MANOVRA
Pensioni, la mossa che cambia il ritmo dell’uscita: la finestra mobile raddoppia (a tappe) fino a 6 mesi
Un aggiustamento che sembra tecnico ma incide sulle vite: dal 2032 scatta l’allungamento progressivo dell’attesa per la pensione anticipata, mentre la stretta sul riscatto della laurea breve viene ritoccata evitando ogni effetto retroattivo.
Una stanza spoglia dell’INPS, una lettera in mano e un calendario pieno di segni rossi. Tre mesi, poi quattro, cinque, sei. Non è un puzzle: è il nuovo tempo da attendere tra il momento in cui si maturano i requisiti contributivi e la prima mensilità di pensione anticipata. Il maxiemendamento del Governo alla Legge di Bilancio 2026 rimodula la cosiddetta finestra mobile: oggi è di 3 mesi, ma si allungherà gradualmente fino a 6 mesi dal 1° gennaio 2035. In parallelo, la correzione alla stretta sul riscatto della laurea breve elimina la retroattività: chi ha già riscattato non perderà nulla. Un intervento apparentemente tecnico, che però ridefinisce il percorso di uscita dal lavoro per milioni di lavoratrici e lavoratori, e si somma al ritorno dell’adeguamento alla speranza di vita sui requisiti.
Cosa cambia: la nuova “grammatica” delle finestre
- La finestra mobile resta di 3 mesi per chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2031.
- Sale a 4 mesi per chi li matura tra il 1° gennaio 2032 e il 31 dicembre 2033.
- Passa a 5 mesi nel 2034.
- Arriva a 6 mesi per i requisiti maturati dal 1° gennaio 2035 in avanti.
Questa scaletta vale per la pensione anticipata “ordinaria” (quella basata esclusivamente sui contributi: 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne fino alle prossime revisioni), ed è fissata dal maxiemendamento. Il senso è chiaro: non basta accumulare l’anzianità necessaria, bisogna poi attendere un “tempo tecnico” più lungo prima dell’assegno.
Non solo finestre: tornano gli scatti legati alla speranza di vita
Alla finestra più lunga si somma il riavvio degli aggiustamenti legati alla speranza di vita. Secondo il quadro delineato nella manovra, il requisito contributivo della pensione anticipata cresce di +1 mese nel 2027 e di ulteriori +2 mesi nel 2028 (quindi +3 mesi complessivi rispetto al 2026). Sulle proiezioni successive pesano le stime della Ragioneria Generale dello Stato, che indicano un progressivo incremento dei requisiti lungo gli anni Trenta: una tendenza che, se confermata, allontanerebbe ulteriormente il traguardo della pensione anticipata.
Riscatto di laurea breve: la stretta c’è, ma non tocca chi ha già pagato
La parte più controversa del pacchetto riguarda il riscatto della laurea breve ai fini della pensione anticipata. Il Governo ha chiarito che l’intervento non sarà retroattivo: chi ha già riscattato non subirà riduzioni del valore contributivo maturato. Per chi raggiungerà i requisiti in futuro, invece, il valore dei periodi riscattati verrà ridotto in modo graduale, a partire dal 2031. È una scelta che attenua l’impatto sui diritti già maturati e fornisce un orizzonte di prevedibilità alle generazioni che contavano su questo “acceleratore”.
Nello specifico, il deprezzamento dei mesi riscattati per i diplomi universitari introdotti dalla legge 341/1990 procede per scaglioni:
- taglio di 6 mesi per chi matura i requisiti nel 2031;
- 12 mesi nel 2032;
- 18 mesi nel 2033;
- 24 mesi nel 2034;
- 30 mesi nel 2035.
Questa modulazione, segnalata da più testate, è coerente con l’obiettivo di limitare l’uso del riscatto breve come scorciatoia per anticipare l’uscita, mantenendo però un periodo transitorio ampio.
Perché il Governo allunga la finestra mobile
Dietro l’allungamento delle finestre ci sono almeno tre ragioni:
- Sostenibilità di lungo periodo. Con un’aspettativa di vita tendenzialmente crescente e una dinamica demografica sfavorevole, ogni mese in più di lavoro o di attesa riduce la spesa immediata e distribuisce nel tempo l’onere futuro. La finestra mobile non taglia formalmente l’assegno, ma ne sposta la decorrenza, alleggerendo i conti nel breve.
- Coerenza con l’adeguamento alla speranza di vita. Se i requisiti contributivi si muovono (di +1 mese nel 2027 e +2 nel 2028), armonizzare anche la finestra è una leva per evitare “effetti soglia” troppo bruschi nel sistema di uscita.
- Equità intergenerazionale. Le regole transitorie e la non retroattività sul riscatto breve cercano di bilanciare le aspettative di chi ha programmato l’uscita con strumenti già disponibili e la necessità di evitare usi “distorsivi” in prospettiva.
Esempi pratici: cosa succede a chi esce tra il 2031 e il 2035
Per capire l’impatto reale, vale qualche scenario-tipo (semplificato).
- Lavoratore uomo che matura il requisito contributivo il 15 ottobre 2031: con finestra di 3 mesi, la prima decorrenza utile cade a metà gennaio 2032 (o primo mese intero successivo secondo le regole di cassa). Dal 2032 per casi analoghi si passerebbe a 4 mesi.
- Lavoratrice che matura i requisiti il 10 maggio 2033: la finestra è di 4 mesi, quindi prima rata intorno a settembre 2033. Dal 2034 lo stesso caso attenderebbe 5 mesi.
- Lavoratore che matura il requisito il 2 febbraio 2035: con finestra a 6 mesi, l’assegno arriverebbe da agosto 2035. È qui che l’effetto-tempo diventa più evidente.
Questi esempi non tengono conto delle possibili micro-regole amministrative (decorrenza dal primo giorno del mese, arrotondamenti), ma fotografano l’ordine di grandezza.
Chi è più esposto ai cambiamenti
- Profili “lunghi” di carriera. Chi raggiunge presto i 42 anni e 10 mesi (o 41 e 10 se donna) tenderà a essere toccato soprattutto dalla finestra più lunga. L’impatto è un ritardo “secco” sul primo pagamento, a parità di assegno.
- Laureati con riscatto breve non ancora perfezionato. La stretta vale solo in prospettiva, ma chi contava di usare il riscatto come volano per l’uscita deve ricalibrare i conti: i mesi riscattati avranno un peso decrescente dal 2031 in poi, secondo lo schema a 6/12/18/24/30 mesi.
- Lavoratrici e lavoratori nel pieno degli anni Trenta. Su questa coorte si sommano i due effetti: finestra più lunga e possibili scatti di speranza di vita. La combinazione può spostare l’uscita effettiva di parecchi mesi rispetto a un piano pensato con le regole del 2026.
Le domande frequenti (e le risposte utili)
La finestra mobile “taglia” l’importo della pensione?
No. La finestra mobile incide sulla decorrenza, non sulla misura dell’assegno. È un’attesa aggiuntiva tra diritto maturato e prima mensilità. Ciò detto, il ritardo nel pagamento ha un effetto finanziario reale per chi contava su quelle entrate in una certa data.
Se ho già riscattato la laurea breve, rischio di perdere mesi?
No. La correzione alla norma esclude la retroattività: il valore dei periodi già riscattati non viene ricalcolato in peggio. L’intervento opera solo per chi maturerà i requisiti a partire dai nuovi scaglioni temporali.
Come si combinano finestra e speranza di vita?
Sono due “strati” distinti: prima si verifica il requisito contributivo (che potrà crescere di +1 mese nel 2027 e +2 nel 2028, e poi secondo le future determinazioni), poi si applica la finestra mobile prevista per l’anno in cui i requisiti sono maturati.
Questa riforma riguarda anche la vecchiaia?
Le regole qui descritte si riferiscono alla pensione anticipata ordinaria. Per la pensione di vecchiaia valgono canali e requisiti diversi; l’articolato della manovra incide soprattutto sul binario dell’uscita anticipata. Verifiche puntuali andranno fatte con le circolari INPS applicative, quando disponibili.
Effetti macro: conti pubblici e comportamenti individuali
Un’estensione della finestra da 3 a 6 mesi a regime riduce la spesa nell’anno di decorrenza di nuova pensione, spostando missilmente un semestre di pagamenti sull’anno seguente. L’impatto dipenderà dal numero di nuovi pensionamenti anticipati e dalla distribuzione temporale delle uscite. Il combinato disposto con gli scatti di speranza di vita diluisce ulteriormente i flussi. Le prime analisi giornalistiche convergono su un obiettivo di raffreddamento della spesa, senza toccare la misura degli assegni: una scelta che, pur meno visibile di un taglio, è sostanziale nei conti.
Sul lato dei comportamenti, è plausibile attendersi:
- una maggiore attenzione alla pianificazione previdenziale individuale;
- una minore propensione a usare il riscatto breve come leva esclusiva per anticipare l’uscita;
- un possibile aumento delle uscite in coincidenza con “soglie” favorevoli prima dei salti di finestra (per esempio entro fine 2031, ultimo anno con 3 mesi di attesa), fenomeno già visto in passato.
Cosa fare ora: tre mosse concrete per non farsi trovare impreparati
- Verificare la propria posizione contributiva. Richiedere un estratto conto contributivo aggiornato e simulare il percorso di uscita sui canali INPS o attraverso un patronato. Inserire nei calcoli non solo i requisiti di oggi, ma gli scatti di speranza di vita e le nuove finestre.
- Valutare con attenzione i pro e i contro del riscatto. Per chi non ha ancora aderito, il riscatto della laurea breve non scompare, ma dal 2031 il suo peso nel calcolo della maturazione del diritto anticipato sarà progressivamente più basso. Meglio fare conti personalizzati su costi, benefici e tempi.
- Pianificare il “ponte” economico. L’allungamento della finestra mobile significa più mesi senza stipendio né pensione. È cruciale impostare un cuscinetto finanziario per coprire l’attesa o valutare strumenti di transizione (ad esempio, ferie maturate o accordi aziendali dove disponibili).
Le posizioni in campo e gli snodi da monitorare
Le principali organizzazioni sindacali hanno già segnalato criticità, soprattutto per l’effetto combinato tra speranza di vita e finestre che può spostare in avanti l’uscita effettiva di diversi mesi, se non oltre l’anno, rispetto alle attese formate con le regole 2026. Nei prossimi mesi saranno decisive:
- le eventuali circolari applicative dell’INPS, che tradurranno gli indirizzi di legge in istruzioni operative;
- la definizione dei meccanismi di calcolo per i casi al confine tra un anno e l’altro (decorrenza entro o oltre il 31 dicembre);
- l’aggiornamento delle stime della Ragioneria sulla dinamica della speranza di vita e i riflessi sui requisiti.
Il calendario in sintesi
- Fino al 31/12/2031: finestra a 3 mesi.
- Nel 2032 e 2033: finestra a 4 mesi.
- Nel 2034: finestra a 5 mesi.
- Dal 1/1/2035: finestra a 6 mesi.
E, in parallelo, il ritorno degli scatti legati alla speranza di vita: +1 mese nel 2027, +2 mesi nel 2028 (totale +3 rispetto al 2026), con proiezioni di ulteriori aumenti negli anni successivi secondo gli aggiornamenti statistici. Il tutto senza retroattività sulla stretta del riscatto laurea breve, che viene applicata solo ai requisiti maturati dal 2031 in avanti e con un taglio progressivo del valore dei mesi riscattati (6/12/18/24/30 mesi, anno per anno fino al 2035).