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REGIONE

Sicilia, il giorno in cui l’Ars ha detto sì alla stampa: 4 milioni per ridare fiato all’informazione

Una maggioranza trasversale, niente voto segreto e un testo riscritto in corsa: com’è nato il nuovo Fondo per l’editoria che punta a rafforzare pluralismo e filiera del libro nell’Isola

Alfredo Zermo

18 Dicembre 2025, 17:30

17:50

Sicilia, il giorno in cui l’Aula ha detto sì alla stampa: 4 milioni per ridare fiato all’informazione

Immaginate un’Aula che per ore litiga su capitoli di spesa e micro-emendamenti, poi d’improvviso si ferma, cambia passo e si ricompone: niente “schede bianche”, niente trappole procedurali, niente voto segreto. Nel primo pomeriggio di oggi, l’Assemblea regionale siciliana si ritrova unita – maggioranza e opposizioni – sul terreno più scivoloso e insieme più fragile: l’informazione. E approva l’articolo 7 della Finanziaria, un dispositivo che vale 4 milioni di euro: 3 milioni alla filiera dei quotidiani, delle emittenti radio-tv e delle agenzie di stampa che producono notiziari sulla Sicilia; 1 milione all’editoria libraria. Un voto esplicito, senza rete, per evitare il riflesso condizionato del “segreto” e mandare un messaggio politico altrettanto esplicito: la stampa locale non è un capitolo accessorio, è un’infrastruttura democratica.

Cosa cambia davvero: i requisiti, le platee, la regia finanziaria

Il cuore della norma è stato inciso direttamente in Aula, recependo emendamenti presentati dal Partito Democratico e da Forza Italia. L’impianto riscritto delimita con precisione i beneficiari: emittenti televisive e radiofoniche, giornali cartacei e online, agenzie di stampa che realizzino un notiziario regionale sulla Sicilia e impieghino almeno due giornalisti contrattualizzati o figure equivalenti (ad esempio soci lavoratori nelle cooperative giornalistiche). La gestione operativa viene affidata a Irfis – FinSicilia, attraverso la sezione dedicata del Fondo Sicilia: una regia che consente di combinare contributi a fondo perduto e, quando utile, finanziamenti agevolati per investimenti e fabbisogno di capitale.

Sul versante del libro, la scelta è netta: 1 milione di euro a sostegno degli editori librari impegnati a promuovere la lettura e a valorizzare la cultura siciliana. Secondo i materiali informativi circolati nei mesi scorsi, la misura guarda con attenzione alle imprese radicate sul territorio e con cataloghi effettivi, così da premiare continuità e impatto culturale.

La politica ritrova un accordo: il “no” al voto segreto e le posizioni dei gruppi

La scelta di escludere il voto segreto non è un dettaglio: è il termometro del clima. In Aula, dal centrodestra al centrosinistra, si è riconosciuto che l’editoria è un settore “fondamentale e in crisi”, da sostenere con strumenti verificabili e criteri chiari. Lo hanno affermato il capogruppo di **Fratelli d’Italia, Giorgio Assenza, e il capogruppo del **Pd, Michele Catanzaro, che ha rivendicato gli emendamenti migliorativi dopo gli intoppi delle scorse sedute. Dal fronte azzurro, Marco Intravaia ha insistito sul principio della pluralità dell’informazione come bene pubblico da difendere con atti e non solo con dichiarazioni. È il perimetro politico che ha reso possibile un sì trasversale e “a viso aperto”.

Come ci siamo arrivati: una cronologia che conta

Per capire la “portata” del voto del 18 dicembre, bisogna tornare indietro di qualche mese. A metà maggio 2025, la giunta regionale guidata da Renato Schifani vara una misura da 3 milioni di euro per l’editoria, incardinata nel Fondo Sicilia e affidata a Irfis: un primo intervento straordinario, con criteri che tengono conto dell’esistenza di un notiziario regionale attivo da almeno un anno, della presenza di collaboratori sul territorio e della sede operativa o legale nell’Isola. A giugno, Irfis pubblica l’avviso, aprendo la finestra per le domande fino a inizio luglio. Una quota base e una quota premiale introducono elementi di selettività: peso al numero di giornalisti assunti, ai dati di diffusione o visualizzazioni, alla qualità del prodotto informativo (per esempio il tempo di permanenza sulle pagine nelle testate online).

Il 31 luglio 2025, in Commissione Bilancio all’Ars, arriva il salto di qualità: via libera unanime alla norma che istituisce una sezione specializzata del Fondo Sicilia per le imprese dell’informazione, con 3 milioni destinati a media e agenzie e 1 milione agli editori librari. Tra le novità più sostanziali, l’asticella a due giornalisti contrattualizzati per accedere al sostegno e la stabilizzazione della misura su base triennale (2025-2027). È un passaggio politico e tecnico insieme, salutato con favore dall’Assostampa Sicilia per l’attenzione alla qualità del lavoro giornalistico.

Nel frattempo, sul fronte del primo bando, Irfis chiude l’istruttoria: a fine luglio approva le liste provvisorie, poi a novembre l’istituto annuncia la pubblicazione “in chiaro” delle graduatorie per garantire trasparenza; il 14 dicembre 2025 arrivano le graduatorie definitive con il dettaglio dei contributi per categoria (stampa, tv, radio, online, agenzie). Un percorso che ha messo a punto prassi e parametri che ora potranno essere valorizzati nella nuova tornata prevista dalla Finanziaria.

Perché servono regole e paletti: i due giornalisti contrattualizzati e non solo

Il requisito degli almeno due giornalisti contrattualizzati non è un feticcio burocratico. È una scelta politica che lega i contributi pubblici alla qualità del lavoro e al rispetto dei contratti. Dopo anni in cui il settore ha visto crescere il precariato, con retribuzioni discontinue e mansioni “ibride”, vincolare l’accesso agli aiuti alla presenza di occupazione stabile significa ancorare il sostegno al valore professionale del prodotto informativo. Non è un caso che l’Assostampa abbia espresso apprezzamento proprio su questo punto, leggendolo come il segnale di un cambio di fase, mentre a livello nazionale resta aperto il dossier del rinnovo contrattuale dei giornalisti.

La regia tecnica: come funzioneranno istruttorie e graduatorie

L’esperienza del 2025 offre una bussola operativa. Con Irfis in cabina di regia, le domande vengono acquisite via PEC in una finestra temporale definita; l’istruttoria valuta i requisiti formali e i parametri di merito, poi costruisce una graduatoria che bilancia quota base e quota premiale. La prima assicura una distribuzione proporzionata, la seconda premia i progetti più solidi e i contesti redazionali più strutturati: numero di giornalisti a tempo indeterminato, anzianità della testata, indicatori di performance specifici (per esempio, per le testate digitali, il tempo medio di permanenza sulle pagine; per le agenzie, il numero di lanci). È un meccanismo che disincentiva la corsa al contributo “a pioggia” e spinge le imprese a investire su capitale umano e qualità del contenuto.

Pluralismo, mercati piccoli, transizione digitale: perché la Sicilia fa scuola

Nel discorso pubblico italiano, il pluralismo informativo è spesso affidato a formule di principio; in Sicilia, lo sforzo degli ultimi mesi prova a tradurlo in ingegneria amministrativa. In un mercato regionale frammentato, dove convivono micro-emittenti, quotidiani storici alle prese con la transizione digitale e nuove testate online capaci di catalizzare lettori ma fragili sul piano industriale, disegnare una misura che distingua tra impresa e iniziativa improvvisata è cruciale. Il segnale mandato dall’Aula è chiaro: i fondi pubblici devono supportare chi produce informazione verificabile, con redazioni e professionisti riconosciuti, e favorire chi investe in innovazione mantenendo standard editoriali.

Il libro come presidio civile: perché quel milione può contare

La quota da 1 milione destinata all’editoria libraria ha un valore che va oltre la cifra. In un’Isola dove i divari di lettura restano strutturali e il circuito delle case editrici indipendenti è spesso la spina dorsale della produzione culturale, sostenere la filiera significa tenere in vita cataloghi, collane identitarie, progetti di traduzione e presidi territoriali come le librerie e i festival. Una iniezione di risorse, per quanto selettiva, può aiutare a far crescere reti e partenariati con scuole, biblioteche, università, a beneficio della circolazione delle idee e dell’educazione civile. Il riferimento alla promozione della cultura della lettura messo nero su bianco negli atti regionali va letto proprio in questa chiave.

I numeri che danno il contesto: tra misure regionali e cornice nazionale

La strategia siciliana si muove dentro una cornice nazionale che nel 2025 ha mobilitato 82 milioni di euro dal Fondo unico per il pluralismo e l’innovazione digitale dell’informazione, con capitoli specifici per edicole, punti vendita non esclusivi, distribuzione e copie vendute. In questa cornice, l’intervento regionale non è un doppione: è un complemento che indirizza risorse sulle specificità locali, dove gli effetti di scala sono più deboli e il costo per lettore è intrinsecamente più alto. L’accoppiata tra misure nazionali e regionali può fare la differenza nel determinare se una testata provinciale possa assumere un praticante o rinnovare l’attrezzatura per la produzione video.