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Gregoretti, Salvini sarà processato: il Senato vota sì

Di Francesco Saita |

Un processo voluto contro tutto e tutti. Perché “i miei figli devono sapere che quando non sono con loro non faccio il sequestratore di persone”. E perché “andrò a dire ai giudici che rivendico con fierezza il mio operato, la difesa dei confini”. Matteo Salvini, si prende poco più di 35 minuti in Senato per ribadire, dopo i dubbi circolati nelle ultime ore, che lui quel processo lo vuole davvero. Nonostante “fino all’ultimo i miei mi hanno detto di fermarmi”.

Seduto con alla destra Roberto Calderoli, l’uomo dei regolamenti del Carroccio, e alla sinistra l’ex ministro Gian Marco Centinaio, cravatta su camicia bianca e abito scuro, il leader leghista è più volte interrotto dai banchi del Pd e dei 5Stelle. Per lui – si vede – è un giorno particolare, in cui più volte farà la spola con gli uffici della Lega, per fare il punto, lanciare i suoi messaggi social (“vado a testa alta in Senato”). Le interruzioni non le gradisce: “Perché sui figli perdo la pazienza”, dice appellandosi alla Casellati, mentre i senatori dem lo invitano a non tirare in ballo i suoi ragazzi. Anzi insiste sul tema: “Voi non siete democratici, non avete ricevuto un messaggio da vostro figlio con scritto ‘forza papà'”, replica.

Poi Salvini si tranquillizza, entra nel merito della vicenda Gregoretti. “Li abbiamo salvati noi quei migranti in acque sar” i migranti sulla nave della Guardia Costiera, mentre “negli ultimi 3 anni ci sono stati 15mila cadaveri nel Mediterraneo, vittime del buonismo”. “Le dichiarazioni di Toninelli, Bonafede e Di Maio erano del giorno dello sbarco. Quindi o c’erano e non erano d’accordo o c’erano e non hanno capito. E sarebbe anche più grave”. “Rivendico con orgoglio di aver mantenuto una promessa elettorale – afferma allora – si sapeva che col voto alla Lega avremmo fatto di tutto per evitare gli sbarchi”. “Io – spiega – non chiamerò nessuno in correo, ma credo che in quel tribunale qualcuno sarà chiamato a rispondere”. “Gli avversari in democrazia – sottolinea – si battono alle urne non in un’aula di tribunale”. Salvini non cade nella trappola dell’accusa alla magistratura politicizzata. Evita di dichiararsi una vittima delle toghe. Anzi: “Andiamo a testa alta e mettiamo la parola fine a questa aggressione politica, non da parte della magistratura, sia chiaro” perché “io credo in una magistratura libera e indipendente”. “Io – sottolinea – ho riletto il dispositivo del Tribunale di Catania in cui la Procura chiede l’archiviazione”.

“Io sono convinto che l’archiviazione sarà la fine di questa vicenda e che coloro che oggi voteranno pensando di vincere, saranno sconfitti dalla verità e dalla realtà storica”, dice Salvini per il quale, quello chiesto oggi alla Lega – il via libera al processo – “è una forzatura alla verità storica”. Un sacrificio necessario per arrivare alla verità. Comunque, dice parlando della partita di oggi al Senato “vada come vada, i numeri sono chiari ed evidenti. C’è una maggioranza Pd-Iv-M5s che ritiene che io debba essere processato”. Quindi chiarisce che la Lega non parteciperà al voto: “Facciamo decidere a un giudice, usciamo da quest’aula e facciamo decidere lui. Ormai il re è nudo, potete andare avanti qualche mese o settimana ma in democrazia il giudizio lo dà il popolo”. I senatori della Lega escono mentre parla il capogruppo 5Stelle Perilli. Poi i tabelloni chiariscono, tra luci rosse e verdi l’esito del voto. Ora la scommessa del Capitano è far sì che le urne possano arrivare prima del processo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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