che oggi permettono di portare a termine la gravidanza, anche in anonimato, qualora lo desideri».

«Per tutte queste ragioni, e preannunciando ogni azione utile e necessaria per contrastare l’approvazione di una norma che riteniamo profondamente ingiusta e incostituzionale - concludono i firmatari dell'appello - chiediamo con forza che il legislatore regionale faccia un passo indietro e scelga di impegnarsi concretamente per promuovere e sostenere la natalità, invece di ostacolarla».