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Minardo: La federazione con la Lega in Sicilia va avanti. Se qualcuno ci ha ripensato, lo dica»

Di Mario Barresi |

Onorevole Nino Minardo, la Lega al Sud non sfonda più. In Campania ha preso quasi quanto la lista Mastella…

«Alle Regionali la Lega, rispetto a cinque anni fa, cresce ovunque. Da Aosta a Bari».

Ma, rispetto a Politiche ed Europee, i dati al Sud sono pessimi. Lei non è un semplice deputato: sulle cose di Sicilia Salvini l’ascolta molto. Non teme che il rimpicciolimento sia un processo irreversibile pure sotto lo Stretto?

«Salvini piace sempre al Sud e quando il voto è più politico la Lega sfonda anche da noi. Le cose cambiano quanto le elezioni sono più legate a variabili come i territori e le classi dirigenti locali. E qui bisogna essere lucidi e autocritici. Gli ultimi risultati al Sud devono essere uno stimolo in più per radicarci di più. E per avere un approccio diverso con chi si avvicina a noi: bisogna essere selettivi e filtrare, ma senza eccessi. Un po’ più aperti, insomma…».

Il suo cavallo di battaglia: la “Lega terrona”. Che magari non piace a tutti.

«La Lega che, per statuto e indole, sta nei territori e si apre alle realtà locali. In Sicilia non può che essere così».

Ah, la federazione coi movimenti. Non che è sia un trionfo. Musumeci svicola e rinvia, l’iniziale entusiasmo degli Autonomisti s’è raffreddato.

«Il progetto, purtroppo, è stato messo in stand-by».

Nelle alleanze per le Amministrative la Lega è stata trattata come il brutto anatroccolo del centrodestra, anche dai movimenti con cui dovreste federarvi. Minardo, sembra lei l’unico a tenerci ancora…

«Per diverse ragioni, non siamo riusciti a fare ciò che io chiedevo: chiudere il patto federativo prima delle Amministrative in Sicilia. Speriamo che questa circostanza non ci penalizzi alle urne. In ogni caso, dal 5 ottobre la Lega riprenderà il suo percorso: chi ci vuole stare ci sta, se no amici come prima. Se i leader ci hanno ripensato, non è detto che noi non possiamo parlare al loro elettorato».

E che intendete fare, allora, un’Opa ostile sui mancati alleati?

«L’idea di federazione è ancora in piedi. E noi aspettiamo. Ma intanto dobbiamo mettere radici e lavorare alle liste in prospettiva Regionali 2022: quale modello di Sicilia vogliamo e l’identikit di chi deve guidare la vera svolta in cui la Lega sarà protagonista».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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