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politica nel caos

Francofonte, sciolto il Consiglio comunale: arriva il decreto della Regione

Sedute deserte, contrapposizioni insanabili e il no alla manovra finanziaria portano allo scioglimento dell’assise civica. Fallito anche il tentativo del commissario ad acta. Il Comune passa ora sotto gestione straordinaria in attesa delle elezioni

Angelo Lopresti

24 Dicembre 2025, 10:26

Francofonte, sciolto il Consiglio comunale: arriva il decreto della Regione

Quest’anno a Francofonte, sotto l’albero, non ci sono i classici pacchetti infiocchettati o le sorprese dell’ultimo minuto, ma c’ è il decreto presidenziale n. 588, firmato il 23 dicembre dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.

Un documento che mette ufficialmente la parola fine all’esperienza del Consiglio comunale uscito dalle amministrative del 2023 con un voto plebiscitario.

Un epilogo che, per la verità, era nell’aria da tempo, maturato tra sedute deserte, voti mancati e un clima politico diventato ormai irrespirabile.

Motivo dello scioglimento del massimo consesso civico, oltre al susseguirsi di schermaglie tra maggioranza e opposizione culminate lo scorso 26 novembre quando il comunale ha opposto un netto rifiuto a un atto considerato vitale per la tenuta finanziaria dell’ente, la mancata approvazione della variazione al bilancio di previsione 2025/2027.

Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Nemmeno l’intervento successivo di un commissario ad acta e la scadenza ultima del 30 novembre sono serviti a ricucire lo strappo tra i due fronti.

Così, il 3 dicembre, la Regione ha dovuto agire in via sostitutiva, certificando un’inadempienza che, per legge, non poteva che portare allo scioglimento dell'assise.

A gestire le sorti del comune agrumicolo per le funzioni spettanti al consiglio comunale da ora in poi sarà il dottore Angelo Sajeva, funzionario regionale nominato Commissario straordinario, che erediterà i poteri del Consiglio fino alle prossime elezioni.

Il Partito Democratico parla apertamente di un " atto gravissimo ", accusando il sindaco Daniele Lentini di aver orchestrato lo scioglimento suggerendo alla sua maggioranza di disertare l’aula per fuggire dalle proprie responsabilità.

Per i Dem, la crisi finanziaria viene da lontano e sciogliere il Consiglio proprio ora, mentre è al lavoro una commissione prefettizia per verificare eventuali infiltrazioni mafiose, significa privare la città del suo principale presidio di controllo democratico.

Dall'altra parte, il primo cittadino respinge ogni accusa, parlando di una città rimasta troppo a lungo " ostaggio di veti e pregiudizi ".

Lentini punta il dito contro quei consiglieri che, eletti nelle sue liste civiche, sono poi passati all'opposizione tradendo, a suo dire, il mandato degli elettori.

“Per l'amministrazione, la scelta di non partecipare alla seduta di fine novembre non è stata una manovra – ha detto Lentini -, ma un modo per non legittimare uno stallo che stava paralizzando Francofonte.

Nel frattempo, tra comunicati, dirette social, accuse di tradimento e denunce per attacchi personali, sul Natale francofontese c’è clima di tensione.

Il Consiglio comunale non c’è più e la polemica politica, quella, sembra destinata a restare accesa ben oltre il periodo delle feste, dando il via a una corsa elettorale che si preannuncia più infuocata che mai.

E mentre il resto della provincia accende le luci di Natale, Francofonte spegne quelle dell’aula consiliare.