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Renato Schifani: «Alfano ci pensi: col centrodestra allargato sconfiggeremo i grillini»

Di Mario Barresi |

«I grillini avanzano. A Palermo e in Sicilia sono il primo partito. Non sono organizzati come classe dirigente, ma sono strutturati in un voto che si manifesta contro la politica e i partiti. Un percorso inarrestabile, nonostante scandali e errori. Non sono rassegnato: il tema non è più la loro demonizzazione, ma come batterli con la buona politica. A Milano, con due candidati espressione della buona politica, sono stati surclassati».

– In Sicilia il centrodestra ha avviato il percorso delle primarie per le Regionali. Può essere un modo per far emergere la buona politica?

«Secondo me occorre lavorare di più e concentrarsi sul programma e sul progetto del centrodestra. La partita, a ottobre in Sicilia, sarà fra 5stelle e centrodestra».

– E il Pd dilaniato dagli scontri? È fuori gioco?

«Il Pd con tutte le forze che sostengono Crocetta – e questo lo dicono tutti i sondaggi, ma basta stare fra la gente per rendersene conto – è dato per ultimo, dopo M5s e centrodestra unito».

.- L’autocandidatura di Crocetta con il suo nuovo movimento è l’ultimo colpo di scena…

«Non voglio guardare in casa d’altri. La mossa di Crocetta l’avevo anticipata ai miei collaboratori un anno fa: era già tutto previsto. Lo scenario odierno del centrosinistra mi appare speculare a quello del centrodestra alle Regionali del 2012. I sondaggi, oggi, danno il centrodestra unito fortemente competitivo nei confronti dei 5stelle».

– L’unità, però, non può prescindere dal nome del candidato governatore della coalizione.

«Più che innamorarsi della scelta dei nomi, al momento privilegerei il progetto: aumento del Pil per accrescere il gettito e attivare investimenti, sistema di rigore e premialità sulla riscossione degli enti locali, blocco del turn over delle assunzioni per ridurre la spesa corrente».

– Insistiamo: è partita la macchina delle primarie. In queste ore Musumeci scende in campo. Forza Italia, finora piuttosto tiepida, che vuole fare?

«Anche dentro Forza Italia vi è un dibattito interno sulle primarie, gestito con molta oculatezza e attenzione da Micciché, che ho ritrovato attivo come non mai e circondato da un’ottima classe dirigente. Sulle primarie, che non sono nella storia di Forza Italia, ci sono idee diverse: troveremo una sintesi».

– E la sua idea qual è?

«Non sono pregiudizialmente contrario alle primarie. Non vorrei però che premiassero il candidato più votato, ma non l’unità della coalizione attorno al vincitore. C’è il rischio di un progetto divisivo e non inclusivo. La sconfitta del 2012 dovrebbe farci riflettere. Dobbiamo essere uniti su un candidato aggregante con un progetto innovativo, che oggi ha la priorità sui nomi».

– In caso di Politiche a giugno, può uscire la necessità di un’alleanza Pd-Forza Italia a Roma. Il che, con le Regionali a ottobre, potrebbe rafforzare lo scenario di Große Koalition siciliana: da destra a sinistra tutti contro i grillini?

«Il centrodestra deve in ogni caso individuare il candidato prima di giugno. Detto questo, più che a una larga coalizione, guardo più con attenzione a un altro scenario. Io, cofondatore di Ncd, mi sono dimesso da capogruppo per tornare nella mia grande famiglia di Forza Italia, perché il dna e la base elettorale di Ncd sono di centrodestra, mentre la linea politica del partito guardava ormai a sinistra. Tant’è che uno dei motivi della mia scelta fu l’inaccettabile appoggio di Ncd al governo Crocetta: non ve n’erano le ragioni politiche. Ma ormai tutto ciò fa parte della storia…».

– E quindi?

«Penso a un’altra ipotesi, seppur a titolo personale: una riflessione attenta da parte della classe dirigente di Ncd, per tornare a guardare al centrodestra, staccando subito la spina a Crocetta, attraverso un progetto allargato che possa aiutare la coalizione non solo a essere competitiva, ma a battere i grillini in Sicilia».

– Perché Ncd tornerebbe col centrodestra?

«Ncd s’interroghi e capirà che può dare un contributo decisivo. Una scelta estremamente strategica e intelligente. Del resto, il centrosinistra con Pd, Cardinale e Alfano, in Sicilia, è perdente. E poi la base di Ncd è di centrodestra. I flussi del referendum parlano chiaro: i loro elettori, in Sicilia, hanno votato No al 70%, contro l’indicazione di Alfano. Nel resto d’Italia il dato è stato del 55-60%. Sono i numeri a parlare…».

– Ma nel centrodestra, non solo in Sicilia, c’è chi di Alfano non vuole neanche sentirne parlare…

«Non v’è dubbio che questa mia riflessione possa essere non gradita a chi giustamente in questi anni ha fatto opposizione a Crocetta. Ma se questa idea viene proprio da chi, come me, ha contestato e lasciato Ncd, penso che possa essere letta in termini di assoluta buona fede e meriti attenzione nel dibattito di un centrodestra in cui Micciché sta facendo un grande lavoro».

– Schifani potrebbe essere il candidato governatore in questo contesto?

«Non sono in corsa. C’è Musumeci che stimo molto, ci sono altri nomi importanti nel mio partito. A me interessa dare un contributo per unire, plasmare e vincere».

– A Palermo il centrodestra ha il rimpianto del mancato accordo con Ferrandelli. E adesso che succede?

«Micciché sta lavorando a una coalizione ortodossa, con tutto il centrodestra. Dinnanzi a un’ipotesi di election day, con Politiche e Amministrative, ritengo difficilmente percorribile la strada di sostenere Ferrandelli, al netto della stima che gode da parte di molti di noi, rinunciando al nostro simbolo nella quinta città d’Italia. Fra poco si sceglierà e si sceglierà il migliore».

Twitter: @MarioBarresi

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