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Regione

Il vertice del centrodestra in vista della finanziaria. Nomine in alto mare e Cuffaro pressa sulla Sac

Ruolo centrale per la decontribuzione per le imprese che assumono. Ancora in dubbio il tesoretto per gli interventi territoriali dei deputati. Sul sottogoverno non c'è accordo

Mario Barresi

28 Ottobre 2025, 11:48

12:19

Ormai è un classico della “letteratura” dei vertici di maggioranza alla Regione. Fra la versione ufficiale, diffusa da una nota di Palazzo d’Orléans, in cui si sbandiera «la propria piena compattezza e la condivisione degli obiettivi», e il “verbale non autorizzato” delle due ore trascorse dagli alleati attorno a un tavolo, nel centrodestra siciliano c’è sempre una certa differenza.

La prima parte della riunione, presieduta da Renato Schifani, è stata dedicata ai “buoni propositi” della prossima manovra. Nel merito, ma anche nel metodo. «Un ruolo centrale sarà riservato alla decontribuzione per le imprese che assumono nuovo personale», si legge nel comunicato stampa. Ed è vero, così come la nuova linea del governatore, ancora scottato dalla Waterloo della manovrina quater, che ha garantito «un testo quanto più condiviso fra governo e gruppi parlamentari».

Lo schema dovrebbe essere questo: un primo blocco di norme, «quelle più qualificanti e di sistema», predisposte nel ddl della giunta regionale, con la successiva aggiunta di ulteriori misure, «ma sempre di carattere generale», frutto della concertazione fra e dentro i gruppi del centrodestra. Resta ancora in sospeso il tema dei cosiddetti «interventi territoriali» tanto cari ai deputati. Non è detto che non ci sarà un “tesoretto” a disposizione, ma di questo il governatore discuterà con Gaetano Galvagno, che per prassi consolidata non partecipa ai vertici di maggioranza. Il presidente dell’Ars sarà protagonista anche dell’interlocuzione sui «quattro importanti provvedimenti di riforma» previsti in Aula da gennaio in poi: enti locali, Consorzi di bonifica, dirigenza regionale e modifica del regolamento sul voto segreto.

Dopo che Schifani (esprimendo «soddisfazione per il clima di coesione e responsabilità che ha caratterizzato il confronto») ha lasciato il vertice, i vertici del centrodestra sono entrati nel secondo punto all’ordine del giorno, non citato nel comunicato: l’imminente ondata di sottogoverno. Tra le quali spiccano le nomine dell’Agricoltura, ma anche Crias e Ircac, oltre a decine di revisori dei conti per partecipate e enti controllati. «Soltanto un primo assaggio, siamo ancora in alto mare», confida un’attendibile fonte della maggioranza.

Unico sussulto degno di nota si registra quando Totò Cuffaro tira fuori il caso Fontanarossa: «Da tempo si leggono sui giornali i nomi dei nuovi vertici di Sac, ma noi non ne abbiamo mai parlato né in questa né in altre sedi». Reazioni? Gelo dei rappresentanti di FdI e Mpa, che ritengono già “blindato” un accordo che adesso potrebbe essere oggetto di trattativa (o quanto meno di compensazioni) al prossimo vertice già fissato per martedì prossimo. Quando si riprendera un altro argomento appena accennato ieri: la mappa delle candidature nella ventina di comuni siciliani (tra cui Enna, Caltagirone, Misterbianco, Vittoria, Lentini e Marsala) al voto col sistema proporzionale nel 2026.