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Quale Sicilia con il Recovery Fund? Lavoro e infrastrutture, ecco il piano

Di Michele Guccione |

PALERMO – Il “Recovery Fund” è una delle misure varate dalla Commissione europea nell’ambito della strategia “Next generation Ue” con cui la presidente Ursula von der Leyen intende contrastare gli effetti economici della pandemia investendo sul futuro dell’Europa. Tre le linee guida che i Paesi membri devono seguire nell’individuare i progetti: Ambiente, Digitale e Resilienza economica. Dentro questi tre assi vanno trasversalmente inseriti i temi che interessano la Sicilia, dalle infrastrutture al lavoro dei giovani e delle donne, dalla digitalizzazione alla sanità, dalle imprese all’ambiente e turismo, fino alla ricerca scientifica e alle energie rinnovabili.

Il Ciae, l’apposito comitato, è già al lavoro per indicare ai ministeri come procedere in vista della presentazione del “Recovery Plan”, l’elenco esecutivo delle misure da finanziare: mercoledì consegnerà le lnee guida al ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola. Poi, dal 15 ottobre fino a gennaio 2021 si avvierà fra Roma e Bruxelles la consultazione informale sui singoli progetti da ammettere al “Recovery Plan”. Ma la decisione finale dell’Ue sulle proposte arriverà ad aprile e il primo acconto del 10% sarà erogato a giugno.

Complessivamente all’Italia spetterebbero 209 miliardi, ma la commissione non ha mancato di muovere rilievi sulla debolissima situazione finanziaria del Paese. E, non potendo fare valere i paletti del Patto di stabilità, ha puntato l’indice sull’inefficienza della giustizia e della Pubblica Amministrazione, facendo intendere che dalle misure finanziate col “Recovery Plan” si attendono soluzioni.

Per quello che può riguardare anche la Sicilia, questi sono i punti che, all’interno del Ciae, sono stati indicati come schema generale dal ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano.

Rispetto della Coesione territoriale. Come richiesto dalla Commissione Ue per i progetti dei ministeri, Provenzano ha sollevato nel Ciae, in merito alla quota del 34% di investimenti al Sud, la necessità che tutti i ministeri presentino progetti mirati alla riduzione dei divari Nord-Sud, sulla base del fabbisogno che, in molti casi, (ad esempio per le infrastrutture) richiede una quota superiore al 34%.

Piano per il Sud. Nel “Recovery Plan” si riverseranno, potenziandole, le linee di azione e di intervento individuate nel “Piano Sud 2030”, in particolare per gli asili nido, che deve prevedere anche le risorse per il loro avviamento. Inoltre, risorse per il tempo pieno nelle scuole e per la sanità territoriale. Poi, il potenziamento e il rilancio della Strategia nazionale per le aree interne che, mentre prima riguardava un quarto delle aree, adesso va estesa. Con il “Recovery Plan” si può soddisfare la domanda dei possibili beneficiari delle aree interne.

Fiscalità di vantaggio. Meno 30% di contributi previdenziali a carico delle imprese che operano al Sud, non solo quelle che assumono.

“Ecosistemi dell’innovazione” al Sud”. Seguendo il modello di San Giovanni a Teduccio, creare poli che mettano insieme università, grandi imprese, Pmi, incubatori di startup e rigenerazione urbana. Modulando questo “cruscotto”, si propongono ecosistemi dell’innovazione in ogni Regione del Sud, per tenere insieme le specializzazioni del territorio e le esigenze dell’Italia di posizionarsi in tecnologie di frontiera. Partner di questi progetti, da svolgere assieme al Miur, saranno le università, affiancate dalle grandi imprese (a partire da Leonardo), agenzie ed enti pubblici di ricerca, Fondo nazionale Innovazione, Cassa depositi e prestiti (anche per gli aspetti di rigenerazione urbana). Possibili esempi: elettronica a Catania, aerospazio a Grottaglie, intelligenza artificiale a Cosenza.

Agricoltura 2.0. Realizzare un’infrastruttura digitale per l’agricoltura sostenibile e di precisione diffusa nelle Regioni del Sud. L’infrastruttura sarà basata su sensori, tecnologie satellitari, strumenti di agricoltura di precisione, raccolta dei dati. La digitalizzazione potrebbe attivare numerosi servizi strategici per lo sviluppo della filiera agricola italiana, tra cui il monitoraggio delle aree vulnerabili, la capacità di produrre materie prime in modo sostenibile, il risparmio idrico.

La Regione. Anche la Regione è all’opera per proporre al governo nazionale interventi da inserire nel “Recovery Plan”. La Giunta presieduta da Nello Musumeci giovedì sera ha avviato l’esame delle linee guida. Martedì, poi, ci sarà l’audizione della Conferenza delle Regioni in commissione Bilancio della Camera sulle priorità da inserire nel “Recovery Plan”. L’assessore Gaetano Armao parteciperà come coordinatore della commissione Affari istituzionali della Conferenza. La proposta delle Regioni, già votata all’unanimità mercoledì scorso con l’inclusione a sorpresa del Ponte sullo Stretto, si basa sui documenti discussi lo scorso 4 agosto con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

La Regione, come anticipa Armao, si darà una visione di sviluppo per i prossimi 30 anni, puntando sui due interventi più “trainanti”: le “Reti della conoscenza” e il “Sicily working”, cioè il rientro dei giovani per lavorare a distanza per le aziende di tutto il mondo. Queste due linee comporteranno la realizzazione di tutte le condizioni per agevolare queste due forme di sviluppo: il Ponte e la viabilità, il potenziamento del sistema sanitario e delle misure di sicurezza, la disponibilità di ambienti idonei al lavoro agile, le connessioni, la digitalizzazione, la creazione di Digital Hub e di poli di ricerca e di innovazione tecnologica.

Infrastrutture e piano “Italia Veloce”. La ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, ha stilato un elenco di 130 infrastrutture già finanziate, che valgono 200 mld, da sbloccare ricorrendo in parte alle risorse del “Recovery Fund”. Per la Sicilia sono state inserite opere attese anche da 40 anni: la diga di Pietrarossa, la ferrovia Palermo-Trapani via Milo, la velocizzazione della linea Messina-Catania-Palermo, il raddoppio e la velocizzazione della linea Messina-Catania-Siracusa, i nodi ferroviari di Palermo e Catania, la Catania-Ragusa, la manutenzione dell’autostrada A19, il completamento della Agrigento-Caltanissetta.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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