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Precari e Pip, arriva il “contentino”: e intanto la Finanziaria dimagrisce
La maggioranza decide di accogliere l’invito di Schifani. Via molte norme, ma c’è tensione su Cateno De Luca
Renato Schifani in occasione del forum nella sede di Ansa Sicilia, Palermo, 29 agosto 2022. ANSA / IGOR PETYX
Due ore in più per i precari degli enti locali, un'ora e mezza in più per gli ex Pip assunti in Sas. È, questo, un primo accordo tra le forze di maggioranza che sostengono il governo di Renato Schifani. Numeri assai diversi dalle aspirazioni di chi si era battuto, anche a suon di emendamenti, per trasformare quei rapporti di lavoro parziale in “tempo pieno”. È il caso, appunto, degli ex Pip che, se restasse in piedi l'accordo di oggi, da tradurre poi in una modifica alla Finanziaria giunta in Aula, rimarrebbero molto lontani dalle 36 ore agognate, passando, a seconda delle categorie, a 20 e 21 ore e mezza. Un segnale, si direbbe. Se non fosse anche un segnale particolarmente prezioso: il costo dell'operazione, infatti, si aggira intorno ai 15 milioni di euro.
Intanto, le forbici del governatore funzionano. Al termine del vertice di maggioranza di ieri, infatti, i partiti hanno risposto all'invito di Schifani a snellire una manovra finanziaria che si era gonfiata dai 28 articoli presentati dal governo ai 134 finali. Troppi, per il presidente della Regione, che ieri ha concordato con i partiti una bella sfoltita. Come anticipato da La Sicilia, salteranno un po' di “ordinamentali”, soprattutto, cioè norme comunque che non comportano nuove spese. Lo schema prevederebbe la possibilità, per ogni gruppo politico, di salvare due di quelle norme. Ne resterebbero, nel testo incardinato ieri a Palazzo dei Normanni (oggi il via alla discussione generale), poco più di una decina. Le altre (una quindicina), quindi, finiranno fuori, magari in un collegato.
E qui c'è il nodo politico o più che altro “parlamentare”: le norme che verrebbero cancellate sono state messe lì da qualcuno. Il rischio è quello di produrre una sfilza di scontenti, deputati più disponibili di fronte ai richiami di un voto segreto.
Eppure, si sarebbe trattato di un vertice dal clima «sereno e collaborativo», trapela da Palazzo d'Orleans. Anche se qualcuno dei presenti racconta di qualche momento di tensione. Pietra dello scandalo sarebbe un pezzo di “non maggioranza”: quella, cioè, rappresentata da Sud chiama Nord e dal suo fondatore Cateno De Luca. “Mai come questa volta, i partiti alleati sono irritati”, fa sapere un big del centrodestra. Non è piaciuto, insomma, il via libera agli emendamenti del sindaco di Taormina che aveva, pochi giorni prima, votato la sfiducia a Schifani. Non a caso, già lunedì sera lo stesso De Luca, sul suo profilo Facebook dava un'idea della temperatura a Palazzo dei Normanni: “C'è odore di rappresaglia per alcuni articoli della legge di stabilità regionale! Domani mattina (ieri, ndr) all'alba inizieranno le sedute spiritiche per evocare senso di responsabilità”. Da oggi si capirà se la seduta è servita.