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Lega e M5s si dividono sulla Tav al Senato, maggioranza in bilico e governo a rischio

Di Alfredo Zermo |

ROMA – Era riuscito a salvarsi in corner l’altro ieri in occasione dell’approvazione del decreto sicurezza bis, ma il governo gialloverde rischia seriamente di saltare oggi sulla Tav Torino Lione, opera tanto cara alla Lega e tante altre forze del Paese  ma osteggiata dai M5s con in testa il ministro dell Infrastrutture Danilo Toninelli. E questa mozione l’Aula del Senato ha approvato le quattro mozioni a favore della Tav Torino-Lione, votate anche dalla Lega, e respinto quella contraria presentata dal MoVimento 5 Stelle. Il Senato ha quindi detto sì alla Tav facendo esplodere in un sol colpo tutte le tensioni accumulate tra Lega e M5s. 

Dopo il voto i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno lasciato l’aula separatamente, con quest’ultimo chiramento teso in volto. «Non commento. Dopo, dopo» ha detto il leader grillino uscendo. 

«La giornata di oggi è un po’ surreale, possiamo capire le posizioni storiche e identitarie del M5S, ma se fate parte del Governo e il presidente del Consiglio ha detto che l’opera va fatta dovete essere a favore della Tav, non ci sono alternative, è anche una questione di credibilità complessiva per l’esecutivo», ha detto nel corso delle dichiarazioni di voto il capogruppo leghista Massimiliano Romeo, rivolgendosi agli alleati pentastellati.

Ma «avere due forze di maggioranza che votano diversamente pone una questione politica», ha aggiunto Romeo, che poi ha affondato il colpo: «Chi vota no alla Tav si prenderà la responsabilità politica delle scelte che saranno prese nei prossimi mesi. Non possiamo più accettare il blocco di alcune opere fondamentali, dell’autonomia, della riforma della giustizia, del taglio delle tasse».

«A chi dice che questa giornata è surreale rispondo che l’unica cosa surreale è dimenticare che questa è una repubblica parlamentare e non un premierato, si fa un dibattito politico tra due forze politiche che sostengono il governo, senza per questo mettere in mezzo il governo», ha diplomaticamente  replicato il capogruppo del M5S Stefano Patuanelli, che sull’opera ha aggiunto: «Si parla di 11 miliardi di euro per la tratta internazionale, ma non si sa quanto si spenderà veramente. La Lega vuole regalare soldi a Macron?».

Ma è la base grillina a far capire che quello di oggi potrebbere il punto di rottura. «La Lega ha violato platealmente il contratto di governo. Vi prego: tutti a casa e cerchiamo di recuperare il nostro meraviglioso progetto così com’era concepito» ha scritto sui social Francesca Frediani, grillina della Val di Susa e consigliere regionale M5S in Piemonte.

Questa mattina in aula la spaccatura nella maggioranza era emersa già quando il governo aveva espresso i pareri sulle mozioni, con il viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia che aveva laconicamente affermato: “La posizione della Lega è nota da tempo, invitiamo a votare a favore della Tav e contro chi blocca il Paese”. Subito dopo Vincenzo Santangelo, sottosegretario M5S ai Rapporti con il Parlamento aveva puntualizzato: “Non intervengo a titolo personale, ma a nome del Governo, e il Governo si rimette al parere di quest’Assemblea”.

Una spaccatura poi evidenziata dal voto alle mozioni con la Lega che ha votato a favore di tutte quello pro Tav e contro quella del M5s. Le divergenze hanno dato fiato alle opposizioni che ora incalzano il premier Conte. «La seduta del Senato ha dimostrato in maniera assolutamente evidente che il governo non ha più una maggioranza. Il presidente Conte si rechi immediatamente al Quirinale dal presidente Mattarella per riferire della situazione di crisi che si è creata. L’Italia ha bisogno di lavoro, sviluppo, investimenti e ha bisogno di un governo che si dedichi a questo e non ai giochi estivi di Salvini e Di Maio contro gli italiani», ha detto  il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti.

«Al Senato, nel dibattito su mozioni sul Tav, dai banchi del governo per i pareri, per la prima volta nella storia si alzano due sottosegretari, uno per il Sì Tav, uno per il No Tav (che si rimette all’Aula). Ci vuol altro per sancire che la maggioranza non c’è più?» ha invece affermato Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia.

L’Aula del Senato intanto è andata in ferie (tornerà a riunirsi il 10 settembre), ma già oggi pomeriggio sono state convocate diverse riunioni nel M5s. E la crisi di governo a questo punto diventa più che un’opzione.

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