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L’Isola affonda e la maggioranza litiga

L’Isola affonda e la maggioranza litiga Crocetta convoca un vertice per martedì

Il governatore propone agli alleti 4 riforme prima dell’estate

Di Redazione |

REGIONE,PALERMO – Mentre Bankitalia certifica la crisi senza fine dell’economia siciliana, a Palermo nelle stanze del potere dove risolvere i problemi dell’Isola dovrebbe essere l’unica e sola priorità si pensa a litigare. Questa mattina sono stati i renziani regionali del Pd a scagliari contro il presidente della regione Rosario Crocetta e soprattutto contro le sue dichiarazioni degli ultimi giorni come: «Sono un rottamatore, faccio della rottamazione una pratica politica in Sicilia, forse sono l’unico. Sono il più renziano dei presidenti di Regione, gli uomini di Renzi in Sicilia, invece, rappresentano la conservazione. La rottamazione non si fa per correnti».   Marco Zambuto, presidente dell’Assemblea regionale del Pd dice: «Penso che si debba aprire dentro il partito una seria riflessione sull’opportunità di continuare un’esperienza di governo che non risulta essere più in sintonia con la Sicilia ed i Siciliani». «Non mi sarei aspettato – aggiunge – che a commento dei risultati elettorali, il Presidente Crocetta la cui popolarità in Sicilia è pari allo zero, si avventurasse a scaricare le sue responsabilità sul Presidente del Consiglio Matteo Renzi».   Giancarlo Garozzo (Pd) sindaco di Siracusa afferma: «Solo il presidente Crocetta e la sua ristretta cerchia di collaboratori finge di non vedere. La sua è una gestione amministrativa capace solo di distruggere – come nel caso della formazione professionale e dell’abolizione delle province – senza riuscire a costruire nulla di alternativo e che alla fine gli elettori hanno punito». «La situazione – aggiunge – richiede una serie analisi politica e investe soprattutto il Pd. Prima di valutare ipotesi di nuove maggioranze è giunto il momento di chiederci se sia ancora il caso di sostenere questo governo. Il messaggio lanciato con il voto di domenica è un segnale per un deciso cambio di passo. Crocetta, che finora ha deluso tutte le aspettative, non sembra esserne all’altezza».

Critiche a Crocetta anche dall’Udc. Secondo il presidente nazionale, Gianpiero D’Alia «Crocetta sbaglia nella sostanza perché è irresponsabile dividere la maggioranza prima di importanti appuntamenti parlamentari» e sbaglia nella forma utilizzando utilizzare toni eccessivi e sproporzionati che non fanno altro che alimentare ancora di più la distanza del governo regionale dal Parlamento ma anche dai siciliani».   Da Roma, il sottosegretario allo Sviluppo Simona Vicari, di Ncd, «dopo tre anni di goerno disastroso» invita il presidente Crocetta a interrogarsi sui fallimenti di cui è il principale artefice» piuttosto che denunciare presunti complotti del governo nazionale, reo di non averlo aiutato in chissà quale altro salto nel buio».

Sotto i colpi del fuoco amico, il governatore prova a reagire accusando gli esponenti siciliani del governo Renzi di non fare gli interessi della Sicilia ma quelli dei rispettivi partiti o di correnti di partito: «Il ministro Alfano ci attacca – spiega Crocetta – il sottosegretario Castiglione ci attacca, Simona Vicari non è certo tenera, Faraone entra a gamba tesa sul mio governo come per le vicende Ismett e formazione professionale; ci portiamo dietro ancora i contraccolpi degli attacchi del ministro Lorenzin sulla vicenda della morte della piccola Nicole. Basta. Non posso più tollerare questo film».   E lancia la sfida alla sua maggioranza, che incontrerà martedì prossimo a Palazzo d’Orleans in vertice convocato dallo stesso governatore, mettendo sul tavolo «quattro riforme da approvare all’Ars prima della pausa estiva»: Liberi Consorzi e città metropolitane «con diritto di autodeterminazione», “Sblocca Sicilia” con le norme per la riforma della burocrazia, la legge per dare un reddito ai disoccupati e quella sull’acqua pubblica «rispettando il referendum».   «Questi sono quattro temi democratici e di sinistra – dice Crocetta – che permettono di verificare chi difende il passato e chi invece vuole il cambiamento, la rivoluzione e la rottamazione». «Io sono qui, eccomi, pronto a discutere – aggiunge – ma non sono disposto a giochi di Palazzo, congiure, riciclaggi, riposizionamenti e alla politica-politicante».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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