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Sicilia da "cancellare", Cuffaro (e non solo) insorge contro Calenda: «Vada a leggere Sciascia»

Già ieri la polemica tra il leader di Azione e il presidente della Regione Sicilia Schifani che, a San Benedetto del Tronto, aveva lasciato la convention Azzurra Libertà

Redazione La Sicilia

14 Settembre 2025, 14:30

da sinistra Calenda, Cuffaro

da sinistra Calenda, Cuffaro

Carlo Calenda non ha fatto infuriare soltanto il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani ieri a San Benedetto del Tronto sull'opportunità, a dire del leader di Azione, di abolire il voto segreto.

Altri esponenti politici oggi replicano a Calenda.

«So che potrebbe risentirsi, ma con educazione suggerirei a Calenda di emendare il suo saccente eloquio sulla Sicilia e sui siciliani ricorrendo ad una meditata lettura dell’immaginario dialogo tra Garibaldi e Ippolito Nievo consegnatoci del genio letterario e umano di Leonardo Sciascia ne "Il quarantotto", uno dei quattro racconti contenuti nell’opera "Gli zii di Sicilia"», dice Totò Cuffaro, segretario nazionale della DC dopo le polemiche per le dichiarazioni del leader di Azione.

«Gli servirà - aggiunge - a recuperare la saggezza necessaria a comprendere che il popolo siciliano "ha bisogno di essere conosciuto e amato in ciò che tace, nelle parole che nutre nel cuore e non dice". E, in più, un piccolo segreto: la saggezza non si compra in Parlamento, per di più ricorrendo a dileggianti e gratuite semplificazioni nei confronti di una terra che gli ha permesso di diventare senatore della Repubblica, della cui complessità e ricchezza dovrebbe imparare a farsi carico in termini di conoscenza e di azione politica (più che di Azione). Ma forse è chiedergli troppo, come bene ha fatto comprendere a chi non se ne fosse accorto il risoluto atteggiamento tenuto dal Presidente Schifani, al quale credo i siciliani debbano essere grati al di là di ogni appartenenza o simpatia politica», conclude.

Calenda non ha tardato a rispondere: «L'unica cosa che Cuffaro ha fatto verso il popolo siciliano è sfruttarlo e nonostante la condanna per favoreggiamento non ha ancora il pudore di tacere e ritirarsi a vita privata. È l’esempio di questa classe di parassiti che distrugge la Sicilia e affama i siciliani. Del resto, come diceva Giovanni Falcone: "Dove comanda la Mafia, i posti nelle Istituzioni vengono tendenzialmente affidati a dei cretini"».

Anche l'assessore all’Istruzione e formazione professionale della Regione Siciliana, Mimmo Turano non le manda a dire dopo le polemiche sollevate dal leader di Azione. «Per Carlo Calenda i politici siciliani sono incapaci, assenti e non fanno nulla. Quindi parla di sé stesso visto che in Sicilia non è tornato nemmeno per una granita, dopo essere stato eletto alle politiche del 2022 nella circoscrizione Sicilia Occidentale. Calenda sii sequenziale: dimettiti. Lascia il seggio al Senato a un siciliano, che almeno conosce la strada per arrivare in Sicilia».

«Le dichiarazioni di Carlo Calenda sono gravi e inaccettabili. Dire che la Sicilia è da "cancellare" non è una battuta, ma un’offesa a milioni di cittadini che ogni giorno affrontano con dignità le difficoltà di questa terra e lottano per costruire un futuro migliore. Come movimento politico che nasce e cresce nel Sud, sentiamo il dovere di difendere la Sicilia e i siciliani da chi pensa di liquidare i nostri problemi con frasi denigratorie e superficiali. La Sicilia non si cancella: la Sicilia resiste, lavora, produce ed è un patrimonio culturale, economico e umano che appartiene all’Italia intera. Al presidente Schifani, che ha scelto con fermezza di abbandonare la convention di Forza Italia dopo le parole di Calenda, va la nostra solidarietà istituzionale. In questo momento serve unità, perché non possiamo permettere che l’immagine e l’onore della nostra Isola vengano infangati per calcoli politici o per provocazioni fuori luogo», aggiunge Danilo Lo Giudice coordinatore regionale Sud chiama Nord.