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Centrosinistra

Il campo largo in Sicilia resta fuori campo: rinviato il "ritiro spirituale" di coalizione ma colombe del Pd restano in azione

A Enna il M5S convoca una riunione operativa per definire strategie per il biennio elettorale; nel Pd siciliano emergono tensioni e ricorsi, mentre La Vardera amplia il suo ruolo.

Salvo Catalano

26 Ottobre 2025, 15:38

da sinistra Anthony Barbagallo, Nuccio Di Paola

da sinistra Anthony Barbagallo, Nuccio Di Paola

Il campo largo siciliano rinvia il momento del faccia a faccia generale. Oggi a Enna si riunisce soltanto il Movimento 5 Stelle. Nessun ritiro spirituale, come qualcuno aveva ribattezzato l'idea di una due giorni di tutto il centrosinistra. Per i pentastellati è «una riunione operativa», perché il tempo stringe e il biennio elettorale alle porte (2026 Amministrative e 2027 Regionali) impone delle scelte.

Ci saranno i deputati regionali, sindaci, amministratori, l’europarlamentare Giuseppe Antoci e rappresentanti dei 40 gruppi territoriali sparsi per l’isola.

«Ci daremo delle linee guida interne in modo da avere un pieno mandato per parlare con gli alleati», spiega Nuccio Di Paola, coordinatore regionale e regista delle interlocuzioni. «Il ritiro spirituale con gli alleati del centrosinistra? Non è annullato, solo rimandato di qualche settimana. A novembre contiamo di sederci tutti attorno a un tavolo».

Una prima data utile potrebbe essere…già il weekend dell'8 e 9 novembre.

Ma qualcuno - dalle parti del Pd - preferirebbe aspettare l'esito delle elezioni in Campania e Puglia a fine novembre. Sperando di cavalcare l'entusiasmo per una doppia vittoria del centrosinistra. O forse, più pragmaticamente, spostare più avanti il faccia a faccia con gli alleati può servire al Pd siciliano per provare a sedersi a quel tavolo con un’unica voce. Uno scenario che oggi sembra utopistico. La spaccatura nata all'indomani dell'elezione del segretario regionale Anthony Barbagallo con buona parte del gruppo all'Ars rimane profonda. I ricorsi degli oppositori sono stati dichiarati inammissibili dalla commissione regionale di garanzia, accusata però di non essere super partes. Così negli ultimi giorni la palla dei ricorsi è finita alla commissione nazionale di garanzia del partito, che dovrebbe entrare nel merito delle presunte irregolarità sia nella stesura del regolamento sia nella fase della votazione. Ma, in parallelo alla burocrazia, sembra muoversi anche la diplomazia. Con ambasciate da parte di quelle che sono considerate le colombe dei due gruppi - in primis Giovanni Panepinto e Giuseppe Lupo - per arrivare a una tregua.

Se da una parte gli oppositori chiedono un nuovo congresso e la destituzione di Barbagallo, dall'altro il segretario potrebbe aprire alla creazione di un direttorio, dove sarebbero rappresentate le varie anime del partito in sostituzione dell'attuale segreteria, che lo affianchi almeno fino alle prossime elezioni. Mancano ormai pochi mesi alle Amministrative del 2026, nelle quali saranno chiamati al voto due capoluoghi, Enna e Agrigento, e importanti città come Misterbianco, Termini Imerese, Barcellona Pozzo di Gotto, Caltagirone, Augusta. «C'è da lavorare per rompere il fronte del centrodestra, altrimenti rischiamo un cappotto», si lamenta uno dei dirigenti dem.

Nel gruppo all'Ars ci si aspetta che dopo le Regionali in Campania e Puglia il partito nazionale prenda in mano il caso Sicilia. E in questa maggiore attenzione da Roma si inserirebbero due visite di peso della prossima settimana: Antonio De Caro mercoledì sarà a Siracusa, dove si sta consumando un'altra battaglia della guerra interna al Pd siciliano, tra il deputato regionale Tiziano Spada (che modererà l'evento) e il segretario provinciale Piergiorgio Giarratana. Lunedì invece volerà a Palermo Stefano Bonaccini, ufficialmente ospite di un evento di Legacoop ma che incontrerà anche i deputati oppositori. Una prima ricognizione per vedere da vicino il livello di tensione dentro il partito siciliano?

Per trovare una sintesi servirà grande impegno. Ecco perché dal M5S si sottolinea con orgoglio che «il gruppo più compatto nel campo largo siamo noi. C’è armonia - dice Di Paola - e siamo ormai maturi per fare una sintesi politica». Tradotto: di primarie per scegliere il candidato alla presidenza della Regione non se ne parla. Ci si siederà a un tavolo «come fatto per tutte le altre Regioni al voto» e «parleremo con una sola voce».

A quel tavolo non vede l’ora di sedersi Ismaele La Vardera, il più attivo del campo largo. Al deputato ormai non basta il suo movimento regionale Controcorrente. Mercoledì presenterà a Palermo la declinazione siciliana di Progetto Civico Italia, la rete nazionale che conta 200 amministratori, a cui ha deciso di aderire. «Porterò avanti parallelamente i due progetti, che camminano nella stessa direzione». Così facendo La Vardera potrà «switchare» parlando a nome di Controcorrente ai tavoli regionali e potendo dire la sua anche agli appuntamenti nazionali. Un doppio spauracchio per gli alleati del campo largo che temono l’erosione di consensi dell’ex Iena.