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La senatrice etnea Drago (ex M5S): «Io “volenterosa”? Ho chiesto risposte, non stalking…»

Di Mario Barresi |

Senatrice Drago, quante telefonate di corteggiamento politico sta ricevendo?

«Tantissime. Ma in questi ultimi giorni un po’ meno. La proposta più pressante è quella di far parte di una quarta gamba del governo Conte».

La luna gliel’hanno già offerta?

«Quella ancora no, altro sì. Di tutto».

Farà la sottosegretaria alla Famiglia.

«No. E non perché non mi piacerebbe o perché voglio fare la preziosa. La pseudo-proposta non può essere condizionata all’ingresso in un gruppo. La scelta dev’essere fondata sui valori».

Conte, però, un segnale gliel’ha dato, nel suo discorso in Senato…

«Vedo che è attento. Sì, il presidente Conte ha ripreso il mio intervento sull’emergenza demografica. Un discorso studiato in ogni virgola…».

Non c’è alcun dubbio.

«La chiave del futuro è uscire dall’inverno demografico. Ho fatto un bel webinar col professor Gotti Tedeschi e col presidente dell’Istat. E a Conte ho detto: è encomiabile l’attenzione sull’ambiente, ma che senso ha il Creato senza creature?».

L’ultracattolica Drago, atterrita dal crollo di matrimoni religiosi, chiede misure sulle nascite nelle famiglie tradizionali.

«Io non rinnego le mie idee religiose. Ma sono per uno Stato laico. E nella laicissima Francia c’è un modello di welfare invidiabile per le famiglie. In Italia, invece, nessun collega della maggioranza, la stessa che ora mi chiede sostegno, ha firmato la mia mozione per sostenere l’indice di natalità. L’hanno sottoscritta una trentina di senatori di centrodestra. E invece ci si fissa sui migranti. Io sono per l’accoglienza dignitosa, ma non si può colmare la carenza di nascite con l’immigrazione. E poi mi faccio alcune domande. Da dove vengono i carciofi che fanno concorrenza sleale a quelli di Niscemi? Dalla Tunisia. Da dove vengono quasi tutti gli sbarchi dell’ultima estate? Dalla Tunisia. Su questo bisognerebbe riflettere…».

Potrebbe approfondire il tema nel gruppo dei costruttori neo-dc, trovando un idem sentire con Tabacci e magari con la Binetti. E poi anche la Cei cita i «costruttori» evocati da Mattarella. What else?

«C’è la necessità di un nuovo soggetto politico, ma senza fretta. Noi di Popolo Protagonista ci stiamo lavorando in prospettiva 2023, ispirandoci a Sturzo, De Gasperi e Moro. Il mondo cattolico paga le divisioni, l’ho fatto presente ai livelli alti. Ma la soluzione non è un gruppo-accozzaglia con l’alibi di non far cadere il governo».

Con il M5S è una storia finita.

«L’addio al movimento non è stata una ripicca personale, ma una scelta ponderata, etica. E ora le condotte dei miei ex colleghi, scientificamente volte a rallentare la mia attività parlamentare, mi confermano che ho fatto bene ad andarmene».

Senatrice, allora entra o non entra nel gruppo dei “volenterosi” di Conte?

«A queste condizioni non lo so. Io ho votato no alla fiducia, perché non era su Conte, ma sulla compagine governativa. E alcuni ministri sono disastrosi. Per me l’unica soluzione è che tutti facciano un passo indietro e nasca un governo, anche un Conte-ter, di unità nazionale. Siamo in guerra, dobbiamo pensare ai giovani. Io ho chiesto interventi su nascite, scuola e Sicilia. Voglio risposte, non stalking…».

Mercoledì come voterà sulla relazione di Bonafede sulla giustizia? È lì che rischia di cadere davvero il governo Conte.

«Sarà un momento critico. Non voglio esprimermi. Vorrei documentarmi prima. Ho molti dubbi. Studierò, ascolterò gli interventi. E poi deciderò, all’ultimo».

Ha messo in conto che se si torna alle urne potrebbe dire addio al suo scranno?

«Così come posso rinunciare a un posto nel governo, non mi fa paura la prospettiva di non essere rieletta. Ho una famiglia meravigliosa e un lavoro che mi piace: la docente. Magari tornerò a fare la costruttrice. Ma di coscienze critiche…».

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