Violenza di genere
Insulti sessisti sui social, l'assessora Savarino presenta denuncia. «Un fiume di volgarità». Si fa riferimento anche a un video di La Vardera
L'assessora regionale si è rivolta ai suoi legali. «Il sessismo non è un'opinione e il limite è stato ampiamente superato - dice - adesso basta!»
«Adesso basta! Chi insulta, diffama e offende deve sapere che esiste un limite e che quel limite è stato ampiamente superato. Ho dato mandato di procedere contro i responsabili». L'assessora regionale Giusi Savarino usa gli stessi social su cui è vittima di insulti sessisti, per annunciare di essersi rivolta si suoi legali per denunciare i responsabili di «una valanga di messaggi che hanno superato ogni limite».
«Insulti sessisti, offese gratuite sulla mia persona, diffamazioni gravi che mettono in discussione la mia onorabilità professionale e personale - spiega l'esponente del governo di Renato Schifani - Commenti che attaccano il mio aspetto fisico, che mi riducono a volgari stereotipi di genere, che mi insultano come donna prima ancora che come assessore. Accuse infamanti lanciate con la violenza di chi pensa di potere colpire senza conseguenze. Un fiume di odio e di volgarità che non si ferma davanti a nulla, nemmeno alla decenza più elementare, che travolge ogni confine di civiltà e rispetto. Sono sempre stata aperta al confronto politico, anche aspro. Le critiche alle mie scelte, al mio operato, fanno parte della democrazia e le accolgo. Ma dinnanzi a quello che sta accadendo in questi giorni è arrivato il momento di dire basta: il sessismo non è un'opinione, la diffamazione non è libertà di espressione, la violenza verbale non è "così va il mondo"».
Per Savarino, agrigentina, componente del gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia all'Ars, non è accettabile «come donna, perché questi attacchi sono violenza contro le donne», «come cittadina di uno Stato che dovrebbe essere civile», «come rappresentante delle istituzioni, perché non posso permettere che passi il messaggio che tutto questo sia normale». «E - aggiunge - non lo accetto come madre. Mio figlio legge quegli insulti. Vede sua madre umiliata, offesa, diffamata pubblicamente. E ne viene ferito, profondamente, insieme a me. Non è giusto che un ragazzo debba assistere a tutto questo. Non è giusto che debba crescere pensando che l'odio sia qualcosa di normale, di inevitabile, di accettabile. Per questo ho deciso di rivolgermi ai miei legali, perché chi insulta, diffama e offende deve sapere che esiste un limite e che quel limite è stato ampiamente superato».
Per Savarino, agrigentina, componente del gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia all'Ars, non è accettabile «come donna, perché questi attacchi sono violenza contro le donne», «come cittadina di uno Stato che dovrebbe essere civile», «come rappresentante delle istituzioni, perché non posso permettere che passi il messaggio che tutto questo sia normale». «E - aggiunge - non lo accetto come madre. Mio figlio legge quegli insulti. Vede sua madre umiliata, offesa, diffamata pubblicamente. E ne viene ferito, profondamente, insieme a me. Non è giusto che un ragazzo debba assistere a tutto questo. Non è giusto che debba crescere pensando che l'odio sia qualcosa di normale, di inevitabile, di accettabile. Per questo ho deciso di rivolgermi ai miei legali, perché chi insulta, diffama e offende deve sapere che esiste un limite e che quel limite è stato ampiamente superato».
Nella denuncia si fa riferimento a un video di Savarino postato il 28 novembre sul profilo Facebook del deputato regionale di Controcorrente Ismaele La Vardera, a proposito della vicenda di Mondello e della gestione della società Italo Belga. «L'assessore mi attacca dicendo che se non si fosse mossa la Regione nulla sarebbe accaduto. Una roba incredibile - si legge nel post che accompagna il video - Cari amici, tantissimi mi state inviando il video farneticante dell’onorevole Saverino, lei che avrebbe dovuto controllare, lei che viene pagata profumatamente, lei che è a capo delle gestione degli affidamenti non solo non ha fatto nulla ma ha il coraggio di dire che se siamo arrivati a questo punto è merito suo. Ma vi rendete conto della follia? Vi chiedo una mano a diffondere questo obbrobrio».
Proprio sotto quel video si sarebbe concentrata una parte dei commenti che Savarino giudica sessisti e offensivi e che sono oggetto della sua denuncia. Se ci saranno risarcimenti, l'assessora regionale ha annunciato che verranno devoluti ad associazioni che combattono la violenza contro le donne, «perché - precisa - è esattamente di questo che stiamo parlando».
La solidarietà di Schifani e Galvagno
«Esprimo totale solidarietà all'assessora Giusi Savarino per gli attacchi violenti che sta subendo sui social: insulti sessisti, offese gratuite e gravi diffamazioni che nulla hanno a che vedere con il confronto politico e che rappresentano una forma inaccettabile di violenza», dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
«Il dibattito democratico - aggiunge - si fonda sul rispetto, le critiche fanno parte della politica, ma esiste un limite invalicabile: quello della dignità umana e dell'onorabilità personale. Gli attacchi che colpiscono l'assessora come donna e con accuse volgari e infamanti sono un vulnus alla civiltà del confronto pubblico. Non possiamo tollerare che l'odio online diventi normale, né che le donne in politica continuino a essere bersaglio privilegiato di violenza verbale e sessismo. Per questo sostengo pienamente la decisione di tutelare la propria dignità nelle sedi opportune, è un atto di responsabilità verso se stessa, la sua famiglia e tutte le donne che subiscono violenza».
«Desidero esprimere la mia piena e convinta solidarietà all’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Giusi Savarino, per i gravissimi insulti e le violente offese subite sul web. Commenti intrisi di sessismo, violenza verbale e istigazione all’odio non solo offendono la persona, ma minano la dignità», afferma il presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana Gaetano Galvagno.
«Sono squallide e inaccettabili le offese sessiste e diffamatorie di ogni genere, dalle insinuazioni più volgari alle etichette più infamanti. L’insulto gratuito e l’odio social non possono e non devono essere considerati “normali”. Basta con questa barbarie digitale. Difendere chi è bersaglio di odio è un dovere civico e istituzionale. Internet non è una terra senza legge dove si può dire quello che si vuole e farla franca. Tutto ha un limite», conclude Galvagno.
La risposta di La Vardera
«L'assessore Savarino fa bene a denunciare chi ha approfittato della dialettica politica in un momento di odio e discriminazione. Mi trova vicino: sono il primo a battermi contro la violenza di ogni tipo sulle donne e la mia storia lo insegna. Attenzione però a fare passare il messaggio che questo è il risultato di un mio video. Il mio video infatti, è di risposta ai meriti che la Savarino si è presa sulla questione Mondello e nulla c'entra con gli insulti». Lo dice il deputato regionale Ismaele La Vardera.
«Ho appreso che sotto quel mio video, alcune persone hanno usato commenti sessisti. Mi dispiace, ma parliamo di oltre 2000 commenti e non posso controllarli tutti o impedire di commentare, proprio per questo sono vicino all’assessore e le ribadisco che la violenza va denunciata - aggiunge - Ho anche chiesto ai miei collaboratori di controllare uno per uno tutti quei post ed eliminarli, ma a differenza dell’assessore io non blocco i commenti e permetto a tutti di esprimere il proprio parere sulla politica regionale. Respingo, quindi, ogni insinuazione, anche non detta, che io abbia responsabilità dei commenti della gente».