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L'intervista

Il Pd di Sicilia fa la festa ma non (ancora) l'unità, attesa per Elly Schlein. Barbagallo sulle Regionali: «Campo largo? Preferisco chiamarlo centrosinistra»

Una «mano tesa» nei confronti delle correnti interne che continuano ad avversarlo, ma anche un'anticipazione: «Vogliamo essere noi a fare il nome di chi correrà per il dopo-Schifani»

Luisa Santangelo

12 Dicembre 2025, 06:00

Il Pd di Sicilia fa la festa, non (ancora) l'unità, attesa per Elly Schlein. Barbagallo sulle Regionali: «Campo largo? Preferisco chiamarlo centrosinistra»

Lui lo vuole chiamare centrosinistra. Senza trattino e, soprattutto, senza nascondersi dietro alla dicitura «campo largo». Che anche gli alleati, o aspiranti tali, siano d’accordo, però, è tutto da vedere. Anthony Barbagallo, deputato nazionale e segretario del Pd Sicilia, conta di farlo alla festa regionale del partito, da domani e fino a lunedì alla Vecchia Dogana di Catania. Una festa dell’unità che non si chiama «dell’unità», anche perché a queste latitudini è quella che manca. Ancora. Le voci di corridoio danno per quasi certa la presenza, per la chiusura del 15, della segretaria dem Elly Schlein. Ma il leader regionale non conferma. «Il Pd ha una storia lunga - dice Barbagallo - e credo che Schlein sia la segretaria che, fra tutti, ha manifestato maggiore vicinanza alla Sicilia. A prescindere dal fatto che venga o meno alla festa, lei c’è sempre nei luoghi dove il partito deve essere. Nelle piazze, alle manifestazioni, nei quartieri, accanto agli amministratori...»

Eppure dentro al partito si litiga ancora. I veleni della stagione congressuale continuano a infettare il Pd.
«Il Pd in Sicilia è sempre stato particolarmente litigioso, ma non sono io a dovermi occupare delle contestazioni formali. Il congresso è finito, c’è una segreteria nel pieno delle sue funzioni e questo è già abbastanza, no?».

Non sfugge che alla festa del Pd in Sicilia non ci sia nessuno degli esponenti della frangia degli oppositori. Se non è metà del partito, mancano esponenti storici e di primo piano.
«Il voto dei circoli ha dettato una linea, e noi la stiamo seguendo. Naturalmente ci sono scelte importantissime, come quelle dei candidati per i prossimi appuntamenti elettorali, per i quali auspichiamo la condivisione totale».

Non ho capito: è una mano tesa?
«È totalmente una mano tesa. Io dico: scegliamo tutti insieme, allineiamoci tutti, coesi, alla linea nazionale del partito. La sfida è questa».

Tra i primi argomenti che affronterete alla festa, ci sono i rifiuti. È un dibattito sulla tariffa. Non è riduttivo parlare del problema immondizia in Sicilia sulla base della tariffa?
«È un dibattito tecnico sulla Tarip, con esperienze che arrivano da Comuni italiani dove le cose funzionano diversamente. Poi tra i relatori c’è anche chi, naturalmente, parlerà di monopolio, di discariche, di corruzione e termovalorizzatori. Anche partendo dalla questione normativa e da una legge sulla gestione dei rifiuti che ha bisogno di essere aggiornata».

Corruzione. Di questi tempi, fa rima con sanità.
«Schifani si deve dimettere. Noi lo diciamo da tempo. L’inchiesta che riguarda Cuffaro è solo l’ultima goccia, perché dalle indagini è emerso quello che noi diciamo da tempo. Ci fosse mai una volta, in migliaia di intercettazioni uscite sui giornali, in cui sembrano occuparsi del bene pubblico anziché del favore singolo. Mai. È un meccanismo di creazione del consenso che ci riporta agli anni Settanta».

Se di intercettazioni dobbiamo parlare, anche quelle che riguardano l’indagine su Galvagno e Amata non sono più lusinghiere, in termini di interesse pubblico.
«Le mancette: il favore elevato a sistema. E pensare che dovrebbero servire per il turismo in un’Isola in cui i biglietti aerei sono aumentati del 900% in pochi anni. Bisogna incidere sull’algoritmo che calcola i costi, ma significa intaccare gli interessi dei colossi. E il governo non lo fa».

A proposito: da domani si potranno acquistare i biglietti del treno Sicilia Express.
«È una vergogna. Stiamo tornando indietro di decenni, anziché andare avanti. Facciamo il treno, contribuiamo al pagamento dei biglietti... E i problemi rimangono là».

Lo slogan della festa è “Cambiamo la Sicilia”. Il panel che ha questo nome è quello che vede lei e tutti i segretari delle forze progressiste a parlare di futuro. Il Pd vuole esprimere il candidato o la candidata alla presidenza della Regione?
«Certo che sì. Siamo il partito più strutturato e quello che cresce di più, è ovvio che vogliamo esprimere noi il nome. Ma il metodo per la scelta sarà condiviso tra tutte le forze. Noi abbiamo le primarie nello statuto, strumento a cui si può eventualmente derogare. Una cosa è certa: qualunque sia il candidato, sarà sottoposto anche al voto degli iscritti e delle <strong=iscritte< strong=""> del Pd».</strong=iscritte<>