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Solo medici non obiettori ammessi ai concorsi, il Governo impugna la legge della Regione

Esultano i deputati di Fratelli d'Italia. Il Pd: «Attacco ai diritti delle donne»

Redazione La Sicilia

05 Agosto 2025, 18:29

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Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge 23 del 5/06/2025 della Regione Siciliana relativa all'assunzione di medici non obiettori. Lo hanno comunicano i deputati di Fdi Russo e Varchi che commentano: «Violava la Costituzione, non si può negare agli obiettori di partecipare ai concorsi».

«L'obiezione di coscienza rappresenta l'espressione più autentica della libertà personale, religiosa, morale e intellettuale. Per tale motivo apprendiamo favorevolmente l’impugnativa da parte del consiglio dei Ministri della legge che prevedeva l’assunzione negli ospedali pubblici di medici e altro personale non obiettore di coscienza», spiegano.
«La legge violava l’articolo 117 della Costituzione, che garantisce i principi di uguaglianza, di diritto di obiezione di coscienza, di parità di accesso agli uffici pubblici e in tema di pubblico concorso. La legge 194 del '78 - aggiungono Russo e Varchi - garantisce appieno tutti i diritti in campo ed in Sicilia non vi è alcun problema legato alla sua concreta applicazione. La legge impugnata da Roma, pertanto, aveva un carattere strumentale».

«Noi non siamo contro l’obiezione di coscienza che non è solo una questione di principio ma anche uno strumento concreto di tutela della dignità umana, della pluralità delle coscienze e della convivenza democratica, ma - concludono Russo e Varchi - va garantita a tutti la possibilità di partecipare ad un concorso pubblico».

Ira del Pd

«Lo Stato ha deciso di impugnare una norma di civiltà. Una legge che non limita nessuno, ma garantisce ciò che già dovrebbe essere garantito per legge: il diritto delle donne a scegliere, e a farlo nei tempi e nei modi previsti dalla legge 194. Non un privilegio, ma un diritto. E io dico con forza: non arretreremo di un passo”. Così Dario Safina, deputato del Pd all’Ars commentando la decisione del Consiglio dei ministri di impugnare il provvedimento regionale che introduce l’obbligo di assunzione di personale medico non obiettore nelle strutture sanitarie pubbliche dell’isola. «La legge -precisa Safina- non penalizza né discrimina i medici obiettori ma mira semplicemente a garantire un servizio essenziale garantito dai Lea. È una risposta doverosa a un’emergenza che da troppo tempo si consuma nel silenzio: in molte strutture della nostra regione, l’obiezione di coscienza ha superato l’80%, rendendo l'accesso all’interruzione volontaria di gravidanza di fatto impraticabile. Questo è inaccettabile in uno Stato di diritto». «La Sicilia - conclude - ha fatto ciò che lo Stato ha sempre evitato: ha guardato in faccia la realtà, ha riconosciuto un problema strutturale e ha tentato di risolverlo. È un atto di responsabilità politica e istituzionale. Chi lo impugna, oggi, si assume la responsabilità di alimentare l’ingiustizia e di compromettere il diritto alla salute e alla dignità delle donne. A questo punto che si commissari la Regione Siciliana sulla garanzia di attuazione della 194. Noi non torneremo indietro».