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Decreto Ucraina, intesa con la Lega: aiuti civili (ma restano le armi) per evitare un bis del caos

Dopo il pressing della Lega e il caos al Senato, intesa sul pacchetto: restano gli armamenti, maggiori aiuti per logistica, sanità e ricostruzione

Redazione La Sicilia

28 Dicembre 2025, 20:41

Decreto Ucraina, intesa con la Lega: aiuti civili (ma restano le armi) per evitare un bis del caos

Dopo le scintille sulla manovra, il governo punta a evitare nuovi intoppi sul decreto Ucraina. Dopo il caos registrato in Senato, Giorgia Meloni non vuole un bis sulla proroga di un anno del sostegno militare a Kiev. Anche per questo, dopo giorni di pressing da parte della Lega e del suo segretario Matteo Salvini, il testo approda in Consiglio dei ministri con alcune concessioni al Carroccio.

Si parla di accordo raggiunto: il ministro della Difesa, Guido Crosetto, conferma l’intesa.

La formula individuata includerebbe, oltre alle forniture militari, un pacchetto di aiuti destinati alla popolazione civile.

Un compromesso non solo "semantico", ma anche sostanziale, sottolineano fonti della maggioranza: alle armi si affiancheranno interventi civili per logistica, sanità e ricostruzione della rete elettrica.

La sostanza, tuttavia, non dovrebbe discostarsi dagli schemi già adottati nei precedenti decreti che, in questi quattro anni, hanno consentito l’invio di dodici pacchetti di rifornimenti.

La premier, nei giorni scorsi, ha più volte ribadito la propria linea. Non a caso, nel porgere gli auguri ai militari italiani, ha richiamato il motto dell’antica Roma “si vis pacem, para bellum”: «Non è, come molti pensano, un messaggio bellicista. Tutt’altro, è un messaggio pragmatico, solo una forza militare credibile allontana la guerra», ha spiegato. «È la forza degli eserciti e la loro credibilità lo strumento più efficace per combattere le guerre. Il dialogo, la diplomazia, le buone intenzioni certo servono ma devono poggiare su basi solide».

Sul fronte opposto, la Lega ha mantenuto alta la pressione su Palazzo Chigi, cavalcando anche il tema della corruzione in Ucraina, che a suo dire rende ancora più necessario garantire che i soldi degli italiani siano impiegati per aiutare una popolazione stremata e non per alimentare il potere di «qualche politico corrotto», rimarcano i parlamentari del partito di via Bellerio.

La richiesta del Carroccio è di prendere atto che negli ultimi tre anni lo scenario è cambiato. Oggi esiste un tavolo di trattativa: «E quindi più che mandare armi per attaccare e distruggere, si deve puntare sulla strategia difensiva, sulla logistica, su come proteggere i civili, come scaldarli, curarli».

Una posizione rafforzata dalle mosse pubbliche di Matteo Salvini, intervenuto direttamente nelle ore che hanno preceduto l’intesa con Palazzo Chigi fissando paletti chiari al provvedimento.

In questo quadro, per il leader leghista diventa decisivo sostenere le iniziative di Donald Trump per porre fine al conflitto: «Ci sono migliaia di morti ogni giorno, un massacro insensato per una guerra che ormai è chiaro a entrambi i fronti che nessuno vincerà sul campo», è la sua chiosa.

Una presa di posizione alla quale la presidente del Consiglio sembra rispondere, sia pure indirettamente, commentando l’esito della call di sabato scorso con gli alleati europei sul dossier Ucraina: «Mai come in questo momento, è necessario mantenere l’unità di vedute tra partner europei, Ucraina e Stati Uniti per porre fine a quasi quattro anni di conflitto. Solo attraverso questa solida unità di vedute la Russia può essere posta di fronte alle proprie responsabilità e spinta a dimostrare una reale disponibilità a sedere al tavolo dei negoziati».