Politica
Vittoria, il sindaco Aiello cerca il sostituto di Monello
Dopo le dimissioni dell'ex assessore, fibrillazioni in seno alla giunta municipale
L'ex assessore Paolo Monello
Più che regali, sotto l’albero ci sono incognite per il futuro. L’assessore alla Cultura Paolo Monello si è dimesso. Non c’è nulla da fantasticare sulle cause. Monello dice la verità: stanchezza personale e motivi di salute di un uomo che alla politica tutto ha dato e che dalla quale tutto ha ricevuto. Sindaco, assessore, parlamentare nazionale, sindacalista, infine pensionato. Ha preso la decisione migliore. Dopo le dimissioni polemiche di Filippo Foresti, Monello aveva ceduto alle lusinghe del sindaco Aiello nel 2023, complice l’ambizione personale di realizzare alcuni obiettivi in chiave storico-culturale. L’ultima sua azione prima di chiudere il sipario, l’allestimento della stagione teatrale con l’affidamento della direzione artistica all’attrice comisana Tiziana Bellassai al posto di Mario Incudine.
Il toto assessore è aperto. Idea “birbantella”. Il primo nome scontato che viene in mente è quello di Arturo Barbante, ma pare che il sempreverde artista abbia garbatamente respinto. L’insigne Arturo ha preferito sempre impegnarsi come “esperto” o “consulente”, mai un incarico politico o una candidatura. Se rifiuta, la pletora di aspiranti assessori è pronta. Tra i fedelissimi del sindaco ci sono Franco Lucifora, Livio Mandarà, Giancarlo Floriddia (in verità più ferrato in contabilità che altro), sempre prodighi di endorsement verso l’attuale leader. Una donna ci vorrebbe eccome, ma chi? Di primo acchito verrebbe un nome mai sussurrato dalla politica, la prof. Lidia Ferrigno, sempre vicina alla cultura di sinistra. Il sindaco trascorrerà le vacanze alla ricerca del nuovo assessore alla Cultura. Ma senza fretta.
Dc e bilancio di previsione ’26/28, sono i rompicapi natalizi. Lo strumento finanziario è stato incardinato il 23 dicembre e subito rinviato al 13 gennaio beneficiando della proroga al 28 febbraio. Fino a quella data l’amministrazione spenderà in dodicesimi, ovvero in esercizio provvisorio, 83 euro ogni mille euro. E siccome l’approvazione o la bocciatura passerà dalle bizzarrie democristiane, il 13 sapremo se quel che si dice e scrive sulla Dc vittoriese è frutto di “sogni” e di “travisamenti” giornalistici oppure è verità avallata da dichiarazioni scapestrate, magari rilasciate in orari dopo lauti pasti. La Dc di Vittoria in nome dello scudocrociato fondato dei padri costituenti democristiani è convinta di poter fare e dire ciò che vuole per legittimare Totò Cuffaro. Moro, De Gasperi e Sturzo ogni qualvolta si sentono citati da Marco Greco si rivoltano nei loro sepolcri, cercano gli attributi a cui aggrapparsi ma trovano solo ossa. Gli eredi di questi statisti stanno pensando di diffidare chiunque rivendichi azioni politiche democristiane in nome dei loro discendenti. E anche gli eredi di Andreotti, Sbardella, Piccoli, Forlani, Gullotti, Lima e Ciancimino, anch’essi democristiani doc, gradirebbero essere citati per par condicio.
Lasciando il faceto e ritornando al serio, ci sono buone probabilità che il bilancio sia approvato anche senza le “scuse” della segretaria dem Roberta Sallemi, che ha saputo tenere la schiena dritta sebbene ripresa in privato per quelle improvvide dichiarazioni antiDc. La porta del plenipotenziario competente per Concetta Fiore è aperta h24. E quindi il bilancio passerà senza gli emendamenti presentati da FdI, già respinti dall’amministrazione perché privi di copertura. I meloniani hanno presentato emendamenti separati: alcuni a firma di Alfredo Vinciguerra, Valeria Zorzi e Monia Cannata; un altro siglato da Giuseppe Scuderi. E ciò conferma che anche in casa destra la compattezza dell’azione politica è cagionevole. Gli unici emendamenti approvati dall’amministrazione sono quelli di Giovanna Biondo che chiede fondi incentivanti per le aperture di attività commerciali in via Cavour.