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proposta della dc

Etna, presentata all'Ars una legge per alzare il limite del Parco a 1.100 metri

Due deputati regionali della Democrazia cristiana Giuffrida e Pace propongono di «alleggerire i vincoli per lo sviluppo socioeconomico»

Gaetano Guidotto

22 Ottobre 2025, 14:13

Etna, presentato all'Ars una legge per alzare il limite del Parco a 1.100 metri

Un dibattito decennale sulla gestione e sui confini del Parco dell’Etna, istituito con decreto il 17 marzo 1987, si riaccende a Palermo. I deputati regionali Salvo Giuffrida e Carmelo Pace, entrambi della Democrazia Cristiana, hanno presentato all’Ars un disegno di legge che propone una radicale riperimetrazione del Parco, individuando il nuovo confine esterno a una quota altimetrica di 1.100 metri sul livello del mare, rispetto agli attuali 600/800 circa.

Nella relazione che accompagna il disegno di legge, i proponenti dipingono un quadro allarmante: «dopo oltre trent’anni dall’istituzione del Parco, il territorio etneo non solo non ha visto lo sviluppo sperato, ma ha subito un’involuzione economica e demografica». Vengono evidenziati dati che descrivono un tessuto sociale impoverito, con la disoccupazione giovanile che supererebbe il 50%, un settore agricolo in crisi profonda e un’industria turistica praticamente inesistente.

Ma non solo. I deputati denunciano l’impossibilità per i residenti di svolgere attività tradizionali, come l’agricoltura, a causa di vincoli burocratici stringenti che rendono proibitiva la realizzazione di strutture essenziali, come magazzini e strade. A peggiorare il quadro, la denuncia di un’edilizia bloccata, con quasi 20mila progetti in attesa di autorizzazione, e la proliferazione di discariche abusive, che deturpano il paesaggio di un’area riconosciuta Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Il disegno di legge, nel suo nucleo centrale, interviene direttamente sui confini del parco, che attualmente includono circa 59mila ettari. La proposta è quella di ridimensionare l’area protetta, ridefinendone il perimetro sulla base di una soglia altimetrica certa e misurabile: quella dei 1.100 metri. Le aree che verrebbero escluse dal Parco sarebbero riaffidate alla gestione dei rispettivi Comuni come Aree di promozione turistica.

«Questo passaggio - si riassume dal ddl - comporterebbe un significativo alleggerimento dei vincoli ambientali, permettendo ai Comuni di riappropriarsi del territorio e di promuovere lo sviluppo economico». «Una mission del Parco - afferma Giuffrida - oltre alla tutela dell’ambiente, era quella dello sviluppo socio economico. Che sia accaduto il contrario è evidente. Aree che avrebbero potuto essere il volano dello sviluppo agricolo, turistico ed ambientale sono abbandonate. Purtroppo dobbiamo prendere atto del fallimento del Parco dell’Etna, oggi privo di programmazione. Urge quindi cambiare orientamento».