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Il gruppo Dc promette fedeltà e sostegno a Schifani. Le opposizioni: «Democristiani fuori anche dalle giunte comunali»
Il gruppo all’Ars (compresi i due ex assessori) a rapporto dal governatore. Ma sui territori gli alleati aprono la “vertenza”. Da oggi Pd, M5S e Controcorrente due giorni in ritiro nel Palermitano
Quel che resta del «sistema-partito» ha giurato fedeltà al governatore. Lo ha fatto ieri, in un incontro a Palazzo d'Orleans, dove il gruppo parlamentare della Democrazia cristiana, al cospetto di Renato Schifani, ha assicurato lealtà all'esecutivo in vista dei provvedimenti da varare nei mesi che verranno. Tra i presenti, anche i due assessori “defenestrati” tre giorni fa, Nuccia Albano e Andrea Messina. «Un atto dovuto, irrinunciabile e inevitabile», lo aveva definito il presidente della Regione. Una decisione che non era stata presa benissimo dal gruppo democristiano che aveva espresso «forte rammarico» e aveva parlato di «decisione non coerente», facendo riferimento alle vicende giudiziarie di altri partiti e anche di altri assessori della giunta regionale.
A distanza di poche ore, i toni dei parlamentari Dc – che anche nelle ore più calde avevano comunque confermato il sostegno a Schifani - sono molto più concilianti. All’incontro, informa una nota del gruppo democristiano, hanno partecipato i deputati Ignazio Abbate, Nuccia Albano, Carlo Auteri, Salvo Giuffrida, Serafina Marchetta e Andrea Messina «che hanno voluto ribadire al presidente - si legge - pieno e convinto sostegno all’attività parlamentare dell’attuale governo», oltre alla «totale lealtà e presenza costante a supporto del percorso politico e legislativo intrapreso dal presidente Schifani, rinnovando piena fiducia nel suo operato». I sei deputati hanno sottolineato di avere riscontrato «da parte del governatore, piena apertura e condivisione». I parlamentari, infine, preso atto «della piena disponibilità dimostrata dal governatore» auspicano «che lo stesso valuti positivamente la lealtà e la costante disponibilità che abbiamo dimostrato al governo». Insomma parole al miele, per il gruppo che afferma, nonostante la tempesta politica-giudiziaria che lo ha decapitato di guardare «con fiducia al futuro».
Sempre ieri, il presidente si è recato per due ore nella sede dell’assessorato regionale alla Famiglia, di cui ha assunto l’interim e ha incontrato la neo-capodipartimento Patrizia Valenti, oltre all’altro dirigente generale Ettore Foti: «Ho voluto fare il punto sui fascicoli più importanti all'attenzione dell'assessorato per poter assicurare un proseguimento delle attività amministrative senza interruzioni, anche in questo periodo in cui terrò io l'interim». Un assessorato da “decuffarizzare”, insomma, anche con questi gesti.
A proposito, è difficile oggi, prevedere il futuro degli esponenti Dc in Sicilia. Già a Palermo, come a Catania, piovono le richieste delle opposizioni di estromettere i democristiani da giunte e maggioranze. Opposizioni che, dopo la manifestazione unitaria di martedì, provano a battere un altro colpo. Lo faranno da oggi con un “ritiro” in un'abbazia. Un appuntamento che ricorda, ironia della sorte, proprio certi ritiri spirituali di tradizione democristiana, come quello descritto nello sciasciano Todo modo. I deputati d’opposizione all'Ars (Pd, Movimento 5 Stelle e Controcorrente) si riuniranno nel pomeriggio nell'Abbazia Benedettina di San Martino delle Scale, nel Palermitano «per discutere – si legge in una nota - della situazione politica regionale, delle conseguenze delle indagini in corso e della finanziaria regionale. I parlamentari delle tre forze politiche - concludono - resteranno in ritiro «fino alla tarda mattinata di venerdì».