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Catania, alla Festa dell’Unità il Pd rilancia un patto per far ripartire la città

Di Redazione |

CATANIA – E’ dal palco dell’edizione 2020 della Festa dell’Unità, conclusasi sabato sera, che parte la sfida di realizzare un programma di intervento straordinario per una Catania rimasta incastrata in un “lockdown progettuale”, con investimenti milionari bloccati e progetti parcheggiati nei cassetti.

Nel corso del “focus” su Catania, ad alzarsi con un colpo di schiena sono state le forze produttive della città, con Confcommercio in testa (“facciamolo noi” dice Pietro Agen), seguito a ruota da Confindustria (Antonello Biriaco) e i sindacati Cgil, Cisl e Uil che raccolgono l’appello, con Giacomo Rota e Maurizio Attanasio che rilanciano “proponiamo gli Stati Generali” e il PD catanese, tornato a far sentire la propria voce con la guida del nuovo segretario provinciale Angelo Villari a dire “noi ci siamo”, mentre dalla platea qualcuno suggella il patto “Questa è la Festa dell’Unità”.

Un “noi ci siamo, raccogliamo la proposta” che Villari ha ribadito. “A partire dalla organizzazione di un momento, sobrio e partecipato, che segnasse la ripartenza, un ‘colpo di reni’ di un partito rimasto anch’esso in lockdown per nostra negligenza, ma che ora vuole rimettere in campo idee e azioni”. “Ripartiamo dai temi che appartengono alla nostra tradizione, welfare, diritti civili, sviluppo economico, sostenibilità, crescita sociale e conoscenza, coinvolgendo l’intera cittadinanza”.

«Il Pd è tornato a tutti i livelli» gli fa eco il segretario regionale Anthony Barbagallo, cui è stata affidata la chiusura della Festa. “Il partito diventa il baricentro del dialogo e della proposta politica alternativa alle Destre. Attorno al PD va costruita un’alternativa anche alla città di Catania. La posizione del partito deve essere una sola: Salvo Pogliese si deve dimettere. E’ un ‘tirare a campare’ insopportabile, la città non ha una guida, non ha un’anima”.

“Catania non potrà essere guidata per 18 mesi con un’amministrazione ordinaria, serve un sindaco che si assuma la responsabilità di scelte fondamentali” aveva sottolineato poco prima anche l’ex sindaco Enzo Bianco, presidente del Consiglio Nazionale Anci, che non si è sottratto a commentare il decreto della Corte dei Conti che condanna la sua “gestione” per non aver dichiarato il dissesto, “faremo appello al provvedimento e dimostreremo le nostre ragioni, con il massimo rispetto per il ruolo dei giudici” ha detto Bianco, mentre il Pd, per bocca del suo responsabile del Programma con delega alla città, Jacopo Torrisi, consegna la richiesta delle dimissioni di Salvo Pogliese.

Ma è sul Team per Catania che l’ex sindaco Bianco ha voluto rilanciare: «Invito il Comune, i vari protagonisti e le istituzioni catanesi a fare la propria parte. Sono pronto ad impegnarmi per questo obiettivo, al di là delle divisioni partitiche – ha detto Bianco -. Noi avevamo messo in piedi una Cabina di regia, istituzionale e tecnica, con un cronoprogramma preciso che le forze produttive della città potevano e dovevano controllare. Oggi, a prescindere da chi in questo momento amministra, quello spirito si è perso. Occorre rilanciarlo».

Ospite del dibattito è stato anche il presidente del Consiglio Comunale di Catania Giuseppe Castiglione che cauto nel suo ruolo istituzionale, ha tracciato l’unica alternativa possibile alle dimissioni spontanee del primo cittadino, e cioè la mozione di sfiducia dei consiglieri di Palazzo degli Elefanti. Il capogruppo M5S, Emanuele Nasca ha aperto a una collaborazione con le altre forze politiche, Pd in primis, sulla base dei programmi: Waterfront, zona industriale, la grande incompiuta di Corso Martiri della Liberta, per citarne solo alcuni.

«Vogliamo siglare un patto con le generazioni» ha detto ancora Angelo Villari, con un maggiore protagonismo anche delle donne. E dall’assemblea Delle Donne, moderata dalla presidente dell’Assemblea Provinciale Pd Ersilia Saverino, è arrivato un momento confronto proficuo «per costruire una leadership tutta al femminile, pensare ad una vera riforma per le Politiche sociali, la tutela del lavoro e la disparità di reddito, la scuola, le donne in politica», ha dichiarato Saverino, cui sono seguiti gli interventi di Tania Spitaleri, Antonella Carini, Giusy Pedalino, Chiara Mangiagli, Giovanna Monaco e Francesca Caudo della Segreteria Provinciale, l’on. Luisa Albanella, presidente Commissione Provinciale di Garanzia, Giovanna Scalia, segretaria PD di San Giovanni La Punta, Adele Trovato, direzione Regionale. «Dobbiamo ripartire e puntare a costruire una società migliore e senza distinzioni nel mondo del lavoro e delle opportunità – ha sottolineato la presidente – Purtroppo ancora oggi si scommette poco sulle donne e sappiamo bene tutte quanto sia difficile per noi raggiungere ruoli apicali noi possiamo dare tanto e arricchire il panorama politico e istituzionale in quanto forza rigeneratrice ed espressione di diverse sensibilità».

Due giorni intensi che hanno visto alternarsi sul palco del SAL, una cinquantina di relatori, alla presenza del sottosegretario alla difesa Giulio Calvisi e i saluti del ministro per gli Affari Regionali e Autonomie Francesco Boccia, che nel suo video messaggio ha ammesso “due anni fa la nostra Comunità, viva più che mai, ci lanciò il monito di non sbagliare più. Con il segretario Zingaretti stiamo ricostruendo il campo di azione dentro il quale deve muoversi il partito, sul terreno della scuola e della sanità pubblica, della sostenibilità ambientale, della digitalizzazione, della solidarietà”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA