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Scontro Calenda-Formigli, il primo accusa: «Mi volevano per attaccare la Meloni. Ci vedremo in Tribunale»

La rivelazione di condizionamento su Piazzapulita a cui il giornalista e conduttore replica: "Affermazioni false"

Redazione La Sicilia

31 Dicembre 2025, 16:45

Scontro Calenda-Formigli, il primo accusa: «Mi volevano per attaccare la Meloni. Ci vedremo in Tribunale»

Scontro a distanza tra Carlo Calenda e Corrado Formigli. Il leader di Azione, in un post su X, ha attaccato il conduttore di Piazzapulita (La7): “Nel disperato tentativo di buttare la palla in calcio d’angolo parli d’altro Corrado. Confermo parola per parola quando ho detto. Rinuncio volentieri all’immunità parlamentare e ci vediamo in Tribunale. Questo modo di fare spettacolo per cui i politici si invitano a condizione che recitino una parte è un vizio insopportabile dell’informazione italiana, come quello di invitare propagandisti di Putin pretendendo anche che vengano lasciati mentire indisturbati. Vedi il caso Sachs. Mi spiace ma è un misto di faziosità e pessima informazione che fa male alle democrazia italiana”.

La polemica nasce da quanto dichiarato da Calenda in un podcast con Ivan Grieco, in cui il senatore sostiene che gli autori della trasmissione di Formigli gli avessero chiesto di intervenire sulla legge di bilancio a condizione che attaccasse la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni; al suo rifiuto, l’invito sarebbe stato revocato.

Sulla vicenda è intervenuta la senatrice di Fratelli d’Italia, Susanna Donatella Campione, componente della Commissione Cultura di Palazzo Madama: “‘Mi era stato chiesto di parlare della legge di bilancio a patto che avessi attaccato Giorgia Meloni’. Questa l’accusa formulata dal leader di Azione Carlo Calenda nei confronti della trasmissione di Corrado Formigli. Sono dichiarazioni gravissime e mi aspetto che dal conduttore di Piazza Pulita arrivi un chiarimento”. Campione ha aggiunto: “Calenda sostiene che gli autori della trasmissione di Formigli gli abbiano chiesto espressamente di garantire un suo intervento contro la Meloni sulla legge di Bilancio. Al suo diniego l'invito al programma de La7 sarebbe stato revocato. È questo il modo di fare informazione? Mi domando, infine, se l’editore Urbano Cairo sia a conoscenza del ‘metodo Formigli’ adottato contro il centrodestra e contro un Governo che è espressione della volontà degli elettori”.

Formigli ha replicato respingendo con forza le accuse: “Nel disperato tentativo di attirare l'attenzione, il senatore Calenda continua a tirarmi in ballo. Ho deciso di non dargli corda per non alimentare i suoi giochini. Però di fronte a una falsità sesquipedale occorre per forza che intervenga, una tantum. Sostiene il senatore che ‘i miei autori’ prima di una puntata gli abbiano detto "ci deve garantire che attaccherà Meloni" e che la partecipazione alla parte di puntata sulla manovra sia saltata perché lui non avrebbe dato disponibilità ad attaccare la presidente del Consiglio. Questa affermazione è falsa e diffamatoria”.

Il giornalista ha quindi spiegato il lavoro di redazione: “Gli autori di un programma, quando sentono un ospite prima della puntata, chiedono a lui o, come nel caso di Calenda, al suo portavoce, che posizione abbia sui temi da dibattere al fine di comporre un parterre equilibrato e dialettico. Nel caso di specie, essendo stato invitato Italo Bocchino, sostenitore della manovra, gli autori si sono sincerati su quale fosse l’opinione in merito di Calenda per evitare posizioni troppo sovrapponibili. Si tratta del normale lavoro di qualunque autore televisivo, mestiere le cui regole Calenda evidentemente ignora o finge di ignorare. Non è però consentito al senatore mentire spudoratamente per farsi pubblicità: la sua presenza al talk sulla manovra, dopo vari scambi di messaggi tra i miei autori e il suo portavoce, è stata confermata alle 10.33 di giovedì mattina”.

Formigli ha poi ricostruito il cambio di scaletta: “Successivamente è però avvenuto un imprevisto: Monica Maggioni, invitata per un confronto col professor Jeffrey Sachs, è stata costretta a cancellare la sua presenza per ragioni strettamente personali. A quel punto, essendo rimasto Sachs senza interlocutore, abbiamo chiesto se fosse disponibile a spostarsi dal blocco sulla manovra a quello con Sachs per dibattere con lui di Ucraina e situazione internazionale. Il senatore ha accettato di buon grado, nonostante abbia gridato successivamente urbi et orbi che invitare Sachs in tv sia indegno. Non abbastanza, a quanto pare, da rifiutare di confrontarsi con lui”.

Infine, l’affondo conclusivo: “Ultima nota: il senatore Calenda sa benissimo di essere stato spostato con Sachs per via del forfait di Maggioni, eppure sostiene pubblicamente che la ragione siano le sue posizioni non abbastanza anti-meloniane sulla manovra. Mentire per un politico ed ex ministro è una cosa seria, altrove ci si dimette. E con questo credo che sul senatore Calenda sia tutto. La prossima volta, se accetterà di rinunciare all’immunità, ci vediamo in tribunale”.