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Minardo: «Il bis di Nello? Si vedrà al tavolo nazionale di coalizione»

Di Mario Barresi |

Onorevole Minardo, perché la Lega ha disertato il vertice di maggioranza?

«Sabato sera ho ricevuto un garbato sms di invito del presidente Musumeci, al quale ho risposto, con altrettanto garbo, che non ci sarei potuto essere per impegni parlamentari a Roma».

Poteva mandare qualcuno al suo posto. E comunque dal vertice emerge un malessere, nel centrodestra siciliano, che non è soltanto della Lega.

«Leggendo i giornali il tema del vertice è poco gratificante. Per me, come addetto ai lavori, e anche per l’opinione pubblica».

Sembra un messaggio in codice. Cosa vuole dire?

«Voglio dire che la Lega non è interessata al toto-nomine né a ratificare scambi bilaterali di deleghe».

Lo scambio Falcone-Razza non si fa. Forse l’ex assessore alla Salute tornerà presto al suo posto.

«Su Ruggero sono stato chiaro sin dal primo giorno. Non avrei nulla in contrario se tornasse al suo posto. Ma possiamo parlare pure di altre cose?».

Gioca il jolly dell’argomento a piacere. Prego: di cosa vuole parlare?

«Delle riforme che si devono fare in quest’ultimo anno e mezzo di legislatura. Benissimo: noi ci siamo lealmente al governo e all’Ars. Già durante la finanziaria abbiamo invocato un cambio di passo, un ultimo sprint che purtroppo non è arrivato. Ma le riforme più urgenti, nel pieno della crisi Covid, sono cose che si devono fare subito. I ristori alle imprese, la ripartenza del sistema economico e produttivo, un piano per la stagione turistica, le isole “Covid free” da noi invocate da tempo e sulle quali s’è partiti in ritardo. Non c’è bisogno di vertici, per dare risposte ai siciliani su questi temi. Un raccordo di coalizione, invece, sarebbe necessario per puntare su un Recovery che investa su ambiente, rifiuti e sanità come infrastruttura, e per riformare la burocrazia, anziché attaccarla, con formazione e rigenerazione del gruppo dirigente. Ecco, di tutto ciò noi vorremmo che si parlasse».

E invece ci parli delle Regionali 2022. Musumeci vuole ricandidarsi. Se al prossimo vertice tirerà fuori il documento di sostegno, già pronto martedì sera, lei lo firmerà?

«Non mi esprimo su un documento di cui non conosco il contenuto. Dico solo che la Lega sta lavorando a un centrodestra unito e inclusivo. Di nomi e candidature è meglio parlarne a fine anno, se non addirittura a inizio 2022».

Ma a giugno è già prevista una convention per lanciare la ricandidatura di Musumeci.

«Mi risulta che, a norma del decreto Draghi, i convegni siano vietati fino a luglio. Magari hanno informazioni che noi non abbiamo, visto che abbiamo dovuto rinviare gli stati generali del turismo in programma in questi giorni in Sicilia. Scherzi a parte, ancora è presto per lanciare candidature che in ogni caso andranno vagliate, com’è corretto che sia, anche al tavolo nazionale del centrodestra».

Un tavolo in cui Salvini rivendicherà il candidato governatore in Sicilia.

«Salvini farà la cosa giusta al momento giusto. Per il momento posso dire che la Lega, in Sicilia, non ha alcuna preclusione, ma allo stesso tempo sente di avere tutte le carte in regole per dire la sua alle Regionali 2022».

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