il caso
Vescovi contro il "Modello Albania": «Italia fanalino di coda sull'accoglienza, Trump distrugge l'asilo USA»
Il Rapporto Migrantes boccia l'esternalizzazione dei flussi, le opacità istituzionali e il sistema di gestione dei rifugiati
La Chiesa italiana boccia il “modello Albania”. L’esternalizzazione della gestione dei flussi migratori non va nella direzione dell’accoglienza: lo evidenzia il nuovo Rapporto di Migrantes, l’ente della Conferenza episcopale italiana che monitora i fenomeni migratori. Non è l’unica critica dei vescovi: l’Italia risulta inoltre fanalino di coda in Europa nell’ospitalità dei rifugiati.
Il sistema nazionale, si legge, ne esce malconcio tra “lungaggini amministrative”, “vaporizzazione del diritto”, “zone di non essere”, “file della vergogna”: espressioni forti per descrivere una condizione di persistente disagio e di diritti non pienamente garantiti, anche a livello costituzionale.
Per la prima volta il Rapporto dedica un focus agli Stati Uniti: almeno dodici ordini esecutivi dell’amministrazione di Donald Trump hanno prodotto paura e sfiducia, tanto che l’American Immigration Council parla di “fine del sistema d’asilo”. Un trattamento dei migranti, quello statunitense, stigmatizzato in più occasioni anche da Papa Leone.
Quanto al nostro Paese, il “modello Albania” viene definito “ai margini della democrazia”. Eppure è considerato un apripista da altri Stati europei. Il dossier sottolinea come “il progetto rappresenti un laboratorio per l’estensione extraterritoriale del controllo e una messa in scena del potere sovrano sui corpi migranti. L’opacità sistemica, alimentata dall’esclusione di società civile e media, diventa essa stessa strumento di governo, mentre l’inefficacia in termini di rimpatri si trasforma in efficacia politica e disciplinare”.
Di conseguenza, “il modello Albania, piuttosto che essere visto come un ‘mostro’ isolato, va collocato nel continuum delle politiche europee di esternalizzazione, come un banco di prova per la tenuta dei principi democratici e giuridici dell’Unione”.
Sul fronte dell’accoglienza dei rifugiati, l’Italia è in coda per numerosità rispetto a Germania, Polonia, Francia, Regno Unito e anche Spagna. Peggio ancora nel rapporto con la popolazione: per “densità” di rifugiati siamo superati da Svezia, Grecia e Bulgaria.
Infine, con riferimento alla guerra in Ucraina, Migrantes segnala che “continua a diminuire la percentuale di rifugiati che progettano o sperano di fare ritorno in patria, presto o tardi: in breve tempo è scesa dal 77% al 62%”.