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il retroscena

Inchiesta Cuffaro, gli effetti collaterali nella maggioranza. Saltano vertice e nomine alla Sac di Catania

Schifani deve fare i conti con nuovi equilibri, a cominciare dal gelo da parte di Lombardo. E in questo contesto arriva l'ennesima fumata grigia sulle nomine all'aeroporto di Fontanarossa

Mario Barresi

13 Novembre 2025, 10:37

sac schifani

Il vertice di maggioranza in programma è stato rinviato a lunedì mattina alle 9. Ufficialmente per una raffica di contemporanee indisponibilità nell’Mpa. «Gli onorevoli Roberto Di Mauro e Fabio Mancuso per ragioni diverse sono impossibilitati a intervenire», aveva spiegato l’ex senatore e assessore Antonio Scavone, negli ultimi tempi fra gli “ambasciatori” autonomisti più attivi. Controdeduzione conseguente: al tavolo del centrodestra siciliano avrebbe potuto partecipare lo stesso Scavone. O magari Raffaele Lombardo, che ha marcato visita - per marcare le distanze - nelle ultime occasioni. E così, nonostante arrivi la precisazione che «il gruppo assicura, comunque, il suo costruttivo apporto alla adozione della legge nel corso dei lavori in commissione e in Aula», il problema si pone.

E non è di poco conto. Renato Schifani prova a mettere una pezza nel rapporto con la Dc di Totò Cuffaro. Me nel frattempo deve stare attento agli altri equilibri. E il rapporto con Lombardo - freddo negli ultimi mesi, glaciale dopo la richiesta di “reset” della giunta subito respinta al mittente - diventa uno degli effetti collaterali della crisi che il presidente prova ad archiviare. A Palazzo d’Orléans il pressing di Lombardo sull’azzeramento degli assessori («sono stato frainteso», si difende lui) è stato catalogato quasi come «un tentativo di speculare sulla situazione». Il leader autonomista ha provato a spiegare che «azzerare non significa cambiare tutti», replicando che la richiesta del secondo assessorato «è già sul tavolo da tempo». Ma se la prospettiva è avere un altro posto in giunta, prendendo uno dei due lasciati liberi dalla Dc, non si avvererà a breve termine. «Se ne parla dopo la finanziaria», è il chiaro messaggio lanciato dal governatore.

Eppure l’effetto-domino dell’uscita della Dc dal governo regionale non si limita all’irrigidimento del già complicato rapporto con l’Mpa. Oggi, ad esempio, era in programma l’assemblea dei soci della Sac per il rinnovo dei vertici, in proroga dallo scorso aprile. Proprio il 4 novembre (lo stesso giorno in cui è emersa l’inchiesta su Cuffaro) il commissario straordinario della Camera di Commercio del Sud-Est, Antonio Belcuore, aveva ricevuto una stringata nota del presidente della Regione con il sostanziale via libera alle nomine. Il presidente, in risposta a una nota di Belcuore, ha dettato la linea: l’ente (titolare di oltre il 62% di Sac) non deve più aspettare il rinnovo dei vertici camerali, il cui iter è appena iniziato, ma può procedere al rinnovo del cda della società che gestisce gli aeroporti di Catania e Comiso. Tradotto in termini politici: Schifani aveva “scongelato” l’accordo del centrodestra, che prevede la conferma di Nico Torrisi come amministratore delegato, in quota forzista, con tre consiglieri espressi da FdI (Anna Quattrone, Giuseppe Alfano e Salvo Panebianco) e uno dagli autonomisti (in pole Francesca Garigliano).

Ma oggi dovrebbe arrivare un’altra fumata grigia. L’assemblea dei soci Sac resta fissata, ma dovrebbe andare deserta come tutte le ultime con all’ordine del giorno il rinnovo delle cariche. Maliziose fonti del centrodestra suggeriscono una chiave di lettura: il tentativo di Luca Sammartino di rimettere in discussione gli equilibri, anche in funzione della tensione fra Schifani e Lombardo. Fonti vicine al vicepresidente leghista, però, smentiscono: «Nessun interesse al dossier». E ora un insolito asse FdI-Fi starebbe provando a respingere l’assalto per tenere in piedi il patto su Sac. Nell’ultimo vertice di centrodestra era stato proprio Cuffaro a chiedere agli alleati di non considerare quello sull’aeroporto un «accordo isolato» rispetto a tutti gli altri sul sottogoverno regionale. Palazzo d’Orléans sembrava invece voler chiudere la pratica. Che adesso rischia di restare insoluta.