Università di Palermo
Semestre filtro, un’ecatombe per Medicina: i dati di tutte le materie. E il governo lancia un decreto di salvataggio
Gli esami degli studenti: tutti i numeri. L'ipotesi di una "sanatoria". Parla il preside della facoltà.
A bocce ferme la metà degli immatricolati sarebbe rimasta fuori. Ma l’ultimo decreto del Miur riapre i giochi, salva tutti e forse di più. L’accesso alla facoltà di Medicina resta un grande rebus. Si naviga a vista, fra numeri (certi), nuove regole (farraginose) e stime (incerte per definizione).
A due settimane dal secondo appello, i risultati sono sconfortanti. Alla prima chiamata, il 20 novembre, si erano presentati in 1.909. L’esame di biologia era stato superato dal 45 per cento degli aspiranti medici, quello di chimica dal 30 per cento, quello di fisica (la bestia nera di questo semestre filtro) dal 14 per cento appena. Il secondo appello non è andato meglio, anzi. Dei 1.400 che hanno sostenuto l’esame di biologia, lo ha passato il 41 per cento. Meno della metà rispetto al primo appello i promossi in chimica, il 15 per cento su mille che hanno tentato. Fisica fa registrare ancora i numeri peggiori: su 1.600 studenti, solo il 17 per cento ha raggiunto la sufficienza. Incrociando i numeri, i pochi che hanno ottenuto almeno un 18 in fisica e la possibilità di ritentare si pensa che molti camici sarebbero restati appesi al chiodo. «Si stima che almeno la metà sarebbero rimasti fuori», dice il preside della facoltà di Medicina Marcello Ciaccio.
Perché la riforma Bernini fino a tre giorni fa prevedeva che per accedere al secondo semestre e restare in corsa si dovesse avere almeno la sufficienza in tutte e tre le materie. In pratica i quasi 600 posti disponibili a Palermo non sarebbero stati coperti. Fenomeno che non riguarda solo Palermo, ma diffuso in tutti gli atenei: ecco perché il ministero è corso ai ripari l’antivigilia di Natale, con un decreto che di fatto è una sanatoria. Senza non pochi rischi di ricorsi.
In base alle vecchie regole, chi al primo appello non era soddisfatto poteva rifiutare il voto e riprovare al secondo. E se fosse andata peggio, pazienza: avrebbe fatto fede l’ultimo voto. Adesso, ed è una delle grandi novità del decreto, lo studente può scegliere fra il voto del primo e quello del secondo appello e recuperare quello più vantaggioso. Cambiano anche le regole per la compilazione della graduatoria. Si può accedere al semestre successivo anche con due insufficienze purché queste vengano recuperate durante corsi ad hoc. Sono previste nove sezioni di priorità d’accesso, a seconda che gli studenti abbiano ottenuto una, due o tre sufficienze e se queste siano arrivate al primo o al secondo appello. Dalla prima alla quarta rientrano coloro i quali hanno ottenuto almeno 18 in tutte e tre le materie. In particolare nella prima chi ha la sufficienza in tutte le discipline e non ha mai rifiutato il voto, nella seconda chi ha la sufficienza ma aveva rifiutato un solo voto e così via.
«L’intento del decreto – spiega Ciaccio – è quello di riempire tutti i posti a disposizione. In ogni caso chi oggi, alla luce delle nuove disposizioni, resta fuori potrà accedere a corsi affini o, per non perdere l’anno accademico, anche a corsi di laurea completamente differenti.» Il passo successivo sarà l’organizzazione dei corsi di recupero, demandata ai singoli atenei. Al termine gli studenti dovranno sostenere un nuovo esame, sempre in due appelli. «La conferenza dei presidi – anticipa Ciaccio – si appresta a redigere una nota per chiedere delle variazioni, così ci sono molte criticità».
Intanto per la graduatoria definitiva se ne riparlerà dopo il 10 gennaio. Salvo ricorsi, appunto, di chi potrebbe restare fuori (pochi a questo punto) e si è visto cambiare le regole in corsa.