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Cimici sull’auto blu del presidente dell’Ars Galvagno. «Siamo in ritardo, ho i lampeggianti accesi»

L’Audi non era solo un taxi per passaggi ad amici, parenti e colleghi. Serviva anche per ritirare fiori e cocktail

Laura Distefano

01 Agosto 2025, 09:34

Galvagno

Il passo falso di Gaetano Galvagno è stato uno. Quello di far usare in solitaria a collaboratrici e familiari l’Audi A6 che gli è stata assegnata per il suo ruolo di presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana. Un atto di ingenuità che potrebbe costargli caro. In molti sono convinti infatti che, se per le accuse di corruzione i margini di difesa sono abbastanza ampi, sulla contestazione di peculato d’uso dell’auto blu invece sono molto più ridotti. Ed è su questa ipotesi di reato che più di tutti Galvagno rischia il processo.
Tra i passeggeri non autorizzati, secondo la procura di Palermo, c’era pure la “califfa” Sabrina De Capitani. L’11 settembre dello scorso anno, l’autista Roberto Marino ha accompagnato Galvagno all’Ars. A bordo però è rimasta la portavoce che deve essere scortata a casa. Ma nel tragitto è stata effettuata una sosta. È una delle 60 contestate dai pm. Le microspie hanno registrato una conversazione fra la comunicatrice e lo chauffeur. I due hanno discusso del ritiro in un noto supermercato di una forma di ricotta salata «sottovuoto» che «Galvagno» dovrebbe regalare a un misterioso «uomo 15». De Capitani da brava tuttofare ha chiamato il negozio per farsi mettere da parte il prezioso formaggio, che poi è stato puntualmente preso da Marino, che all’occorrenza si è trasformato in un moderno rider delle consegne. Come qualche giorno dopo. Il presidente Galvagno - il 18 settembre 2024 - ha contattato Marino chiedendogli di comprare e portargli una «bottiglia di Aperol e due di Prosecco». Ai cocktail vanno aggiunte le richieste di kebab e di sushi. Marino è stato per Galvagno un po’ come Ambrogio per la donna in giallo nella famosa pubblicità dei cioccolatini di qualche anno fa.

Da Palermo, a Catania, ma anche Letojanni fino a San Cataldo, nel nisseno. Di giorno, ma anche di notte. L’auto blu è stata utilizzata in lungo e in largo, e a qualsiasi ora. Come taxi, o come un moderno servizio a domicilio.

L’autista Marino è diventato anche un confidente. Come quando la sorella del presidente dell’Ars gli ha spiegato le ragioni per il ritiro di un dono floreale. Durante il viaggio da Paternò a Catania infatti ha spiegato: «Dobbiamo ritirare dei mazzi di fiori da parte di Gaetano. Li dobbiamo portare a Catania. Ora ci andiamo io e tu. Un secondo li dobbiamo portare». I fiori - conservati sul cofano nonostante le rimostranze dell’autista- sono arrivati al destinatario a maggio dello scorso anno: sarebbero stati una sorta di ringraziamento a dei camici bianchi. Nel tragitto l’autista ha commentato il comportamento di una donna che avrebbe abusato nelle richieste a Marino per ottenere dei passaggi con l’auto di servizio per motivi privati. Ma Giorgia Galvagno ha risposto in modo quasi inequivocabile per i pm: «Lei non fa niente senza che Gaetano lo sappia».

Ma il tour a Catania della sorella del presidente dell’Ars non è terminato. C’era un’altra commissione da fare. E sempre gastronomica. E infatti Marino ha accompagnato la donna in via Santa Maria delle Salette per ritirare dei pomodorino «sempre - annotano i finanzieri - per conto del fratello». Ma questo fuori programma ha causato un ritardo quindi Marino ha suggerito di percorrere le «corsie preferenziali». Un altro abuso per gli investigatori, a cui si deve aggiungere anche il fatto che «per arrivare prima possibile, perché in ritardo, Marino percorre sia la strada interna del porto di Catania (vietata ai mezzi non autorizzati, ndr) che via IV Aprile con i dispositivi acustici in emergenza accesi». L’autista mentre è al volante è intercettato mentre ha spiegato alla passeggera: «Siamo in ritardo, ho il lampeggiante acceso». In meno di mezz’ora infatti sono arrivati in via Sant’Euplio a Catania. Ma prima sono passati a prendere Galvagno.