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Ragusa, nel rapporto dell’Asp vita morte e “miracoli” degli iblei

Di Lucia Fava |

Si tratta di un documento prezioso, con informazioni scientifiche, dati e indicazioni utili che fotografano lo stato della popolazione iblea. “E’ una delle relazioni più complete tra quelle presentate ogni anno in Sicilia” ha commentato Ficarra, ringraziando il personale e gli uffici per l’impegno.

In particolare, i dati evidenziano una popolazione in crescita, fatta di 321.458 abitanti, di cui 159.214 maschi e 162.224 femmine. I nati durante l’anno sono stati 2811, con una prevalenza di maschi (1472) rispetto alle femmine (1339) e con un tasso di natalità di 8,74 riferito alla popolazione della provincia, che risulta superiore a quello italiano, seppur in diminuzione rispetto al 2016 che era stato di 8,75. Negli ospedali ragusani sono nati 3.328 bambini, un numero superiore a quelli nati dai soli genitori residenti, il che presuppone una fascia di utenza proveniente sempre più dalle province confinanti.

Il Comune con il tasso di natalità più alto risulta quello di Acate (11,64 %) ma è anche quello che, rispetto al resto della provincia, ha mostrato nel 2016 una durata di vita media più bassa per gli uomini, 70,98 anni. Viceversa, Monterosso Almo è il Comune in cui nel 2016 si sono registrate meno nascite della provincia (4,64) ma è anche la città dove ci sono state più morti (15,53) e quella con la vita media più alta: 87,03 anni per le donne, 82,88 per gli uomini.

A livello provinciale si sono registrati, nel 2016, 2975 decessi: 1446 maschi e 1529 femmine. Per il secondo anno consecutivo, il numero delle donne decedute ha superato quello degli uomini, anche se l’aspettativa di vita media delle donne della provincia iblea resta sempre al di sopra di quella maschile, in linea con il dato nazionale. Il tasso grezzo di mortalità del 2016 si è attestato a 9,25 per mille abitanti, al di sotto del dato nazionale di 10,76. In particolare, la differenza tra il tasso di natalità e quello di mortalità ha comportato un saldo negativo di meno 0,51.

Solo 5 Comuni iblei su 12 hanno registrato più nascite che morti nel 2016: Vittoria, Acate, Pozzallo, Pozzallo, Scicli e Ispica. Ma la popolazione iblea, nel complesso, è cresciuta nel 2016, grazie al saldo attivo tra immigrati ed emigrati. “Determinante – ha spiegato Blangiardi – è stato inoltre l’incremento delle vaccinazioni, che ha fatto sì che si verificassero meno morti dovute a polmonite, influenza e a tutte quelle patologie ad esse correlate”.

Le malattie all’apparato cardiovascolare, in accordo col dato nazionale, hanno rappresentato per entrambi i sessi la principale causa di morte nel 2016 in provincia di Ragusa, con un tasso di mortalità per gli uomini del 37,76 % e per le donne del 46,44 %. La seconda causa di morte è rappresentata, invece, dai tumori, con un tasso di mortalità in aumento sia per gli uomini che per le donne. In particolare per gli uomini cresce la mortalità per il tumore del polmone, seguito da quello del colon retto e della prostata. Per le donne al primo posto il tumore alla mammella, seguito da quello del colon retto, del pancreas, degli emolinfopoietici e dell’utero.

Blangiardi e Gafà hanno evidenziato come, per quanto riguarda le patologie tumorali per le quali è previsto lo screening, si stia registrando una diminuzione in provincia di Ragusa, nonostante l’adesione della popolazione iblea alla campagna di screening avviata dall’Asp sia ancora molto bassa, quasi la metà rispetto alla media nazionale che si attesta intorno al 60 %. Tre le tipologie di cancro per le quali è previsto lo screening: colon retto (uomini e donne 50-69 anni), mammella (donne 50-69 anni) e cerviocarcinoma (donne 25-64 anni).

Il commissario Ficarra ha dunque lanciato un appello ad aderire alle campagne di screening dell’Asp. “Gli esami sono gratuiti – ha sottolineato –, bastano pochi minuti per risparmiare in termini di vite umane ma anche economici. Non va dimenticato, infatti, che le Asp devono chiudere in pareggio i bilanci, per cui se si presentano avanzi, questi verranno utilizzati per migliorare servizi e prestazioni agli utenti”.

Nel 2016 non si sono verificati omicidi in provincia di Ragusa, mentre il numero degli incidenti stradali mortali è diminuito rispetto allo scorso anno. In diminuzione anche la mortalità per incidenti domestici, 40 in totale nel 2016 (21 uomini e 19 donne). Un dato allarmante è costituito dal numero dei suicidi. Nonostante siano diminuiti rispetto al 2015, la provincia di Ragusa è ancora maglia nera sia in Sicilia, seconda solo a Enna, sia a livello nazionale. In particolare, la maggior parte dei suicidi si è verificata nel Comune di Modica. Altro dato che fa riflettere è l’incremento del tumore ai polmoni, per le donne addirittura raddoppiato rispetto al 2015, e causato principalmente dal fumo. “In provincia – ha detto Gafà – non abbiamo smog o inquinamento tali da giustificare l’insorgenza di questa tipologia di tumori, per cui, al di là della componente genetica, la prima causa di insorgenza resta il fumo”.

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