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Il Capodanno a Palermo in bilico? Lagalla rassicura: "Si farà"
Dopo i tagli regionali, Palermo pagherà il Capodanno e le feste natalizie con la tassa di soggiorno; esclusi i fondi per Targa Florio, rally, Coppa degli Assi e il film su Biagio Conte.
Vorrà dire che si metterà mano al portafogli, e non solo per il Capodanno, ma per l’intero calendario di manifestazioni natalizie, tra centro e quartieri. Fra i tratti di penna eccellenti per il capoluogo, alla voce esclusioni dalla manovra quater della Regione, c’è, infatti, il Capodanno in piazza.
Palermo si lecca le ferite con Messina, altro capoluogo cui è stato negato il contributo, con la bocciatura della norma che prevedeva lo stanziamento di un paio di milioni di euro. Anzi no, il Comune non tradisce disappunto e va avanti con risorse proprie: «Il Capodanno si farà e sarà all’altezza dei precedenti - la risposta dell’amministrazione - perché la programmazione non dipende certo dai fondi extracomunali». Non è un mistero per nessuno, infatti, che il sindaco Roberto Lagalla tenga a non limitare la festa collettiva alla posa dell’eco-albero davanti al Politeama: già per la prossima settimana è annunciata una riunione per definire il calendario, che al Comune si immagina dovrebbe costare, complessivamente una cifra vicina a quella degli anni scorsi, quindi intorno ai 600-700 mila euro. Per sostenere l’impegno finanziario, si attingerà agli utili della tassa di soggiorno secondo le sue naturali destinazioni. Utili che gli ultimi report dell’area Tributi hanno dato in forte ascesa: 2,8 milioni di euro.
Le altre esclusioni eccellenti della finanziaria sul capoluogo: i 300 mila euro per l’organizzazione della Targa Florio, più 200 mila per l’allestimento di gare rallistiche da parte dell’Aci; i 100 mila euro della Coppa degli Assi, che il presidente Renato Schifani soltanto il 25 settembre aveva definito, in occasione della quarantesima edizione del concorso internazionale di equitazione, «momento di grande orgoglio per la nostra Regione».
E il film su Biagio Conte, con una norma del valore di 1,2 milioni di euro che avrebbe permesso il movimento delle graduatorie e la cui bocciatura ha provocato la sorpresa dello stesso presidente, che ha deciso di “scusarsi” direttamente con il direttore della Missione Speranza e carità, don Pino Vitrano.