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L’Ars respinge la censura per Scavone, ma il M5s non s’arrende: mozione di sfiducia per Musumeci

Di Redazione |

PALERMO – Nessuna censura all’assessore regionale Antonio Scavone finito alcuni giorni fa nella bufera per i ritardi nell’espletamento delle pratiche di cassa integrazione in deroga che proprio oggi sono state esitate nella loto totalità e inviate all’Inps. L’Ars ha respinto la mozione contro Scavone che era stata presentata dal M5s: 25 voti a favore e 34 contrari. 

Per l’occasione in aula oggi si è rivisto anche il governatore Nello Musumeci. Era il 29 aprile quando il presidente della Regione abbandonò l’Ars furibondo attaccando il deputato Luca Sammartino (Iv) per avere chiesto il voto segreto, l’Ars poi approvò la manovra finanziaria senza il governatore in aula. Oggi, Musumeci è tornato a Palazzo dei Normanni per la discussione sulla mozione di censura  all’assessore al Lavoro, Antonio Scavone. Il presidente ha seguito in silenzio gli interventi in aula dei parlamentari e anche quando qualche deputato d’opposizione ha ricordato in aula che a nominare i manager arrestati Antonio Candela e Fabio Damiani è stato il suo governo, Musumeci non ha fatto una piega. 

Come non ha fatto una piega quando il capogruppo dei 5stelle, Giorgio Pasqua, intervenendo in aula sulla mozione di censura, poi respinta, per Scavone  ha annunciato all’Assemblea regionale siciliana una mozione di sfiducia al governatore Nello Musumeci. 

Sul “no” dell’Aula alla sfiducia a Scavone i deputati del M5S hanno detto che si tratta di «un altro pugno in faccia ai siciliani». Per i pentastellati  «si è persa un’occasione per dare un segnale e chiedere così scusa ai tanti lavoratori che hanno sofferto e stanno ancora soffrendo per gli inaccettabili ritardi delle procedure sulla cassa integrazione, dovuti ad un governo che ha brancolato nel buio e continua a farlo in quasi tutti i settori che amministra. La verità è che a casa non dovrebbe andare solo Scavone, ma anche e, soprattutto, Musumeci». 

«Ci aspettavamo convincenti risposte e umili scuse, non sono arrivate né le une, né le altre – hanno aggiunto – Abbiamo assistito ad un vergognoso scaricabarile nel vano tentativo di confondere le acque e scaricare le responsabilità sull’Inps. Ci sono ancora 10 mila pratiche da evadere che, tradotto in soldoni, significa decine di migliaia di persone in attesa. E assurdo che gran parte di questo caos sia dipeso da una piattaforma informatica inadeguata. Questa mozione – concludono – ha avuto quantomeno il merito di far confrontare governo e parlamento su un’importante questione e quello di far tornare in aula Musumeci che, a questo punto, faremo tornare a Sala d’Ercole per una nuova mozione: quella di sfiducia nei suoi confronti».

Con i 5s ha votato pure il Pd anche se non è bastato.   “Abbiamo scelto di votare la mozione di censura nei confronti dell’assessore al Lavoro Antonio Scavone – ha detto i capogruppo del Pd all’Ars Giuseppe Lupo intervenendo in Aula – certi di interpretare il sentimento dei tantissimi lavoratori e cittadini siciliani che si sono sentiti abbandonati dal governo regionale». 

«Siamo arrivati con spirito laico, pronti a sentire le ragioni che avevano causato i ritardi nell’erogazione della cassa integrazione, con la speranza di assistere ad un’assunzione di responsabilità e di sentire parole di speranza per i lavoratori ancora in attesa – ha aggiunto Lupo – ed invece c’è stato il solito scaricabarile che tentava di attribuire le responsabilità al governo nazionale, alle procedure, al sistema informatico, alle linee guida. Il presidente Musumeci aveva assicurato il 7 maggio che entro pochi giorni sarebbero state evase tutte le pratiche – conclude – siamo a fine maggio ed ancora 10mila pratiche restano da esaminare. La causa di tutto questo è una sola: l’inadeguatezza politica di un governo che non ha saputo organizzarsi proprio su un versante fondamentale come quello del sostegno ai lavoratori».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA