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Csm, una tornata di nomine (anche su Palermo) che ridisegna le mappe della giustizia
Un pacchetto di scelte varato in poche ore, quasi tutto all’unanimità: così il plenum aggiorna la geografia degli uffici giudiziari, tra riforme in arrivo e bisogni dei territori
Il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura ha ratificato una serie di nomine come il nuovo procuratore della Repubblica di Terni, tre presidenze nel circuito dei tribunali per i minorenni e della sorveglianza, due poltrone chiave a Palermo e una a Milano, più un testa a testa a Bologna. Non è solo una lista: è una fotografia delle priorità del sistema giudiziario italiano oggi. E, per una volta, quasi tutti i tasselli vanno al loro posto con un consenso pieno.
Le scelte: cosa ha deciso il plenum
Secondo quanto deliberato dal plenum del Csm, le nomine approvate sono le seguenti:
- Antonio Laronga, nuovo procuratore della Repubblica di Terni: voto all’unanimità.
- Marta D’Eramo, presidente del Tribunale di Sorveglianza dell’Aquila: voto all’unanimità.
- Simonetta Mancini, presidente del Tribunale per i Minorenni di Campobasso: voto all’unanimità.
- Laura D’Urbino, presidente del Tribunale per i Minorenni di Brescia: voto all’unanimità.
- Antonia Pappalardo, presidente di sezione penale della Corte d’Appello di Palermo.
- Giulia Maisano, presidente della sezione civile del Tribunale di Palermo.
- Roberto Spanò, presidente di sezione penale a Milano.
Nel corso della stessa seduta sono stati inoltre approvati altri due snodi: la guida del Tribunale per i Minorenni di Milano a Paola Ortolan (unanimemente) e la presidenza della sezione penale della Corte d’Appello di Bologna a Enrico Saracini, con una votazione più combattuta (14 voti contro 12, e 3 astensioni), segno che sulle scelte di merito un confronto vero resta aperto.
Perché contano queste nomine
Il pacchetto ha un tratto comune: risponde a esigenze concrete dei territori, in una fase in cui la giustizia è attraversata da una riforma di sistema — la separazione delle carriere e il riassetto del Csm — già approvata dal Parlamento e avviata verso un probabile referendum confermativo nel 2026. In questo contesto, la capacità dell’organo di autogoverno di varare nomine ampie e motivate è un test di autonomia e di funzionalità.
Palermo, doppia operazione: penale in appello e civile in tribunale
Antonia Pappalardo alla Corte d’Appello: il peso della giurisprudenza cautelare
Nel distretto di Palermo due decisioni ridisegnano gli equilibri interni. La nomina di Antonia Pappalardo a presidente di sezione penale della Corte d’Appello riconosce un percorso maturato nella guida della Sezione del riesame del Tribunale di Palermo, snodo nevralgico per la giurisprudenza cautelare e la verifica delle misure restrittive. Il passaggio in appello porta in un livello superiore una competenza che, nel distretto palermitano, incrocia inevitabilmente i temi della criminalità organizzata, della prevenzione e della tutela delle garanzie.
Giulia Maisano alla sezione civile del Tribunale: organizzazione e arretrato
Sul fronte civile, la presidenza di sezione del Tribunale di Palermo viene affidata a Giulia Maisano. Nei ruoli della Corte d’Appello la magistrata ha firmato negli ultimi anni pronunce in sezioni civili (lavoro e terza civile), maturando conoscenze utili alla gestione delle pendenze e dei ruoli. L’incarico a Palermo città comporta una responsabilità doppia: qualità delle decisioni e organizzazione del servizio, in un distretto impegnato nel governo dell’arretrato e nella piena valorizzazione dell’Ufficio per il processo.
Che succede adesso
Con le delibere esecutive, per i nuovi vertici scatta la fase degli adempimenti: presa di possesso, disposizioni organizzative interne, raccordo con i procuratori generali e i presidenti di corte nei distretti. In alcune sedi l’effetto sarà immediato (si chiudono reggenze e facenti funzioni), in altre si tradurrà in un cambio di passo su ruoli e calendari, per recuperare arretrati o redistribuire carichi. La prova, come sempre, sarà nei tempi e nella qualità delle decisioni.
Se il giudizio sul Csm si misura sulla sua capacità di selezionare i dirigenti giusti, la giornata del 10 dicembre 2025 consegna un segnale incoraggiante: il sistema, pur tra discussioni fisiologiche, continua a scegliere puntando su competenze e attitudini. Il resto lo dirà il lavoro quotidiano nelle aule e negli uffici.