13 dicembre 2025 - Aggiornato alle 20:46
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L’intervista

La versione di Cardinale: «Chi attacca Caruso è contro Schifani ma ora serve subito un rimpasto»

L’ex ministro: «Le parole di Pier Silvio Berlusconi? Rinnovare non significa rottamare»

Accursio Sabella

13 Dicembre 2025, 07:28

16:58

La versione di Cardinale: «Chi attacca Caruso è contro Schifani ma ora serve subito un rimpasto»

«Chi attacca oggi Forza Italia in Sicilia vuole solo attaccare Schifani. Il presidente, però, deve mettere mano al governo: bisogna fare una nuova giunta politica». Defilato, ma mai troppo. L'ex ministro Totò Cardinale incarna l'area di Forza Italia rappresentata nell'esecutivo dall'assessore alle Attività produttive Edy Tamajo.

Pier Silvio Berlusconi ha chiesto un rinnovamento in Forza Italia. Lei, che di stagioni politiche alle spalle ne ha parecchie, cosa ne pensa?

«Quelle parole oggi sono utilizzate in modo forzato per attaccare e indebolire Schifani. Berlusconi non ha detto nulla di diverso dal passato. Ha detto che si deve rinnovare. Bene, giusto, basta non equivocare».

Che intende?

«Rinnovare non significa rottamare. D'altra parte, chi usa quelle parole strumentalmente, fa passare l'idea che esista un padrone che dà indicazioni a chi è al suo servizio. Questa cosa non fa bene al partito. Soprattutto in questa fase»

Una fase in cui si parla di congresso e di nuovo segretario, intende.

«Certo. Se facciamo un congresso, significa che esiste un partito libero, plurale, pronto a discutere. Se invece bisogna solo attendere le decisioni del padrone, il partito è morto. E del resto, questo non accadeva nemmeno ai tempi di Berlusconi. Il figlio Pier Silvio non ha detto e non poteva dire questo. Del resto, io sono in questo partito anche per questo motivo».

Quale motivo?

«Non esiste più una struttura piramidale, cioè un uomo solo al comando, per quanto simpatico, capace e generoso. Oggi Forza Italia è un partito nel quale anche uno con i miei valori e la mia visione della società e della politica, si può ritrovare. Semmai, il congresso può diventare il luogo per discutere di politica».

Quali sono i temi più urgenti?

«Il governo regionale, intanto. Il presidente della Regione deve prendere atto di quello che è accaduto con l'inchiesta su Totò Cuffaro e la Dc. E, nonostante io sia un garantista, non possiamo far finta che certe immagini non siano giunte a cittadini che non arrivano alla fine del mese o che hanno problemi con la Sanità. Questo governo, così com'è, insomma, non va più bene. Serve un colpo d'ala e bisogna fare presto».

Insomma, chiede un rimpasto. Governo tecnico, politico?

«Ovviamente, del tutto politico. Bisogna, anzi, chiamare i partiti ad assumersi una responsabilità politica forte, per rafforzare il governo».

Deve esserci anche la Dc?

«Guardi, sinceramente non so se la cosa sarebbe compresa dai cittadini. Ma è una questione che il presidente saprà affrontare nel migliore dei modi».

Che vantaggi porterebbe un nuovo governo?

«Bisogna programmare i prossimi due anni, con due miliardi da spendere di avanzo. Questo può essere fatto con un governo forte e un presidente che non deve essere indebolito da voci interne».

E torniamo al partito. Lei quindi, al congresso, sosterrà Marcello Caruso.

«Certamente. Io sto con Caruso. E non sono l'unico. D'altra parte, non mi risulta che ci siano al momento altri nomi. Poi, dobbiamo ammettere che finora non c'è stato un vero e proprio segretario. C'è stato un nominato che ha fatto quello che ha potuto. Ma Caruso ha tutte le qualità. E sa cosa le dico?»

Prego.

«Non vedo tutti questi Cavour pronti a sostituirlo».

Insomma, un sì a Caruso che è, poi, un sì a Schifani. È lui il “vostro” candidato per la presidenza?

«Non c'è alcun dubbio. Schifani ha ottenuto risultati tangibili dal punto di vista economico e il partito ha centrato percentuali ottime alle ultime elezioni e vinto le provinciali. Ha fatto tutto? No, per carità. Ma i risultati sono incontestabili».

Riguardo al partito siciliano, ha iniziato a fare capolino la parola “commissariamento”. Un'ipotesi attendibile?

«E che senso avrebbe? Quelli sono solo messaggi subliminali per fare terrorismo psicologico. Commissariare un partito che sta andando al congresso... un controsenso. D'altra parte, il più bravo dei commissari sarà sempre più scarso del più scarso degli organi collegiali. A meno che non si voglia tornare alla logica del padrone...».