Alle Province i 350 milioni di euro per le strade provinciali tagliati dal Milleproroghe
Il ministro Salvini ha precisato che c'è «piena disponibilità» a ripristinare le vecchie risorse per le Province per l’anno 2025 in fase di conversione del decreto infrastrutture
Strada provinciale
Ritornano alle Province i 350 milioni di fondi tagliati dal Decreto milleproroghe per la manutenzione delle strade provinciali.
Dopo la riunione al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, presieduta dal ministro e vicepremier Matteo Salvini, con Mef, Upi e Anci, il Mit ha precisato che c'è «piena disponibilità» a ripristinare le vecchie risorse per le Province per l’anno 2025 in fase di conversione del decreto infrastrutture. Ma ha avvertito che gli enti locali «dovranno rispettare scadenze tassative» per dimostrare l’effettiva capacità di spesa ed «evitare che le risorse vadano perdute».
Esprime soddisfazione l’Unione delle Province d’Italia. «La riunione al Mit con il ministro Salvini è stata positiva. Un confronto molto tecnico, in cui ci siamo potuti chiarire con le strutture del Mit e del Mef, nel quale si è stabilito che nella conversione in legge del decreto infrastrutture saranno restituite alle Province i 350 milioni di risorse per il 2025 e 2026 tagliati dal Decreto milleproroghe», ha spiegato il Presidente di Upi, Pasquale Gandolfi, al termine dell’incontro.
E proprio sulla spesa Gandolfi ha rassicurato. «Come Upi abbiamo confermato l’impegno delle Province, dimostrato fin ora dai dati che abbiamo raccolto nel nostro monitoraggio, a utilizzare a pieno le risorse assegnate», ha sottolineato. Secondo il monitoraggio, realizzato dal 2018 al 2024, le Province «hanno impegnato il 93% delle risorse assegnate e ne hanno speso l’84%», ha specificato Gandolfi. «Ma siamo pronti a verificare insieme al ministero qualunque procedura che possa servire a migliorare le performance e a rendere sempre più efficiente la spesa», ha aggiunto. L’obiettivo che abbiamo in comune, Province e Governo, è di assicurare ai cittadini strade sicure, una viabilità efficiente e il pieno rispetto del diritto alla mobilità», ha concluso il presidente dell’Upi.