Finanziaria
Pace prende le distanze... dalla Dc, il ritorno all'Ars del capogruppo dopo lo stop per l'inchiesta
Il deputato: "In un emendamento a mia firma avrei chiesto di togliere soldi alla provincia di Agrigento. Ma io non conosco una parola di questa Finanziaria. Alla manovra ha pensato Abbate".
Carmelo Pace
Il capogruppo della Dc prende le distanze dalla Dc. Succede anche questo nel corso del caotico esame della legge di stabilità all'Ars. Quella che, per Carmelo Pace, verrà ricordata come “la finanziaria delle riscritture”. Il presidente del gruppo democristiano interviene dal pulpito facendo esplicito riferimento alle vicende giudiziarie che lo hanno riguardato, col coinvolgimento nell'inchiesta su appalti e concorsi che ha portato ai domiciliari (e alle dimissioni dal partito) del segretario nazionale Totò Cuffaro.
“Dal 4 novembre all'8 dicembre – ha detto Pace – sono rimasto in casa: la mia assenza dal parlamento è stata una forma di rispetto nei confronti del presidente della Regione, del governo e di tutti i colleghi parlamentari. Non ho voluto creare imbarazzo a nessuno anche se, a norma di legge, avrei potuto partecipare ai lavori”.
Ma poco dopo, Pace precisa anche l'altro motivo del suo intervento. L'imbarazzo provato dal deputato, cioè, di fronte ad alcune chiamate ricevute nel corso della mattinata: “Mi hanno telefonato alcuni sindaci della provincia di Agrigento, lamentando il fatto che in un emendamento che portava la mia firma era previsto un taglio da 5 milioni ad Aica, cioè alla mia provincia di provenienza, sul tema dell'emergenza idrica, con uno spostamento di quelle somme alla provincia di Ragusa. Io amo la provincia di Ragusa, così come quella di Messina, destinataria di altri fondi, e credo debbano ricevere la giusta attenzione, ma non togliendo somme ad Agrigento”.
Insomma, Pace prende le distanze dalla firma di Pace. Cioè dal suo gruppo parlamentare che ha materialmente scritto l'emendamento. In particolare, il vice capogruppo e presidente della Commissione affari istituzionali Ignazio Abbate. “Quell'emendamento – specifica sempre Pace – porta la prima firma solo per ragioni formali. Di questa Finanziaria non conosco una parola, non ho partecipato alle trattative, non ho firmato un emendamento”. Lo aveva fatto il suo gruppo, in effetti. Che oggi è apparso sempre più distante da quella che fu la Dc di Cuffaro. Dopo l'intervento, comunque, l'intesa: l'articolo è stato riscritto: ad Agrigento restano 10 milioni, a Ragusa ne vanno quattro. Tutti felici e contenti, ma un po' più lontani.