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Governo, con la ripresa del dialogo M5s-Pd si compone il “puzzle” dei ministri: ma c’è un no a Di Maio vicepremier

Di Gianfranco D’Anna |

ROMA – Doglie ancora in corso. Parto travagliato quello del governo giallorosso. Dopo lo stallo di ieri sera e questa mattina, nel primo pomeriggio il M5s e il Pd sono tornati a dialogare. Alle 18 è cominciato un incontro tra la delegazione del Pd e quella del M5S. Per il Partito Democratico sono presenti i capogruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, la vicesegretaria del Pd, Paola De Micheli, il coordinatore della segretaria del Pd, Andrea Martella, per il M5S, i capigruppo Stefano Patuanelli, Francesco D’Uva. 

Ufficialmente si tratta di un incontro sui punti programmatici, per limare soprattutto le divergenze emerse ieri sulla manovra finanziaria. Ma è forse sui dicasteri che si accenderà il dibattito. Mentre sembra ormai quasi scontato che nascerà un Conte bis, sui ministri le due parti sembrano avere posizioni ancora distanti. Il Pd conferma che il segretario Nicola Zingaretti non avrà un ruolo nel nuovo esecutivo, mentre dalle indiscrezioni filtrate sembra che Di Maio voglia tenere il ruolo di vicepremier, circostanza non proprio gradita ai Dem.  «Lo schema che prevede Di Maio vicepremier non è possibile», ha detto il capogruppo del Pd in Senato, Andrea Marcucci, il quale però ha ribadito che il Pd non pone veti su Di Maio ministro.  

Appare quandi quasi certo che il capo politico del M5s avrà un ruolo nel governo mentre sono in bilico diversi ministri pentastellati:  Giovanni Tria, Moavero Milanesi, Elisabetta Trenta, Sergio Costa Alfonso Bonafede e Giulia Grillo. Già considerati fuori invece Danilo Toninelli, Barbara Lezzi e Alberto Bonisoli.

Fra le new entry i grillini propongono Vincenzo Spadafora (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio o Ministro delle Pari opportunità) Stefano Patuanelli (Infrastrutture) e Giorgio Trizzino (Salute).

Da manuale Cencelli la squadra Pd: per i ruolo di vice Premier sono in competizione Andrea Orlando e Dario Franceschini. Quest’ultimo è candidato anche al Viminale. Per il Ministero dell’Interno si fa inoltre il nome di Marco Minniti. Per gli Esteri si potrebbe prospettare il ritorno di Paolo Gentiloni. Numerose le new entry fra le candidature dem:  Antonio Misiani, Paola De Micheli, Tommaso Nannicini, Roberto Morassut, Ettore Rosato Andrea Marcucci, Lorenzo Guerini ed Emanuele Fiano. Mentre per via Arenula si fa il nome di Piero Grasso, in quota Liberi e Uguali. Il nome che gira per il ruolo di commissario Ue è quello dell’esponente dem Roberto Gualtieri.

Cruciali le scelte per l’Economia fra Tria, Misiani e Pier Carlo Padoan, per l’Interno e per lo sviluppo economico fra De Micheli e Nannicini.

Il puzzle giallo-rosso è appena all’inizio e alla fine il parto potrebbe risolversi con un taglio cesareo al Quirinale. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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