spesa farmaceutica
Farmaci, in Sicilia +10 milioni di costi per una norma del governo Meloni. Schifani protesta, ma Roma replica: «Sgarbo e strafalcioni»
Il ministero ha imposto che non siano più le Asp a comprare alcuni farmaci, ma i punti vendita. La spesa regionale si è impennata e da Palermo è partita una lettera
Nei primi sei mesi del 2025 in Sicilia la spesa per farmaci antidiabetici è aumentata del 27 per cento: 3,9 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Eppure la quantità di confezioni vendute è cresciuta di appena il 3,5 per cento. A essere cambiata - per volontà del governo nazionale che ha introdotto le novità nella Finanziaria 2024 - è la modalità di approvvigionamento. E non solo per gli antidiabetici. La norma ha previsto che alcuni medicinali invece di essere acquistati dalle aziende sanitarie - che riescono a garantire prezzi più bassi, approvvigionandosi di grandi stock - e poi distribuiti alle farmacie, vengano comprati direttamente dai punti vendita. Il risultato è stato il lievitare dei costi. Ma a rimborsare sono sempre la Regioni.
Tutto questo la Regione siciliana l'ha messo per iscritto a ottobre in una lettera firmata dal governatore Renato Schifani, dall'assessora alla Salute Daniela Faraoni e dal direttore generale Salvatore Iacolino e indirizzata al ministero della Salute e all'Aifa. Un allarme, numeri alla mano, condiviso anche dalle altre Regioni: i presidenti hanno stimato che a livello nazionale per compensare le misure sulla farmaceutica della manovra ci vorrebbero 700 milioni di euro in più nel Fondo sanitario nazionale.
Oggi il viceministro alla Salute Mauro Gemmato, farmacista, ha duramente replicato a Schifani: «La lettera della Regione Sicilia - ha detto a margine di un convegno a Milano - è difficilmente comprensibile per le inesattezze contenute. Aifa e ministero stanno mettendo a punto una obiezione puntuale. Mi dispiace perché ci sono strafalcioni, io sono disponibilissimo a parlarne ma l'interlocuzione tra istituzioni deve avvenire in punta di verità». Gemmato ha addirittura aggiunto che la lettera «sembra più un attacco politico che una annotazione tecnica. Criticare, da parte di una istituzione, una legge dello stato, mi sembra quantomeno sgarbato dal punto di vista istituzionale. Parto da una riflessione - ha aggiunto - l'unico ente certificatore della spesa sanitaria in Italia è l'Aifa. E l'Aifa rispetto al trasferimento delle gliptine, che sono medicinali antidiabetici, ha registrato un risparmio di 9,7 milioni di euro. Siccome la Sicilia è una regione italiana, è strano che in tutta Italia si risparmi tranne che in Sicilia».
L'aumento di spesa per i farmaci nel 2025 non ha riguardato solo gli antidiabetici, per cui si è passati da 14,3 milioni a 18,2 milioni di euro (periodo gennaio-giugno). La Regione nella lettera indica anche antiacidi, antipertensivi, urologici, antimicotici, antinfiammatori, farmaci per osteoporosi. Per un aumento complessivo di 10 milioni di euro rispetto al primo semestre del 2024, «a fronte di una sostanziale parità in termini di consumi».
Nella lettera si sottolinea come l'applicazione delle novità introdotte dalla Finanziaria 2024 «comincino a gravare pesantemente sul bilancio della Regione», mettendo a rischio il tetto di spesa del 6,80% di incidenza sul Fondo sanitario regionale. «Già otto Regioni lo sforano», si legge. I farmaci «vengono pagati dallo Stato a prezzi di gran lunga superiori rispetto al passato, senza alcun vantaggio in termini assistenziali per i cittadini».
E lo scenario rischia di peggiorare, in virtù «della recente riclassificazione degli inibitori del SGLT2 (o gliflozine), il cui impiego non è soltanto limitato al diabete, ma riguarda anche i pazienti affetti da scompenso cardiaco e insufficienza renale cronica. Si stima in tal senso un incremento della spesa convenzionata di decine di milioni di euro per la sola Regione Siciliana». Da qui la richiesta di «adottare eventuali iniziative correttive». Parole che il governo Meloni ha invece ritenute offensive.